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Fondi a progetti ecologici per compensare le emissioni dei voli, ma ha davvero senso?

Trasporti green / Belgio

Il caso del presidente del Consiglio europeo che vuole acquistare più 'crediti di carbonio' per farsi perdonare dei troppi viaggi apre il dibattito. Ma le compagnie aeree reputano l'idea inefficace

Volontà di compensare concretamente le emissioni di Co2 o semplice greenwashing? L'interrogativo si riversa sul presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aspramente criticato da settimane per l'alto numero di voli privati che il politico belga utilizza nel corso dei suoi viaggi per rappresentare l'istituzione europea di cui è a capo. Michel ha fatto richiesta per poter acquistare maggiori crediti di carbonio al fine di non dover rinunciare ai viaggi privati. Una pratica che, oltre alla dimensione politica, riguarda anche quella personale dei cittadini così come le scelte delle compagnie aeree, che stanno provando a capire quale sia la direzione più opportuna da seguire per abbattere le emissioni di Co2 e tutelare l'ambiente.

Miglia in eccesso

Charles Michel, poche settimane dopo essere stato preso di mira per il suo uso massiccio di jet privati, sta provando ad acquistare più crediti di carbonio in base a quanto risulta dal database pubblico dell'Unione europea, che ha riportato la richiesta. In questo modo il Consiglio europeo starebbe cercando di cancellare la sua impronta carbonio nell'aria sostenendo progetti di riduzione del carbonio altrove, piantando ad esempio alberi o finanziando la svolta ecologica di altre aziende.

Secondo i critici si tratta di una tattica di compensazione che prova a sottrarre Michel dalle sue responsabilità e scelte, come quella di utilizzare un volo da Bruxelles verso Parigi, quando le due capitali sono collegate da un comodissimo treno ad alta velocità con numerosi orari a disposizione. A gennaio il giornale Politico insieme con Le Monde avevano rivelato le spese complessive per i viaggi di Michel: 1,7 milioni solo nel 2022. Secondi i dati riportati dal settimanale online, lo scorso anno Michel ha effettuato 46 viaggi ufficiali all'estero, volando privatamente 28 volte e acquistando solo otto viaggi commerciali. Per il 2024 il politico liberale, già capo del governo belga, intende aumentare il suo budget di viaggio del 27,5% per il prossimo anno, raggiungendo i 2,4 milioni di euro. La maggiorazione del budget deriverebbe proprio dall'esigenza di viaggiare di più.

Falsa soluzione per il clima

Gli Stati membri si sono rivelati scettici. A inizio marzo, nove Paesi, tra cui Germania, Italia e Polonia, hanno chiesto “chiarimenti” su questo aumento, mentre Austria e Slovacchia hanno menzionato i “problemi di immagine” rispetto a questo stile di vita così differente rispetto ai milioni di cittadini europei costretti a rinunce e costi maggiorati. La tattica della compensazione non è una novità. Dal 2021 il Consiglio afferma che i voli privati di Michel sono stati compensati dal sostegno a una fabbrica di ceramica brasiliana che sta passando alle energie rinnovabili. Secondo la portavoce dell'istituzione, l'azienda starebbe convertendo la fonte di combustibile da legname illegale in prodotti di scarto agricoli e industriali. A partire dal 2022 il finanziamento avrebbe coperto tutti i voli del presidente. Secondo recenti indagini il contributo delle compensazioni alla riduzione delle emissioni di carbonio è esagerato. Secondo attivisti ed ong si tratterebbe di mero greenwashing, utilizzato dai potenti per pulirsi la coscienza. È una "falsa soluzione climatica", ha affermato Jo Dardenne, direttore dell'aviazione presso l'ong Transport & Environment, specializzata in mobilità pulita con sede a Bruxelles.

Voli "indispensabili"

Secondo Michel i voli sono indispensabili, soprattutto nel contesto internazionale attuale, che sta vedendo i leader europei muoversi molto di più per operare a livello diplomatico a fronte della guerra in Ucraina. "Costa di più perché la situazione lo richiede", ha dichiarato Michel al giornale belga Le Soir, aggiungendo: "C'è semplicemente la necessità di svolgere un lavoro internazionale nell'interesse dell'Europa". L'operato di Michel risulta però in contrasto con il Green Deal europeo, il patto per l'ambiente che ha stabilito un obiettivo ambizioso: la neutralità climatica dei 27 Paesi del blocco entro il 2050. Nel gennaio del 2023 il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato i risultati di un'indagine che mostrava che il 90 percento dei crediti di compensazione del carbonio della foresta pluviale certificati da un importante società sono probabilmente “crediti fantasma” e non rappresentano vere e proprie riduzioni di carbonio. La ricerca si era concentrata su Verra, azienda leader nelle compensazioni volontarie a livello globale per un valore complessivo da 2 miliardi di dollari. Questo sistema di certificazioni è stato utilizzato da grandi compagnie come Disney, Shell, Gucci e numerose altre. In base ai risultati dell'inchiesta, queste compensazioni risultano in gran parte prive di valore e potrebbero addirittura peggiorare il riscaldamento globale.

De-carbonizzare l'industria

L'inefficacia del sistema dei crediti di carbonio sembra venire riconosciuta dalle stesse compagni aeree. È il caso di Easy Jet, società britannica di voli low-cost, che quest'anno ha annunciato di rinunciare a questo sistema per investire direttamente nella riduzione delle emissioni. L'annuncio era arrivato nel settembre del 2022, quando la compagnia ha dichiarato la fine del suo programma di compensazione delle emissioni di carbonio alla fine dell'anno. Secondo quanto riferito dalla Reuters, l'obiettivo è quello di un calo del 78% delle emissioni entro il 2050 attraverso investimenti in aeromobili efficienti, carburante sostenibile per aviazione e miglioramenti operativi. La società di trasporti ha annunciato anche investimenti in tecnologia per ottimizzare la discesa dei suoi aerei. L'amministratore delegato Johan Lundgren ha affermato che il programma di compensazione lanciato nel 2019 era sempre stato una "misura provvisoria" in attesa che entrasse in vigore la nuova tecnologia volta a ridurre le emissioni. "Se esci e chiedi al pubblico in generale, direbbero che il modo migliore per de-carbonizzare l'industria sarebbe attraverso questa tecnologia a emissioni zero ed è quello su cui ora stiamo prestando maggiore attenzione", aveva dichiarato ai giornalisti Lundgren presso l'aeroporto di Luton, dove ha sede l'azienda nel nord di Londra.

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