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Francesco Schettino potrebbe lasciare il carcere per un nuovo lavoro

Ha scontato quasi metà della sua pena, e ha raggiunto – a maggio - il termine che gli consente di accedere alle misure alternative. Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, sta scontando a Rebibbia 16 anni di reclusione dopo la tragedia dell'Isola del Giglio che, nel 2012, causò la morte di 32 persone. Impegnato da anni in lavori socialmente utili nella casa di reclusione, adesso è pronto per iniziare una nuova vita. 

La direzione del carcere ha avanzato, per Schettino, la richiesta di cominciare un’attività normalmente assegnata a detenuti meritevoli e capaci: «dare il proprio contributo alle istituzioni» digitalizzando alcuni dei grandi processi che hanno fatto la storia del Paese, come ad esempio quello di Ustica. 

Francesco Schettino, nella Discoteca di Stato, si occuperà di scansionare le carte che compongono i fascicoli, in perfetto ordine, sotto la costante supervisione di archivisti-formatori. Il contenuto delle carte e delle registrazioni audio sarà poi inserito nella banca dati dell'Archivio di Stato di Roma. I detenuti scelti per questo tipo di attività hanno dovuto seguire corsi di formazione. Schettino, in carcere, segue già da anni corsi universitari in legge e giornalismo.

Schettino avrebbe già dovuto cominciare la sua nuova attività, ma il giorno dell’inizio del lavoro è stato posticipato, forse per problemi burocratici. In ogni caso, se non ci saranno altri intoppi, dovrebbe partire a breve. 

L’ex comandante della Costa Concordia, che ha sempre difeso il suo operato, a luglio si è visto respingere dalla Corte europea dei diritti dell’uomo la richiesta di revisione del processo. I suoi avvocati, Saverio Senese, Pasquale De Sena, Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Staino, ha avanzato (ma senza successo) la domanda sul capo d’imputazione di omicidio colposo. Le altre accuse di cui Schettino è stato riconosciuto colpevole sono lesioni, naufragio, abbandono della nave e mancate comunicazioni alle autorità.

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