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Gas, l’Eni: “Difficile essere fiduciosi per l’inverno. Ci servirebbe ancora il 10% di fornitura russa”

«L'Italia ha gas e si capisce dal fatto che nell'hub italiano è a 140-150 euro per megawattora, al Ttf è a 180-200 euro; c'è una differenza dovuta al fatto che l'offerta adesso supera la domanda, anche gli stoccaggi sono pieni. Questi metri cubi in più che stiamo portando stanno anche andando verso mercati che hanno prezzi più attraenti e questo è un problema che dobbiamo risolvere». Così l'Ad di Eni Claudio Descalzi, spiegando che «un'ottima soluzione» e come ha anche «detto il ministro Cingolani, andiamo anche al 100% degli stoccaggi, in modo tale che il nostro sforzo non diventi un bellissimo sforzo di solidarietà, che va anche bene, ma avendo gli stoccaggi pieni riusciamo a mantenere dei picchi e coprire un periodo più lungo».

Descalzi ha aggiunto che «è difficile essere fiducioso» a proposito della situazione del prossimo inverno, «abbiamo fatto tutto il possibile per essere in una posizione positiva – ha spiegato –, ma siamo in una interconnessione globale. Questo vuol dire che se i prezzi sono altissimi e lo mettiamo in un hub il nostro gas ci sfugge. Quindi, ci sono delle variabili del sistema che non sono sotto controllo di nessuno».

Il manager ha aggiunto che «non si possono chiudere le frontiere» e a tal proposito «il contributo addizionale del gas russo che speriamo ritorni è fondamentale, 20 milioni di metri cubi al giorno che sono circa il 9-10% del supply che sta arrivando in Italia».

Oltre a questo, Descalzi ha rilevato che «è importante che i rigassificatori funzionino, è importante che non ci siano problemi tecnici alle produzioni in Algeria o in Egitto, sono tante le variabili. Ecco perché un sistema energetico deve essere sempre in ridondanza non solo nel supply ma anche nell'infrastruttura. Perché ci possono essere delle interruzioni dalla Libia o dall'Algeria, ora sta dando moltissimo ma può succedere. Ecco perché la ridondanza che deve essere in termini di geografie e rigassificatori», altrimenti – ha sottolineato – il gas «andrà da un'altra parte, in quei paesi dove ci sono i rigassificatori».

Oltre ai due rigassificatori galleggianti in arrivo in Italia, sarebbe utile riavviare quello fisso di Gioia Tauro, ha sottolineato quinsi Descalzi: «Il gas ci accompagnerà ancora per molto tempo - ha spiegato il manager - e quindi abbiamo bisogno di una ridondanza di infrastrutture. La Spagna ad esempio consuma 30 miliardi di metri cubi di gas e una capacità per 65-70 miliardi. Noi ne consumiamo 75 miliardi e abbiamo una rigassificazione per 17 miliardi di metri cubi». Presto l'Italia avrà «due rigassificatori mobili da 5 miliardi di metri cubi e un terzo rigassificatore entrerebbe in quella ridondanza di infrastrutture che fa tenere i prezzi più bassi perché in un mercato libero l'offerta deve superare la domanda per tenere i prezzi bassi e il nostro sforzo è quello ma poi bisogna avere elementi di ricezione», ha detto ancora Descalzi precisando che tuttavia bisognerebbe fare un intervento «sulla dorsale adriatica per ampliare la linea perché oggi può passare solo un milione di metri cubi al giorno al massimo fra Campania e Molise».