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Giovani aggrediscono i Krampus a Levico, sono ragazzini del posto. La psicologa: “Una sorta di 'sfida' a una figura nata per punire i 'bambini cattivi'”

TRENTO. “E' difficile fornire una chiave di lettura univoca per certi eventi, quel che mi sento di dire è che oggi vediamo una fascia giovanile sempre meno rispettosa dell'autorità, pronta a ribellarsi contro regole e tradizioni ma senza, diciamo, un obiettivo 'comune', come invece è successo più volte in passato”. Ed è forse proprio in questo paradigma di 'sfida' all'autorità che, secondo la presidente dell'Ordine degli psicologi della Provincia di Trento Roberta Bommassar, si potrebbe inserire l'aggressione portata avanti nella serata del 7 dicembre a Levico Terme da parte di un gruppo di ragazzi nei confronti dei Krampus, durante la tradizionale sfilata tra le casette del Mercatino organizzato al parco della cittadina (Qui Articolo). 

Un episodio che ha generato fin da subito forti critiche, in primis da parte dei diretti interessati, e che arriva mentre anche in Trentino, come riportato nelle ultime settimane da il Dolomiti, nei consultori sparsi nella Provincia i ragazzi e le ragazze che hanno chiesto aiuto sono aumentati del 74% (Qui Articolo). Un aumento mai visto in così poco tempo e del quale si stanno occupando gli oltre 60 psicologi che fanno capo all'Unità Operativa territoriale di Psicologia, al lavoro proprio per cercare di risolvere una serie di problematiche che hanno a che fare, tra le altre cose, anche con l'aumento dell'aggressività

“Forse si è trattato in qualche modo di un attacco a ciò che i Krampus rappresentano – continua Bommassar –, ovvero quella figura che si aggira per le strade cercando e spaventando i bambini 'cattivi'. In questo caso potrebbe esserci stata una sorta di 'risposta' da parte dei giovani che non accettano questa narrazione, mettendola quindi sul piano di una sfida reciproca”. 'Sfida' che però, come riportato, si è conclusa in questo caso a suon di sassate, calci e spintoni, con i Krampus costretti a fermare le loro attività al parco e ad interrompere la sfilata. Alcuni dei giovani responsabili, tutti minorenni, sono già stati tra l'altro identificati, dice il sindaco di Levico Terme Gianni Beretta: “E domani verranno chiamati in Questura insieme ai genitori. Dopo il Covid l'impressione è che i ragazzi ormai sentano sempre la necessità di esagerare, di spingersi più in là. I Krampus da anni vengono a Levico Terme e, se qualcuno li teme, altri tendono invece a 'sfidarli', ma in questo caso si è andati oltre e dobbiamo quindi fermare fin da subito questo trend, per evitare che si possano verificare altri episodi del genere”.

Vittime in questo caso, come detto, sono stati i membri della compagnia  Toatnroscht Tuifl Buchholz, ma la vicenda secondo Bommassar va inquadrata: "In un contesto più ampio di lotta al concetto di autorità. Poi, ovviamente, bisogna tener conto anche dell'effetto contagio: i più timorosi si saranno dati la carica osservando quelli che per primi hanno dato il via alla violenza. Da un punto di vista psicologico sarei estremamente curiosa di capire appieno le ragioni di questi ragazzi, sembra quasi che ci sia stato il tentativo di incutere timore nel 'mostro' nato proprio per spaventare. Ripeto però, si tratta solo di una possibile chiave interpretativa”. 

Indubbio è invece il progressivo indebolimento del concetto di autorità, continua la presidente dell'Ordine degli Psicologi: “E' sempre difficile fare dei paragoni rispetto al passato e, in particolare, rispetto a quanto il percepito aumento dell'aggressività nei giovani sia da ricondurre alla manifestazione in o ad un nostro sguardo sempre più attento sulla questione. Prima parlavo di una sorta di 'effetto contagio' e nell'era dell'informazione ormai gli eventi di cui si rendono protagonisti i giovani si 'moltiplicano' anche a livello geografico, grazie alla velocità alla quale viaggiano le notizie. Se guardiamo ai dati, rispetto al passato il numero di reati violenti è in calo, anche tra i giovani, allo stesso tempo però se guardiamo all'interno delle scuole e chiediamo agli insegnanti, sono in molti a parlare di una dilagante assenza del rispetto dell'autorità”. 

Se non più violenti dunque, conclude Bommassar: “Sicuramente molti ragazzi oggi sono più irrispettosi. Tutto ciò che appartiene alle regole, alla tradizione, viene attaccato in una sorta di ribellione che però, rispetto al passato, manca forse di un obiettivo comune. Oggi siamo davanti ad una mancanza di principi condivisi: l'unico tema sul quale tantissimi giovani sembrano incanalare la protesta è la crisi climatica”.