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Giustizia, i magistrati di Area del Csm chiedono una riunione plenaria con Nordio

Dopo le proteste dell'Anm, anche i consiglieri togati del Consiglio Superiore della Magistratura di Area criticano il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il suo intervento di martedì al Senato, in cui ha parlato di intercettazioni "usate per delegittimare" e di "intollerabile arbitrio" sull'obbligatorietà dell'azione penale. I consiglieri del Csm di Area hanno chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli di invitare il ministro Nordio a un Plenum, una riunione plenaria dell'organismo, "per un confronto istituzionale sulle ricadute delle riforme proposte sulla organizzazione del sistema giudiziario e sull'efficacia dell'azione di contrasto alla criminalità".

La richiesta di un confronto è stata formulata dai consiglieri di Area Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Giovanni Zaccaro a seguito delle dichiarazioni del Gaurdasigilli in Parlamento, con le quali, sostengono i togati, "ha manifestato l’intenzione del governo di procedere ad interventi molto incisivi sull’assetto ordinamentale del pubblico ministero e sull'utilizzazione delle intercettazioni come strumento di indagine" e "considerato che le riforme annunciate avrebbero un rilevante impatto sul funzionamento del sistema giudiziario, e in particolare sulla indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e sulla efficacia delle attività di indagine".

Ieri era intervenuta l'Associazione nazionale magistrati. Il presidente Giuseppe Santalucia ha condannato le dichiarazioni del ministro: "Siamo d'accordo che le intercettazioni non devono essere divulgate, ma bisogna contestualizzare un'accusa così grave". Santalucia ha richiamato la legge che ha riscritto le norme sulle intercettazioni per evitarne la diffusione indebita: "Vorremmo capire se quella legge ha avuto una effettiva attuazione, se ci sono lacune o carenze".