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Governo, le ultime news: Giorgia Meloni vede Berlusconi: "Incontro costruttivo. Governo di alto profilo". Tajani: "Salvini può andare al Viminale"

Ancora in primo piano le manovre per la formazione del nuovo esecutivo a guida FdI. Dopo aver visto ieri il leader della Lega Matteo Salvini, oggi Silvio Berlusconi incontrerà ad Arcore la leader di Fratelli d'Italia, che nel frattempo è al lavoro sull'emergenza energia. Il presidente di FI in un colloquio con la Stampa dice no ai tecnici puri. Mentre Antonio Tajani apre a Salvini al Viminale: "Nessun problema per Forza Italia". Fabio Rampelli (FdI) assicura che sarà un passaggio di consegne "morbido". Intanto alla premier in pectore arrivano le congratulazioni del presidente egiziano al-Sisi e l'invito da Zelensky a visitare l'Ucraina. Nel dibattito del Pd, alle prese con la fase precongressuale lanciata ieri da Enrico Letta, interviene Filippo Andreatta che individua "solo due strade: rottamare tutti gli ex ds-Margherita oppure scissione". Per il sindaco di Firenze Dario Nardella "serve un reset". Graziano Delrio: "Rifondiamo il partito ma teniamoci stretti nome e simbolo. Durissimo Matteo Renzi che torna ad attaccare Letta: "Unico responsabile vittoria Meloni. No a campo largo con questo Pd di morti". In Lombardia è crisi sul caso Fontana-Moratti che si sono incontrati dopo che la vicepresidente aveva espresso l'intenzione di correre da sola.

Renzi: "Letta responsabile vittoria Meloni. Pd è finito, noi siamo il futuro"

(fotogramma)
"Il Pd per come l'abbiamo conosciuto è finito, questione di mesi e il congresso lo chiarirà definitivamente". Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a margine dell'incontro con gli elettori a Milano.

"Qui c'è un unico grande responsabile  della vittoria della Meloni. L'unica persona che Giorgia Meloni deve ringraziare è Enrico Letta, che ha sbagliato tuttoDopo questa campagna elettorale incredibile del Pd, masochista, tutti abbiano piena consapevolezza di questo: il Pd è il passato di questo Paese, 'Reniew Europè è il futuro", ha detto Renzi.

"A tutti gli amici del Pd che ci hanno creduto - ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio - se vogliono continuare l'accanimento terapeutico, facciano pure, noi siamo il futuro, siamo 'Renew Europè e vogliamo migliorare il risultato raggiunto qui in Lombardia, anche se non sarà facile, e soprattutto vogliamo portare tutto il Paese, anche il sud, ad avere quella passione per il futuro che è stata espressa al Nord e in particolare a Milano. Il Pd è il passato, non parliamone più".

Cuperlo (Pd): "Paghiamo errori ed arroganze"

Secondo Gianni Cuperlo, uno dei leader della sinistra interna del Pd, che torna in parlamento dopo cinque anni di assenza, "stiamo letteralmente sulle scatole a una parte della società italiana, si è spezzato un rapporto e un legame di fiducia con una parte del Paese" dice in un'intervista a La Stampa, aggiungendo di essere contrario alla costruzione di una 'cosa rossa' con un'altra scissione, "perché in un momento come questo e con una destra così forte, dividere e indebolire la principale forza del campo democratico e della sinistra sarebbe un errore esiziale, e contro questo mi batterò".

Da 16 anni "non abbiamo vinto le elezioni e per 10 anni siamo stati al governo", ricorda, anche se "con buone ragioni e facendo anche buone cose". Questo "ha trasmesso la percezione di un partito di establishment e di potere". Inoltre "paghiamo il prezzo di errori e arroganze, sul jobs act, sull'articolo 18, sulla legge elettorale, sul taglio della rappresentanza parlamentare". Letta "ha fatto il possibile ma non si recuperano anni in pochi mesi. I nostri elettori sono esigenti, perdonano degli errori, non ti perdonano la distanza coi loro bisogni e sentimenti. E una classe dirigente - sottolinea - deve avere l'umiltà di riconoscere questo limite". Quindi "abbiamo bisogno di accompagnare il racconto di un Paese più giusto con esempi coerenti".

Bisogna "essere severi, ma non possiamo permetterci di buttare via una riserva di valori, consenso e umanità". Tuttavia "questa corsa repentina a candidarsi senza un attimo di pausa per capire, ascoltarsi e scavare nelle radici di quel risultato, temo sia il riflesso di un individualismo penetrato dentro di noi".

Tajani: "Salvini può fare il ministro dell'Interno"

(ansa)

"Per Forza Italia Salvini può fare il ministro di qualsiasi dicastero, deve scegliere lui, poi chiaramente è il capo dello Stato e il presidente del Consiglio che esamineranno la lista di ministri. Però per quanto ci riguarda non ci sono assolutamente problemi". Così il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine della visita al Villaggio Coldiretti a Milano, rispondendo a una domanda sull'ipotesi che il leader della Lega, Matteo Salvini, possa tornare al Viminale. "Ognuno può scegliere dove ritiene opportuno andare in sintonia con i leader e il capo dello Stato, a cui spetta l'ultima parola sui ministri e sul presidente del Consiglio da incaricare. L'importante è fare bene e affrontare i problemi degli italiani, i nomi verranno dopo", ha aggiunto.

Governo: Tajani, pari dignità con Lega per posizione bilanciata

"Come ha detto oggi anche Berlusconi abbiamo pari dignità con la Lega visto che abbiamo preso gli stessi voti. L'importante, però, sono i contenuti, non è una questione di poltrone". Lo ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine della visita al Villaggio di Coldiretti a Milano. "Pari dignità - ha aggiunto - vuol dire una posizione bilanciata, questo è importante anche per noi per dare un contributo come anima popolare e anche per l'importanza del ruolo di Silvio Berlusconi".

Campania: staff Di Maio, nessun ingresso in giunta regionale

Nessun ingresso del ministro degli Esteri uscente, Luigi Di Maio, leader di Impegno civico, nella giunta regionale campana. Uno scenario delineato da alcuni organi di stampa on line, tra cui agendapolitica.it, che legavano il suo nome a quello di Sandra Lonardo Mastella, anche lei non eletta lo scorso 25 settembre, e l'ex presidete del consiglio regionale Rosetta D'Amelio, altri possibili nuovi assessori regionali.

"Smentiamo categoricamente le falsità, diffuse da alcuni organi d'informazione, in merito a volontà, ambizioni o trattative circa l'ingresso del ministro Di Maio nella giunta della Regione Campania", scrivono in una nota dallo staff di Di Maio che di recente a chiuso i suoi profili social.

"Meloni venga a visitare l'Ucraina", da Kiev invito a Urso

Il capo dell'Ufficio del presidente ucraino Andriy Yermak ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del Copasir Adolfo. Urso, durante il quale si è congratulato con Fratelli d'Italia e la sua leader Giorgia Meloni per la vittoria alle elezioni tenutesi in Italia il 25 settembre e ha espresso la speranza per l'attuazione della posizione a sostegno dell'Ucraina dopo la formazione del nuovo governo italiano. Gli interlocutori - informa una nota dell'Ufficio - hanno discusso della necessità di instaurare un dialogo ad alto livello. Andriy Yermak, a nome del presidente Zelensky, ha invitato Giorgia Meloni a visitare l'Ucraina.

Rampelli: il reddito resta per inabili, altri devono avere lavoro

Fratelli d'Italia "non pensa minimamente" di cancellare il reddito di cittadinanza. Lo ha detto a Sabato anch'io su Rai Radio 1 Fabio Rampelli. "E' una semplificazione giornalistica. Intendiamo perseguire il sostegno degli inabili al lavoro, circa il 50% dei percettori del reddito. Sono soggetti fragili della società che vogliamo assolutamente continuare ad assistere", ha spiegato il vice presidente della Camera.  All'altra metà dei percettori del reddito "dobbiamo dare un lavoro. I giovani non possono stare a casa a non fare nulla, devono realizzare se stessi. Cercheremo di occuparci di questo anche con le imprese che sono pronte a collaborare magari per fare formazione", ha concluso.

Al-Sisi fa le congratulazioni a Meloni per vittoria elettorale

Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi si è congratulato con la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, per la vittoria elettorale e ha dichiarato che "non vede l'ora" di lavorare insieme per sviluppare le relazioni bilaterali fra Egitto e Italia.

"Estendo le mie più sincere congratulazioni alla signora Georgia Meloni per la vittoria del suo partito alle elezioni generali nell'amica Repubblica Italiana, augurandole il successo nel guidare l'Italia verso la prosperità e un futuro luminoso", ha dichiarato Sisi come riporta un messaggio pubblicato su Facebook dal portavoce della presidenza egiziana, Bassam Radi.

Rampelli (FdI): passaggio consegne "morbido" rispetto a passato

È in corso "un passaggio di consegne che risulta 'più morbido' rispetto a stagioni precedenti, anche per le circostanze drammatiche nelle quali ci troviamo. Un rapporto di collaborazione indispensabile in questa fase". Fabio Rampelli lo dice a "Sabato anch'io" su Rai Radio 1 a proposito dell'interlocuzione in corso tra Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Il vice presidente della Camera ed esponente di FdI invita comunque a non enfatizzare: "Non esiste un governo Meloni nè un Parlamento proclamato. Non c'è nulla, Draghi è il presidente del Consiglio. Presupponendo che tra qualche decina di giorni il Presidente della Repubblica darà a Meloni l'incarico di formare un governo, oggi c'è questo dialogo", spiega.

Nardella (Pd): "Congresso ordinario non basta, serve reset"
 

Il Partito Democratico deve ripartire "da una forte consapevolezza: si è chiuso un ciclo politico di 15 anni e si deve aprire un nuovo capitolo. "A volte ho la sensazione che ci siamo dimenticati i motivi per cui è nato il Pd. Un congresso ordinario non basta, serve un reset". Lo dice in un'intervista a Qn il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

"È il momento di costruire una nuova casa perché quella che abbiamo non riesce più a rappresentare una larga parte di cittadini - spiega -. Dobbiamo evitare un congresso ordinario dove le opzioni siano quelle di fonderci con i Cinquestelle o con Azione e Italia viva". E parlare di una costituente di un nuovo soggetto politico "significa elaborare una nostra identità e una nostra proposta politica senza essere subalterni ad altre forze. E dividerci sulle loro opzioni. Questo vale anche per il ruolo di opposizione da assumere in parlamento che deve vederci duri ma non sguaiati, dialoganti con le altre minoranze ma autonomi".

Per Nardella, si può valutare anche lo scioglimento se "dovesse preludere alla costruzione di una nuova casa dei democratici". Si potrebbe cambiare anche nome, "se questo serve a dare davvero il senso di rinnovamento, ma insieme a idee nuove".

La nuova casa del Pd "è per tutti coloro che vogliono unire e non dividere il nord e il sud del paese, che guardano all'Europa come unico, vero campo di progresso".  Rispetto al nuovo segretario, Nardella non esprime giudizi sulle persone: "sono tutte valide: è il metodo che mi lascia perplesso - commenta - questa cosa delle autocandidature rischia di dare l'immagine di un partito nevrotico e autoreferenziale".

Pd: Andreatta, "due le strade, rottamare tutti gli ex ds-Margherita oppure scissione"

"Ci sono solo due strade per ritrovare un rapporto forte con l'elettorato. O si taglia con il passato, rottamando tutti, ma proprio tutti, i dirigenti che hanno avuto un legame organico con i partiti fondatori"; "oppure si prende atto del fallimento e ci si scinde in due partiti, uno riformista e l'altro più massimalista, rimanendo alleati alle elezioni". Lo dice Filippo Andreatta, a proposito del Pd, al 'Corriere della sera'.

"Bonaccini ha fatto politica nei Ds. La regola del partito nuovo, anziché del nuovo partito, dovrebbe valere pure per lui", dice tra l'altro il docente universitario e figlio di Beniamino Andreatta.

Governo: Berlusconi, non credo nei tecnici puri

No ai tecnici puri, Forza Italia sia considerata al pari della Lega nella compagine di governo, Draghi un patrimonio del Paese cui non si può rinunciare, e che "avrebbe tutte le carte in regola per occupare un ruolo apicale nelle istituzioni internazionali". Silvio Berlusconi parla con la Stampa, e commentando il suo incontro dei giorni scorsi con la premier in pectore dice di averla trovata "prudente ed equilibrata". Il leader di Forza Italia dice che il suo partito non ha perso voti, anzi, "fra i grandi partiti che hanno sostenuto il governo Draghi il nostro è il solo che non ha perso consensi".

(ansa)

Quanto ai nomi per il nuovo esecutivo, Berlusconi afferma che "non è una questione di numeri, ma di significato. Io non credo nei tecnici puri: se esistessero la politica diventerebbe inutile. Io ho sempre voluto coinvolgere nei miei governi persone chiaramente schierate con noi, che condividessero il nostro progetto politico, e che avessero un curriculum professionale, accademico o imprenditoriale di prim'ordine - osserva -. Ora vorrei di nuovo qualcosa di simile: non l'adesione a titolo personale di qualche nome famoso, ma l'impegno di mondi importanti", dall'impresa, al lavoro, alla scienza, "in uno sforzo di vera unità nazionale". Del resto "le emergenze da fronteggiare, prima fra tutte quella dell'energia, e le grandi riforme che dobbiamo mettere in cantiere, a cominciare da quella fiscale, richiedono davvero il concorso di tutti".

Per quanto riguarda l'atteggiamento del nuovo governo nei riguardi della Russia, per l'ex premier dovrebbe essere "esattamente quello del governo precedente - sottolinea -.

Quando le circostanze lo consentiranno sarò il primo a insistere per una soluzione diplomatica, perché considero la guerra intollerabile, la follia delle follie. Tuttavia, una soluzione diplomatica implica l'assoluta unità dell'Occidente - conclude - e non può contemplare in nessun caso il sacrificio della libertà e dei diritti del popolo ucraino".

Delrio (Pd): "Rifondiamo il partito ma teniamoci stretti nome e simbolo"

Per Graziano Delrio, ex ministro ed ex capogruppo del Pd, del quale è uno dei fondatori, nel partito si deve ripartire "riscoprendo la radicalità dei nostri principi, la forza dei nostri militanti e la ricchezza della società italiana da cui dobbiamo farci 'invadere' con un grande percorso di ascolto. Non siamo morti, siamo il secondo partito italiano, la prima forza di opposizione e saremo in grado di proporre al Paese un'agenda rinnovata", spiega in un'intervista a La Repubblica.

"Resettiamo il partito. Sono per una riflessione radicale e profonda altrimenti non rispetteremmo l'esito delle elezioni - sottolinea -. Ma riflessione non significa guardarsi l'ombelico fra i dirigenti del partito o peggio fra candidati improvvisati né la resa dei conti fra riformisti e sinistra interna". Il nome democratico "mi sembra attualissimo e fortissimo. Indica la scelta di essere un grande partito popolare che vive della partecipazione e del contributo di tutti. Nel simbolo c'è il tricolore e questo dovrebbe bastare a tenerselo stretto".

Bisogna vivere la stagione dell'opposizione, "come l'occasione per rigenerare la nostra identità e la nostra proposta. Propongo una moratoria della discussione sulle alleanze. Giorgia Meloni ha passato 5 anni all'opposizione dei suoi alleati. Il congresso deve essere dedicato non alle alchimie elettorali ma alla società italiana e alle risposte alla sua sofferenza. Alleanza quindi con le associazioni che si prendono cura dei beni comuni come l'ambiente o la scuola e con chi tutela il lavoro".

Il Pd inoltre deve continuare ad essere la sintesi di sensibilità e culture politiche differenti". Forse con il M5s "matureranno le condizioni per lavorare insieme di nuovo sui territori sulla base di progetti e idee - osserva - e di una dedizione comune al riscatto degli ultimi".