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Grande Fratello Vip 7 e il caso Marco Bellavia: Signorini fa piazza pulita, ma non basta

Arrivati a questo punto, il Grande Fratello Vip aveva due possibilità: prendere una posizione oppure fare finta di niente, morendo sotto il peso dell'indignazione popolare. Gli autori, che sono tutto fuorché stupidi, hanno evidentemente capito che era il caso il fare mea culpa, suggerendo ad Alfonso Signorini l'unica strada possibile per un capitano al timone di una nave prossima al naufragio: assumersi la colpa, cospargersi il capo di cenere e non fare sconti a tutti quei vipponi che, seguendo la filosofia del branco, hanno portato Marco Bellavia ad abbandonare il gioco prima del tempo. Nelle ore immediatamente successive all'uscita del concorrente, infatti, in Rete è montato un sentimento di indignazione contro tutti quegli inquilini che non solo non hanno colto gli evidentissimi segnali del malessere di Marco, ma si sono impegnati nell'isolarlo e nell'aggredirlo facendolo sentire solo e senza via di uscita. Il tono utilizzato da Signorini all'inizio della diretta del 3 ottobre, forse la puntata più cupa della storia del Grande Fratello Vip, ha reso perfettamente l'idea, visto che il conduttore ha subito descritto l'accaduto così come lo abbiamo definito noi di Vanity Fair prima che gli autori mettessero a punto il suo discorso: una pessima pagina di televisione.

Grande Fratello Vip 7 e il caso Marco Bellavia Signorini fa piazza pulita ma non basta

Al di là dell'errore di pronuncia del nome «Jung», storpiato in «Young», Signorini ha capito immediatamente che occorreva lanciare un segnale forte per il pubblico, e così, dopo aver ricostruito il percorso di Bellavia negli ultimi giorni prima dell'abbandono - con una reiterata messa in onda del suo ultimo confessionale in lacrime, con tanto di parole sconnesse - ha fatto un discorso accorato spiengando che nessuno, né lui né i concorrenti, si sono resi conto di quanto stesse male - cosa che, ci dispiace per Signorini, ci risulta un po' difficile da credere, visto che Marco Bellavia al Grande Fratello Vip è entrato con una terapia farmacologica in essere e con il monitoramento garantito dagli psicologi che seguono i concorrenti per tutta la durata del loro percorso all'interno della Casa. Torniamo, però, all'accaduto: al discorso del conduttore, i più intelligenti hanno capito che conveniva tacere, mentre tutti coloro che non vedevano l'ora di sgravarsi dall'impiccio sottolineando la propria innocenza ed estraneità ai fatti hanno preferito aprire bocca dimostrandoci che certe volte la pezza è peggio del buco. A fare le spese di questa lezione è stato Giovanni Ciacci, il concorrente che prima sgranava il rosario e poi si è ritrovato fuori dal Grande Fratello Vip quando Signorini ha aperto il televoto lampo per chiedere al pubblico chi avrebbe dovuto salvarsi - traduzione: chi era meno colpevole dell'isolamento e del bullismo perpetrato contro Bellavia. Inutile dire che questa trovata del televoto lampo è stata alquanto comoda visto che, se la produzione avesse voluto lanciare un messaggio forte, avrebbe deciso di espellere direttamente non solo Ciacci, ma anche altri concorrenti ugualmente colpevoli dell'accaduto come Gegia e Wilma Goich, che al televoto non ci è neanche finita.

Grande Fratello Vip 7 e il caso Marco Bellavia Signorini fa piazza pulita ma non basta

Invece, a pagare simbolicamente per tutti è stata Ginevra Lamborghini, espulsa perché colpevole di aver pronunciato, a detta di Signorini, la frase più grave di tutte, ovvero che Marco Bellavia «meritava di essere bullizzato». La ragazza, che al Grande Fratello Vip è riuscita a costruire poco e nulla incentrando quasi tutto il suo racconto sul rapporto burrascoso con la sorella Elettra, ha prima lasciato intendere che Bellavia l'avrebbe toccata senza il suo consenso salvo poi crollare emotivamente e varcare la soglia dello studio tra i singhiozzi e le lacrime sulle quali Twitter ha inaugurato una piccola indagine, visto che a molti gli occhi di Ginevra sono sembrati asciutti. Di certo non hanno aiutato né la decisione di far comunque entrare Lamborghini in quello stato in studio - sembrava più o meno di assistere alla sfilata di Cersei Lannister per le vie di Approdo del Re con il campanaccio e un sonoro «shame» dietro di lei - né l'intuizione di Orietta Berti di rassicurarla citando il suicidio di Luigi Tenco, non certo una gran trovata da discutere con una ragazza traumatizzata e vicinissima a vivere un attacco di panico in diretta.