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Grillo sui rapporti Italia-Cina: "Lo stop alla Via della Seta? Un errore. Meloni non può cedere su tutto"

"L'Italia non può cedere su tutto". Queste le parole con cui Beppe Grillo sul suo blog difende la Via della Seta, sostenendo che "strappare" il memorandum che lega Roma a Pechino sarebbe un errore. Per sostenere la sua tesi il fondatore del Movimento 5 Stelle cita il post di Fabio Massimo Parenti, docente di Economia politica Internazionale alla China Foreign Affairs University di Pechino. "Nonostante gli evidenti vantaggi nel rafforzamento delle relazioni economiche tra Italia e Cina - scrive Parenti - Roma sembra vittima della sua endemica limitazione di sovranità, frutto di una dipendenza non-scritta dagli Stati Uniti sin dal termine della Seconda Guerra Mondiale. Quale unica vera potenza mediterranea in Europa, grazie alla sua posizione privilegiata, l'Italia è tradizionalmente un sorvegliato speciale".

Perciò, prosegue il post, "indipendentemente dai colori dei singoli governi, il Paese sembra voler continuare a sacrificare gli interessi nazionali sull'altare dei vincoli geopolitici. Di conseguenza, non deve sorprendere che, stando a Bloomberg, Meloni avrebbe manifestato la sua disponibilità a rompere l'accordo con la Cina durante un incontro con il portavoce della Camera dei Rappresentanti Usa Kevin McCarthy".

Rilanciando l'articolo di Pranti, nel blog di Grillo si ricorda quindi che "sotto il primo governo Conte, formato dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega,  l'Italia aveva provato a realizzare un inedito esperimento politico con l'obiettivo di risollevare l'economia italiana dopo sette anni di austerità finanziaria nel quadro del Patto Ue per la Stabilità e la Crescita. L'intenzione di quel governo era quella di recuperare il potere negoziale del Paese nei confronti delle istituzioni sovranazionali di cui fa parte, cioè Ue e Nato".

In questo quadro, si legge nel post, "guardare ai Brics rappresentava la possibilità di diversificare il commercio estero italiano e i vettori di politica estera. La scelta di firmare l'accordo sulla Via della Seta ha fatto dell'Italia il primo e finora unico Paese del G7 ad aver aderito al mega-piano cinese, scatenando le sferzanti critiche degli alleati". Oggi "il mondo imprenditoriale italiano è molto preoccupato. Dopo aver sofferto gli ingenti danni derivati dall'aumento dei prezzi dell'energia e il devastante impatto del conflitto russo-ucraino sull'economia europea, le aziende italiane temono un possibile deterioramento dei rapporti tra Italia e Cina, proprio ora che si registrano numeri-record sul fronte dell'export verso il colosso asiatico (+92,5% nel primo trimestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno)".

Secondo Parenti "la pressione sull'Italia rispetto alla Via della Seta ha a che fare esclusivamente con l'agenda strategica degli Usa e con i loro interessi, non con quelli italiani, né europei. Se l'Italia compromettesse le sue relazioni con la Cina, - conclude il post pubblicato sul blog di Grillo - sarebbe una chiara dimostrazione della debolezza politica del governo, spiegabile secondo l'attitudine ideologica di altri".