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I «falò» delle bollette chiamano Giorgia Meloni

Erano quelli che protestavano contro il green pass, contro l'obbligo vaccinale e le restrizioni durante la pandemia di Covid-19. Oggi organizzano la protesta davanti alle aziende del settore energetico contro i rincari di luce e gas. Dall'altra parte però, non c'è più lo stesso interlocutore. E chi protesta si rivolge al nuovo governo, che, con tutta probabilità sarà a guida Fratelli d'Italia. Lo stesso partito che in questi due anni ha sostenuto la protesta di quei cittadini. Che cosa risponderà Giorgia Meloni?

La scena è più o meno sempre la stessa: un bidone in cui vengono gettate le bollette che non si vogliono più pagare, perché non si riescono più a pagare, e un solo tormentone urlato: «Non riusciamo più ad andare avanti». La stima dell'aumento per le bollette di luce e gas nell'ultimo trimestre sarà del 59% per chi ha il contratto dell'elettricità nel mercato tutelato.

A Torino, in corso Regina Margherita, il falò è stato acceso per aderire alla mobilitazione nazionale promossa dal sindacato Usb. A Bologna il falò, dopo il presidio davanti a Eni Store organizzato da Io non pago Emilia Romagna, è stato organizzato davanti alla sede di Hera dal sindacato Usb e da Potere al Popolo. A Cagliari i rappresentanti dell'Usb, insieme a molti pensionati, si sono dati appuntamento sotto il palazzo dell'Enel e dell'Inps. A Roma il falò delle bollette è stato organizzato davanti alla sede della Cassa Depositi e Prestiti, tra urla e slogan: «Ladri di Stato, restituite quello che avete rubato».

E il prossimo 13 ottobre, giorno della prima seduta del nuovo Parlamento e dell'elezione dei presidenti di Camera e Senato, il comitato di #ioapro, un gruppo di attivisti, principalmente imprenditori della ristorazione, nato nel 2021 contro le restrizioni Covid prima, e contro il Green Pass dopo, ha indetto a Roma in piazza Santi Apostoli una manifestazione per «chiedere risposte al nuovo governo».