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Il caro energia mette in ginocchio le aziende agricole trentine: fertilizzanti (+63,4%) e alimenti per animali (+25,1%). Coldiretti: “Impatto devastante”

TRENTO. I rincari energetici registrati nel 2022 colpiscono famiglie e imprese. Fra le realtà più colpite però ci sono le aziende agricole che, secondo le stime di Coldiretti, hanno visto i costi di produzione aumentare del 23,1% “con un impatto devastante sui bilanci e sulla spesa dei consumatori”.

Come spiega l’associazione di categoria, durante lo scorso anno sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6%) con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4%), i prodotti energetici (+49,7%) e gli alimenti per animali (+25,1%). Numeri che sono stati certificati anche dall’IStat

“L’incremento dei costi si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte – precisa Coldiretti Trentino Alto Adige – per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici”. Così lo scorso anno sono calate le imprese agricole, un saldo negativo di 3.363 aziende, alcune di queste colpite anche dagli effetti dei cambiamenti climatici che rendono sempre più difficile operare in questo settore.

“La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori” afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi.

Sempre secondo il presidente della Coldiretti locale vi è l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”. Nell’ambito del Pnrr Coldiretti ha presentato progetti di filiera per una serie di investimenti: dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. “Questo impegno – conclude Barbacovi – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.