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Il Comitato olimpico scarica la pista da bob di Cortina: “Non è un requisito per le Olimpiadi”. Guarda: “Uno spreco di soldi, possiamo ancora fermarla”

Secondo la consigliera di Europa Verde Cristina Guarda il progetto della pista da bob di Cortina d’Ampezzo può essere bloccato: “Di fronte al caro bollette chi amministra la Regione preferisce investire in ciò che rischia di trasformarsi a breve in nuovo debito pubblico”

CORTINA D’AMPEZZO. La struttura è fortemente voluta dal presidente della Regione veneto, Luca Zaia, ma sono molti gli oppositori della pista da bob di Cortina d’Ampezzo. Di sciuro non la vogliono gli oltre 1.200 cortinesi che hanno sottoscritto la petizione lanciata dal Comitato Civico Cortina. In questi giorni però la raccolta firme è arrivata fino al Cio, il Comitato Olimpico Internazionale che ha risposto con una lettera.

Nella nota, firmata dalla direttrice esecutiva dei giochi olimpici del Cio, Christophe Dubi, si legge che “per quanto riguarda la pista da bob il Cio è stato chiaro nella sua posizione, ovvero che costruire una nuova pista a Cortina non è un requisito per i Giochi olimpici”. Inoltre dal Cio fanno sapere di essere stati informati dalle autorità locali che la pista da bob rappresenterebbe un progetto turistico e sportivo (da circa 85 milioni di euro) che sarebbe stato realizzato anche senza le olimpiadi. Una risposta che coccia con le argomentazioni dei sostenitori della pista da bob i quali affermavano che senza la nuova struttura sarebbero andate in crisi le Olimpiadi.

“La scelta di realizzare questa infrastruttura – spiega la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guardasarebbe frutto della volontà politica delle autorità locali e non della organizzazione olimpica”. Per Guarda la pista da Bob rischia di tramutarsi in un’opera dai costi faraonici e poco utilizzata. “Mentre in Veneto si parla di cittadini e imprese in difficoltà a causa delle bollette stratosferiche e di nuove tasse chi amministra la Regione preferisce investire in ciò che rischia di trasformarsi a breve in nuovo debito pubblico”.

Secondo la consigliera di Europa Verde però il Veneto è ancora in tempo per fermare il progetto, tant’è vero che per la disciplina si potrebbe utilizzare una pista già in funzione in Austria. “Se Zaia può permettersi di dormire sogni tranquilli non essendo più candidabile alla guida della Regione, chi aspira a governare dopo di lui dovrebbe già iniziare a preoccuparsi, perché l’impatto ambientale di questa opera e il suo mantenimento corrispondono a una eredità che peserà come un macigno su tutti noi”, conclude Guarda.