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Il film storico stasera in TV: “Il tormento e l’estasi” mercoledì 8 febbraio 2023

Il film storico stasera in TV: “Il tormento e l’estasi” mercoledì 8 febbraio 2023 alle 20.55 su TV 2000 (Canale 28)Il tormento e l’estasi (The Agony and the Ecstasy) è un film del 1965 diretto da Carol Reed ed interpretato da Charlton Heston e Rex Harrison. È basato sul romanzo omonimo di Irving Stone.

Il film costò 10 milioni di dollari e ne incassò solamente 4. Ottenne però varie nomination agli Oscar e fu perlopiù apprezzato da critici e appassionati dei kolossal in costume.

Nello splendore dell’Italia rinascimentale, il geniale artista Michelangelo Buonarroti sta scolpendo alcune delle quaranta statue per la monumentale tomba che Papa Giulio II gli ha dato incarico di realizzare per lui, quando improvvisamente viene incaricato dallo stesso pontefice di realizzare un grande affresco sul soffitto della Cappella Sistina. Michelangelo accoglie la commissione con indifferenza ritenendosi prima di tutto uno scultore e non un pittore e, pur impegnandosi con tutto sé stesso, si rende conto che il progetto che desidera il Papa secondo i dettami dell’epoca non lo ispira e quindi dapprima si ammala e poi tenta di fuggire ed abbandonare per sempre quest’opera.

Durante il suo volontario esilio, braccato dalle guardie, Michelangelo però ritrova al fine la giusta ispirazione e ritorna dal Papa per completare l’opera. Durante i lavori la geniale creatività di Michelangelo si scontra con i dettami della curia romana del tempo, ma egli saprà ritrovare nella sua opera la forza per andare contro le convenzioni per donare all’umanità uno dei più grandi capolavori della storia della pittura internazionale.

Il film illustra in più fasi il completo processo pittorico prescelto da Michelangelo. Egli si definisce fin dall’inizio uno scultore e non un pittore, dimostrandosi riluttante nel completare l’opera della Cappella Sistina. Senza precedente interesse nella pittura, la prestigiosa commissione pubblica offerta a Michelangelo dal papa-autocrate rappresenta un insormontabile cambiamento per l’ambizioso artista toscano.

La tecnica del buon fresco prescelta da Michelangelo viene illustrata in due fasi nel film, prima e dopo la distruzione degli affreschi preparati inizialmente. Anche la preparazione del colore viene realizzata con il pestare gli elementi naturali così come avveniva sino all’invenzione dei colori chimici in epoca moderna.

Le relazioni tra Michelangelo e Giulio II furono un continuo contenzioso, senza dubbio, due forti personalità che si scontrarono su un progetto di lunga durata preposto naturalmente a contrapporre il loro amore per l’arte, per loro stessi e per la Chiesa. Michelangelo vive anche nel film le pressioni creategli dal dover operare con altri giganti del suo tempo come Leonardo da Vinci o Raffaello, mentre Giulio II è pressato dalla necessità di salvare la cristianità e Roma dalle potenze internazionali (specialmente il Regno di Francia).

Nel film la rappresentazione e la reputazione del papa è più quella di un soldato che di un santo pontefice, gettando così luci e ombre sulla sua figura.

La colonna sonora del film è stata realizzata dal celebre compositore Alex North, il quale ha svolto una ricerca particolareggiata per ritrovare i suoni e le musiche dell’epoca, avvalendosi anche di musiche da chiesa e tradizionali dell’epoca rinascimentale; in particolare si riconoscono il canto popolare L’homme armeé per la scena della taverna, il tema La bataille di Clément Janequin per l’ingresso di Giulio II in città dopo il combattimento ed il Cantate Domino di Hans Leo Hassler. Quest’ultimo brano costituisce però un anacronismo in quanto il musicista tedesco (15641612), nacque molto tempo dopo i fatti della Cappella Sistina e compose il brano in un periodo evidentemente ancora più lontano dagli eventi rappresentati nel film.

Gran parte delle scene del film sono state girate in Italia per una maggiore adesione con i luoghi descritti nelle vicende e per gli scenari unici tipici della penisola[1].

Molte scene del film sono ambientate, ovviamente, nella Cappella Sistina: esse non furono girate però all’interno del vero monumento michelangiolesco, bensì in una copia in sezioni a grandezza naturale ricostruita negli studi di Cinecittà a Roma, utilizzando per il soffitto delle enormi riproduzioni fotografiche. Questo si rese necessario perché il Vaticano vietò categoricamente che un luogo di culto divenisse studio cinematografico.

Il luogo dove Michelangelo sceglie il marmo per le sue sculture è stato girato nelle cave di Seravezza, presso le Alpi Apuane in Toscana dove appunto si trovano ancora oggi le storiche cave di marmo utilizzate sin dai tempi dei romani e sfruttate anche dallo stesso Michelangelo per le sue opere.

Piazza San Pietro così come si sarebbe potuta presentare nel 1508 (visibile soprattutto nella scena in cui il pontefice fa il suo ingresso in città) venne ricreata sfruttando una delle più belle piazze medievali italiane: Piazza del Popolo a Todi, in Umbria.

Il paese occupato in armi dalle truppe pontificie al comando di papa Giulio II è Montoro, frazione di Narni (sempre in Umbria, ma in provincia di Terni)[2] .

Regia di Carol Reed

Con Charlton Heston e Rex Harrison

Fonte: WIKIPEDIA

Foto interna ed esterna: https://www.youtube.com/watch?v=utcjFBQYRTo

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