Il G20 non condanna l'invasione dell'Ucraina, Kiev: "Nulla di cui essere fieri"
I leader hanno trovato un inaspettato consenso su un testo di conclusioni che però fa discutere. Il premier rivendica un buon risultato: "Abbiamo fatto la storia"
Le conclusioni del G20 di Nuova Delhi stanno creando polemiche per il fatto che i leader non hanno apertamente condannato l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. "Abbiamo fatto la storia", ha detto il padrone di casa, il premier indiano Narendra Modi al termine della prima giornata di lavori del Gruppo, aperta con il via libera all'ingresso a pieno titolo dell'Unione Africana nel consesso e conclusa con la firma di un memorandum per un corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, che dovrebbe essere alternativo alla Via della Seta cinese.
Il consenso sul testo finale è arrivato a sorpresa, dal momento che il G20, di cui fanno parte tra gli altri sia gli Stati Uniti che la Russia, oltre che la Cina e l'Unione europea, è profondamente diviso sulla guerra in Ucraina: le nazioni occidentali hanno spinto per una forte condanna di Mosca nella Dichiarazione dei leader, mentre altre hanno chiesto di concentrarsi su questioni economiche più ampie. "Invitiamo tutti gli Stati a sostenere i principi del diritto internazionale, compresa l'integrità territoriale e la sovranità, il diritto umanitario internazionale e il sistema multilaterale che salvaguarda la pace e la stabilità", si legge nella dichiarazione. I leader dicono poi di accogliere "con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura in Ucraina", concludendo che "l'uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile".
Queste Parole non sono piaciute all'Ucraina di Volodymyr Zelensky e il Ministero degli Esteri di Kiev ha dichiarato che la dichiarazione non è "nulla di cui andare fieri", aggiungendo che la presenza dell'Ucraina avrebbe permesso ai partecipanti di comprendere meglio la situazione. Tuttavia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che la dichiarazione dimostra una posizione chiara sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, affermando che l'integrità territoriale dei Paesi non può essere messa in discussione con la violenza. Il premier britannico Rishi Sunak ha affermato che la dichiarazione ha un "linguaggio molto forte sulla guerra illegale della Russia in Ucraina". Non ci sono state reazioni immediate da parte della Russia, rappresentata dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, che aveva detto che avrebbe bloccato la dichiarazione finale se non avesse rispecchiato la posizione di Mosca sull'Ucraina e su altre crisi.
La dichiarazione chiedeva anche l'attuazione dell'iniziativa del Mar Nero per il flusso sicuro di grano, cibo e fertilizzanti dall'Ucraina e dalla Russia. Mosca si è tirata fuori dall'accordo a luglio per quello che ha definito un mancato rispetto delle sue richieste di implementare un accordo parallelo che alleggerisce le regole per le sue esportazioni di cibo e fertilizzanti. La premier italiana Giorgia Meloni è intervenuta alla prima sessione mettendo in guardia da "approcci troppo radicali o asimmetrici nella transizione ecologica ed energetica che potrebbero provocare squilibri pericolosi". La leader di Fratelli d'Italia ha accusato ancora una volta la Russia di "usare le forniture energetiche come arma" per poi annunciare che l'Italia destinerà all'Africa oltre il 70% suo Fondo Italiano per il clima: "Questo significa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento".
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