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Il livello del Garda non risale, Gavazzoni: "Se in due mesi le cose non cambiano rischiamo di dover scegliere fra agricoltura e acqua potabile"

PESCHIERA DEL GARDA. "Il vero asset futuro sarà l'acqua potabile e noi viviamo sulle sponde del lago che rappresenta la riserva idrica idropotabile più importante d'Italia". E' questo quanto riportato da Filippo Gavazzoni, assessore del Comune di Peschiera del Garda e vice presidente della Comunità del Garda.

"Se non si arriverà a un livello di 90/100 centimetri sopra lo zero idrometrico entro il prossimo aprile con l'inizio della stagione irrigua si dovranno fare delle scelte - aggiunge in modo provocatorio -: si opterà per salvare il settore agricolo o i comuni che attingono dal reparto idropotabile?".

A causa della siccità la scorsa estate il lago di Garda aveva acquisito una certa notorietà, vista la preoccupazione non solo per il basso livello delle sue acque, quanto invece per le mancate precipitazioni che avrebbero potuto risollevare la situazione. Una notizia che tra l'altro era stata riportata anche dai media stranieri (in modo enfatizzato). Sirmione per la sua collocazione e conformazione rocciosa era diventato "l'emblema mediatico della crisi idrica gardesana".

"I livelli idrici comunque non sono mai scesi sotto i +22 centimetri - dichiara l'esperto -, quando, in annate precedenti, come il 2003 e il 2007, scesero fino a +8 centimetri. Sensazionalismi a parte, il vero grande risultato ottenuto, è stato aver affrontato una stagione estiva/irrigua (da aprile a settembre), partendo da livelli già carenti in partenza, con apporti nevosi da disgelo ridotti ai minimi termini, con un’estate estremamente calda e siccitosa terminata, di fatto, a fine ottobre".

Aver evitato il raggiungimento di livelli pari o peggiori al 2003 e 2007, "è stato quindi il risultato di un continuo coordinamento della Comunità del Garda, con Aipo e Consorzi del Mincio/Garda Chiese, teso a un utilizzo parsimonioso della risorsa idrica".

Nel 2022 sono stati stabiliti due nuovi primati: "L'anno più caldo e il più siccitoso mai registrato dal 1800 - riporta Gavazzoni -. Nel 2022 è piovuto il 30% in meno delle quote normali, nel nord Italia il deficit idrico è stato del 40%. In soli 8 anni quindi si sono avvicendate le 3 temperature medie più alte mai registrate".

La tendenza sembra quindi essere sempre più chiara. "Risulta evidente come sia necessario un cambio di passo nella gestione idrica. Se nei prossimi mesi, almeno entro metà aprile (stagione pre-irrigua), il lago non riuscirà ad assestarsi almeno a + 90/100 centimetri sopra lo zero, potremo essere costretti a fare i conti con ulteriori difficoltà". 

Per questo motivo la Comunità del Garda "ha proposto una revisione della deliberazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - aggiunge l'assessore -, da cui derivano le modalità di regolazione e utilizzo delle acque del Garda. Credo sia ormai evidente che non solo gli scenari futuri, ma anche gli attuali, obblighino il Garda a scelte e strategie volte al risparmio idrico, sia in tempo di crisi che d'abbondanza e alla tutela massima della componente qualitativa, che tende a degradare con l'aumentare delle temperature".

Riguardo l'uso idropotabile dell'acqua sono state riscontrate delle "difficoltà di pescaggio questa estate nella stazione di San Felice del Benaco e Manerba". In queste due specifiche zone, in poche parole, ci potrebbe essere problemi nella captazione dell'acqua per uso idropotabile quando il lago arriva a determinate quote idrometriche.

Gavazzoni conclude: "Non possono più esistere esigenze di 'valle' e di 'monte', come siamo sempre stati abituati a sentire; il comparto turistico gardesano e l'agroalimentare mantovano devono tendere insieme e di comune accordo al risparmio della risorsa idrica e al mantenimento/miglioramento della qualità della stessa".