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Il Paese è in ginocchio. Partono gli scioperi generali

Al grido di “Giù le armi, su i salari” i sindacati di base hanno proclamato per oggi contro la Manovra del governo e per la pace uno sciopero generale. Sono interessati tutti i settori pubblici e privati, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche ai trasporti. Alla protesta aderiscono fra gli altri Cub, Cib Unicobas, Confederazione Cobas, Sgb, Sicobas, Usb e Usi Cit.

INCONTRO GOVERNO SINDACATI A PALAZZO CHIGI

I sindacati di base hanno proclamato per oggi contro la Manovra del governo e per la pace uno sciopero generale

Sono previste manifestazioni in molte città che culmineranno domani in quella nazionale che si terrà a Roma. Nel mirino una lunga lista di rivendicazioni: dall’introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora alla cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, dalla richiesta di maggiori investimenti per la scuola, sanità e per i trasporti al no all’aumento delle spese militari.

Cgil, Uil e Cisl sono stati nuovamente convocati a Palazzo Chigi per il 7 dicembre

Ma gli occhi sono puntati su quello che decideranno nei prossimi giorni Cgil, Uil e Cisl che sono stati nuovamente convocati a Palazzo Chigi per il 7 dicembre. Tutte e tre le sigle sindacali hanno bocciato la prima legge di Bilancio del governo Meloni ma mentre Cisl frena sullo sciopero, Cgil e Uil si preparano a un’ampia mobilitazione almeno a livello territoriale e regionale e sui posti di lavoro. Per ora. Poi si vedrà.

Lo sciopero generale rimane come uno strumento possibile nelle mani del sindacato, vanno ripetendo all’unisono Cgil e Uil. Dal fisco alle pensioni la lista delle recriminazioni dei sindacati nei confronti delle misure messe a terra dal governo nella Manovra è lunga e articolata.

L’emergenza salariale, dicono, non è affrontata. Il taglio del cuneo fiscale è irrisorio. Il governo ha deciso di prorogare il taglio di due punti per i redditi fino a 35mila euro e ha aggiunto la sforbiciata di tre punti per i redditi fino a 20 mila euro, da cui arriveranno appena pochi spiccioli in più in busta paga. I sindacati chiedevano un taglio nell’ordine almeno di cinque punti. La reintroduzione e l’aumento dei voucher a 10mila euro precarizza in maniera grave i rapporti di lavoro, riduce tutele e diritti.

In un Paese in cui le persone in povertà assoluta sono cresciute oltre i 5 milioni, il governo sferra un attacco al Reddito di Cittadinanza, facendo venire meno il sussidio agli occupabili dopo 8 mesi. Le misure fiscali sono inique: la tassa piatta al 15% per i redditi da lavoro autonomo, fino a 85 mila euro, indica la volontà di smantellare la struttura progressiva del nostro sistema fiscale e al tempo stesso rafforza l’iniquità di una misura che vede i lavoratori dipendenti e pensionati tassati il doppio di coloro che hanno redditi tre volte superiori.

A ciò si aggiunga l’ennesimo condono fiscale, l’aumento del tetto al contante, l’esenzione dell’uso del Pos fino a 60 euro. Tutte misure che i sindacati vedono come favori a chi evade le tasse. Si depotenzia la tassa sugli extra profitti, riducendo la platea delle aziende a cui si applica, da 11mila a 7mila. I sindacati giudicano iniquo poi tutto il pacchetto previdenziale. Bocciano Quota 103 come compromesso per evitare per un anno la legge Fornero che in realtà resta dov’è.

Iniquo è poi considerato il blocco della rivalutazione per le pensioni sopra 4 volte il minimo e inique le restrizioni delle condizioni per consentire alle donne di andare via prima in pensione. Contro tutte queste misure il sindacato dei pensionati della Cgil ha già deciso che scenderà in piazza il 16 dicembre.

La Manovra, dice la Uil, non è poi legata agli obiettivi di transizione ecologica previsti nel Pnrr. Non ci sono gli investimenti necessari per rafforzare la coesione sociale e contrastare le disuguaglianze a partire dal sistema pubblico e dall’occupazione pubblica. In particolare, sottolinea la Cgil, mancano risorse per il diritto all’istruzione e per la sanità.