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Il Pd della Schlein, dalla parte delle borseggiatrici di Milano

Il nuovo corso del Pd targato Elly Schlein, come accade per ogni neo segretario di ogni partito, viene seguito con profondo interesse. perché al di là degli slogan, che valgono il tempo di un lampo, quello che conta per capire come sarà e dove andrà il Partito Democratico sono i gesti concreti.

Alcuni esempi li abbiamo già avuti, anche se sono passati sotto silenzio, sovrastati dalle manifestazioni e dalle frasi ad effetto sui figli delle coppie omosessuali e dagli abbracci a Landini. O dagli attacchi a Berlusconi: «Ero milanista - ha raccontato la Schlein - poi ho capito chi era il proprietario e sono diventata juventina…»

Settimana scorsa alcuni europarlamentari Dem infatti hanno votato a favore di una proposta di legge che punta a introdurre una Tassa Patrimoniale per i ricchi. Non un parlamentare a caso, ben 7 (oltre a tre grillini).

Oggi, ecco l’ennesimo solco sul percorso della nuova sinistra alla Schlein: I parlamentari del Pd hanno ritirato le firme alla proposta di legge a favore delle detenute madri e quindi il provvedimento, essendo stato presentato da loro in quota opposizione, è decaduto. Nel dettaglio: il provvedimento era già stato approvato da un ramo del Parlamento poi la maggioranza (Lega in primis) lo ha modificato inserendo regole più severe verso le mamme che avrebbero potuto così andare in carcere anche con figli sotto l’anno di età.

Una stretta, quella del governo, arrivata in seguito alle note vicende delle borseggiatrici della Stazione Centrale di Milano (e non solo) indisturbate ed impunite Regine del piazzale e delle zone limitrofe che colpiscono alla luce del sole, irridendo la Polizia dato che, anche se colte con le mani nel sacco (nel vero senso della parola) avendo tutte un figlio neonato il giorno dopo tornano sul luogo del delitto a caccia di altre valigie, portafogli, cellulari. I record li conoscete tutti: ci sono ladre con più di centro fermi, arresti e segnalazioni e che in questi giorni di ribalta mediatica hanno spiegato candidamente alle telecamere che «L’Italia è il Paradiso dato che non ti possono fare nulla», soprattutto se hai un neonato in casa.

Ad annunciare e motivare il ritiro delle firme del Pd l’on. Alessandro Zan, si, proprio lui, il parlamentare al centro delle note polemiche sul Ddl mai approvato che portava il suo cognome e che chiedeva norme più restrittive contro i reati legati all’omofobia: «Il nostro era un provvedimento che mirava a migliorare le condizioni delle mamme in carcere…questo le peggiora. Non potevamo che ritirarci».

Chiaro come il sole. Ecco la nuova linea del Pd targato Schlein: difesa e cura delle donne in galera e non delle persone perbene che attraversano ogni giorno la Stazione Centrale di Milano nella speranza di uscire vincitrici dalla roulette russa del furto e del borseggio. Populismo becero direte voi. Sarà. Ma davanti a questi episodi di criminalità non ci sono vie di mezzo: o si sta da una parte o si sta dall’altra. O si combattono i ladri, difendendo turisti e pendolari, o si proteggono i disonesti, consentendogli di continuare le loro attività.

In realtà non dovremmo stupirci più di tanto dato che sul tema delle borseggiatrici qualche giorno fa una consigliera comunale di Milano, sempre del Pd, Monica Romano, aveva scritto che «Diffondere sui social i video di queste persone che rubano è una violenza nei loro confronti». Sembrava la follia di un singolo, ci sbagliavamo di grosso. È la nuova linea del Nazareno.

Stasera grazie al Pd le borseggiatrici della Stazione Centrale di Milano, nelle loro case occupate o nei campi nomadi senza bollette da pagare, gentilmente fornite dalla comunità, ringraziano e festeggiano perché sanno che lassù, in Parlamento, qualcuno le ama