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Il Pos da 60 euro e gli altri provvedimenti della legge finanziaria

C'è una scadenza: la legge finanziaria 2022 va approvata entro il 31 dicembre. Questo è il primo vero banco di prova del governo di Giorgia Meloni. La manovra economica è stata firmata dal presidente della Repubblica e approvata, con la verifica della compatibilità finanziaria, dalla Ragioneria dello Stato. Ora le tocca la via del Parlamento e la premier ha già detto che per l'approvazione in tempo non ci sono feste che tengano, si potrà lavorare anche a Natale. Non sarà facile il percorso nonostante la maggioranza sembri solida nei numeri. Ci saranno emendamenti dall'opposizione, ma anche da frange del centrodestra.

C'è l'iter del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è arrivato il monito di Mattarella sulla lotta all'evasione fiscale che è centrale nel Pnrr. Non è un caso che si parli di questo tema perché nella legge finanziaria c'è una questione ritorno dell'uso del contante che è molto evidente a partire dal caso Pos.

Carte di credito

Niente sanzioni per chi non accetta il Pos per pagamenti fino a 60 euro. La soglia massima entro cui gli esercenti possono rifiutare i pagamenti col bancomat o le carte di credito sale da 30 a 60 euro. I pagamenti digitali, ricordano i detrattori del provvedimento, permettono una maggiore tracciabilità del contante. I cittadini, almeno per quanto si legge sui social, sono divisi: c'è chi è pronto a usare il contante e chi boicotterà gli esercenti che non attento le carte di credito. Dallo scorso giugno, la legge prevede l’obbligo del Pos per «qualsiasi importo» con una sanzione di 30 euro maggiorata del 4% della somma pagata. Si aggiunge l'innalzamento a 5000 euro del tetto all'utilizzo del contante. 

Bollette

21 miliardi, sui 36-37 della manovra, sono impegnati in aiuti a famiglie e imprese contro il caro energia.  Esonero del pagamento delle bollette per i redditi Isee fino a 15 mila euro.

Pensioni

Prorogato per il 2023 l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico per alcune categorie di lavoratori. Per il prossimo anno vale Quota 103: si va in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi, che garantirà un assegno massimo di 2.600 euro lordi non cumulabile con altri redditi. 

L’uscita viene anticipata di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due per alcune categorie: riguarderà solo caregiver, invalide e dipendenti di aziende in crisi e saranno fornite agevolazioni in termini di età pensionabile a chi ha figli. 

Flat tax

La flat tax al 15% per partite Iva e autonomi passa dalla soglia di 65 mila a 85 mila euro.

Premi di produttività

I premi di produttività fino a 3 mila euro vengono tassati solo al 5%.

Cuneo fiscale

Si abbassa di due punti la differenza tra lordo e netto in busta paga per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro e di tre punti fino a 20 mila euro. Per chi assume stabilmente giovani con meno di 36 anni, apprendisti o donne, è previsto un esonero del 100% dei contributi previdenziali per un massimo di 36 mesi nel limite annuo di 6 mila euro. Per il 2023 questa esenzione vale anche per chi assume percettori di Reddito di cittadinanza con un contratto a tempo indeterminato.

Tregua fiscale

Cancellate le cartelle fino a mille euro dal 2000 al 2015.

Famiglie

L'assegno unico aumenta del 50% per le famiglie con un reddito Isee sotto i 40 mila euro, che abbiano almeno tre figli fino a tre anni. L’importo minimo dovrebbe essere arrivare a 75 euro, il massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro.  Un mese di congedo in più alle mamme (solo a loro, non ai padri) pagato all’80%. Su pannolini e assorbenti Iva al 5%.

Imu

Esenzione dall’Imu per i proprietari di immobili occupati che abbiano presentato regolare denuncia. 

Reddito di cittadinanza

Il governo Meloni lo ha confermato per i primi 8 mesi del 2023 alla categoria di percettori definiti occupabili. Per i non occupabili non cambierà niente: 635 mila nuclei con figli minorenni, disabili o anziani con almeno 60 anni a carico.

Extraprofitti

Il contributo delle aziende dell'energia diventa del 50% e sarà calcolato sull’imponibile Ires e sull’incremento medio superiore al 10% calcolato sui quattro anni precedenti.

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