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Il primo comandamento del gestore: rendere raggiungibile la propria struttura

La pagina Facebook: “Antica Capua Circuito Archeologico”, è un tripudio di immagini accattivanti che invitano ad approfittare degli ingressi gratuiti la prima domenica di ogni mese. Bene. Bisogna approfittare dei saldiniziomese e andare. Comunque andare, si sgolava una cantante nel suo famoso ritornello. Il piacere della scoperta.
Gli annunci spiegano anche che il circuito è visitabile anche attraverso i supporti digitali. Quello dell’audioguida, ad esempio, ma le cuffiette le porti da casa. A corredo anche un applicazione scaricabile sul cellulare. Modernissimo. Il nuovo Cda ha previsto tanti eventi e la trasformazione in fondazione per il Museo Campano di Capua. Lo scopo è dell’internazionalizzazione del sito, anche se le descrizioni sui siti per ora sono solo in italiano.
Il raggiungimento dell’Istituto, a parte l’aereo per Napoli, il treno per Caserta, e il successivo raggiungimento di Capua non meglio indicato, è ottimisticamente definibile come farraginoso. Volendo essere maliziosi e, (come diceva un grande politico d’un era fa) a pensar male non si sbaglia, sembra che il suggerimento dell’applicazione sul telefonino serva, consapevolmente, a sostituire la raggiungibilità fisica del Museo.
Museo archeologico di Baia: l’unico suggerimento per il trasporto da Piazza Municipio – Napoli è relativo all’uso di automobili. Private o in affitto. Incoraggiante come un raffreddore.
Il Museo Archeologico di Nola, proprio quello con la ricostruzione della capanna preistorica, rientra anch’esso nella categoria degli irraggiungibili. Si fanno piani, si impiega personale, luce, aria condizionata. Si creano circuiti museali trainati da strutture più famose, ma, raggiungere molti, grandi luoghi della cultura diventa di fatto un desiderio pio quanto irrealizzabile. L’ingresso gratuito, la prima domenica del mese, non riesce ad essere di sufficiente incentivo, e spesso il tragitto per la visita, agognata meta, diventa un improbabile gioco dell’oca in cui si invoca soltanto il ritorno alla casella di partenza. Il turista, pur consapevole delle possibilità del circuito, visita la grande struttura ma, a fronte dell’oggettiva difficoltà a proseguire verso le altre mete, rinuncia. Meglio assaggiare le pizze fritte. Andare dal Museo Mann o da Capodimonte a Nola o Capua o al Museo di Baia, che peraltro non è ubicato neanche al centro città, comporta attualmente un notevole spreco di tempo, energie e soldi. Il turista rinuncia, tanto c’è l’app che fa moderno e fa risparmiare soldi e denaro. Egli perde, senza saperlo, emozioni, e la possibilità di vivere in prima persona esperienze uniche tra cose irritrovabili altrove. C’è l’app., risolto. Rendere i siti facilmente raggiungibili evita lo spreco di cultura, di personale, di energia. Creato il circuito, dev’essere interamente fruito. Ovvio. Forse. Aver raggruppato piccole strutture intorno alle più grandi, che dovrebbero fungere da motore trainante, non è però sufficiente a garantire il risultato di questa soluzione. Il gestore dovrebbe, a monte, aver previsto i modi per la mobilità di servizio e il raggiungimento di tutti i siti del circuito. Parliamone. Abbiamo senza dubbio alcun tra i musei e siti d’interesse più belli al mondo, il Museo Campano di Capua, uno per tutti, è il più significativo della civiltà italica della Campania. Nelle domeniche ad ingresso gratuito come a ferragosto, può arrivare, udite, udite, a qualche decina di visitatori. Che dire.
Possiamo progettare le visite più interessanti, impiegare il personale a più alta specializzazione nel settore, abbattere ogni possibile barriera architettonica. Possiamo e dobbiamo. Se però il sito è difficilmente raggiungibile, quindi poco fruibile da visitatori e turisti, è come se non esistesse per il pubblico e, gravissimo, per i conti economici. I soliti dotti, medici e sapienti che lamentano la mancanza di fondi, proponendo articolate soluzioni per migliorare la gestione dei beni culturali, dimenticano puntualmente che l’abusato termine “sinergia” dovrebbe essere applicato prima di tutto al coordinamento con gli enti attraverso cui garantire la raggiungibilità dei siti. Coraggio all’opera!