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Impianto recupero rifiuti di Trani: la Eco Erre impugna la decisione del TAR

BARI - La Eco Erre srl, con riferimento al suo impianto di recupero di rifiuti speciali con annessa discarica in contrada Puro Vecchio, nel territorio di Trani, lette le motivazioni poste a base della sentenza n. 471/2023 del 09/03/2023 del T.A.R. Puglia/Bari, non condividendole, ha conferito incarico al proprio legale, avv. Marco Palieri, di impugnare la decisione dinanzi al Consiglio di Stato nella parte riguardante l’esistenza dell’impianto e la relativa Valutazione d’Impatto Ambientale.

L’impianto della Eco Erre srl, infatti, quasi ultimato, va considerato a tutti gli effetti quale “impianto esistente”, come già affermato dalle sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato e, con riferimento alla VIA, già numerosi giudizi hanno accertato la sua legittimità e la sua compatibilità ambientale.

Si coglie l’occasione per ricordare che l’impianto è stato progettato tenendo in considerazione i principi alla base dell’economia circolare dei rifiuti, ovvero il sistema che supera il percorso produzione-consumo-smaltimento e si ispira a modelli dove i rifiuti vengono introdotti nuovamente in circolo come Materia Prima Seconda.

Il progetto di impianto, infatti, consistente in un sistema integrato di trattamento per rifiuti speciali non pericolosi, è costituito, a monte, da un impianto di selezione e recu-pero di materiali suscettibili di riutilizzo e, a valle, da un’annessa discarica dove andrebbero conferiti solo i pochi rifiuti non riciclabili.

Sulla discarica, in particolare, va detto che, con Decreto n° 226 del “Commissario delegato per l’emergenza ambientale” del 22/11/2001, è stata approvata la “Variante migliorativa, del sistema di tenuta consistente nell’impiego di uno strato di argilla dello spessore di 2,0 mt con K -10-9 cm/sec e nell’utilizzo, a protezione della geomembrana in HDPE da 2,5 mm, sulle pareti, di un tessuto non tessuto (TNT) in aggiunta allo strato di inerti, in osservanza della direttiva n. 1999/31/CE del Consiglio del 26/04/99”: variante, questa, finalizzata a rendere impermeabile il sottosuolo circostante da eventuali elementi inquinanti.