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In Alto Adige pochi lupi, pochi danni e tanta voglia di sparare. Schuler: ''Puntiamo ai prelievi e sul medio termine a regolamentare la popolazione di predatori''

BOLZANO. "Sul breve termine puntiamo all'aumento dei prelievi individuali, mentre sul medio termine stiamo lavorando per giungere a una regolamentazione della popolazione di predatori. L'Alto Adige non sarà mai un territorio esente dalla presenza del lupo, come società dobbiamo imparare a conviverci", ha dichiarato oggi l'assessore provinciale altoatesino Arnold Schuler durante un vertice del gruppo di lavoro sui grandi predatori. L'Alto Adige, insomma, ha come priorità quella di poter abbattere i lupi anche se è un territorio dove i lupi incidono pochissimo. L'anno scorso i danni causati dai lupi sul bestiame ammontano a 54mila euro. Praticamente il nulla, quanto il costo di un'auto blu di qualche politico provinciale. E anche dal punto di vista della presenza fisica dei lupi appartengono quasi tutti a branchi a scavalco con altre province e si calcolano in poco più di una 30ina di esemplari.

Eppure la paura del lupo porta voti e di persone pronte a credere alle favole ce ne sono sempre state tantissime, molte di più di quelle disposte a informarsi e a basarsi sui dati e sui fatti. E allora ecco che la politica provinciale da anni soffia sul fuoco della paura del lupo annunciando ciclicamente grandi successi, spiegando che manca poco, vedrete che riusciremo a poterli prelevare, salvo poi doversi scontrare con la realtà dei fatti. Il lupo è un animale protetto ad ogni livello e anche se negli scorsi giorni il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione che chiede di declassare lo status di protezione dei lupi ai sensi della Convenzione di Berna. Ma tra una risoluzione del Parlamento europeo e la legge ce ne passa e comunque per i numeri esigui che di lupi in Alto Adige anche declassando lo status di protezione non è assolutamente detto che si potrà sparare a uno di quei poveri 30-40 esemplari che si muovono nei boschi altoatesini.

In ogni caso la politica altoatesina festeggia per questo risultato. La Provincia comunica che ''dialogando con referenti che condividono la stessa visione nelle regioni italiane limitrofe, ma anche in altri Paesi dell'Ue, il gruppo di lavoro cercherà di esercitare una maggiore pressione su Roma e Bruxelles. Al momento i segnali sono incoraggianti, sia a livello nazionale sia a livello comunitario. A Bruxelles l'intervento è teso a modificare l'articolo 16 della Direttiva Habitat che regola, tra le altre cose, lo status di protezione del lupo. Contestualmente a Roma si vuole sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che l'Alto Adige e altre regioni del Nordlungo l'arco alpino, non possono dover dipendere dal parere positivo dell'Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) quando si tratta di catturare i lupi''.

Ma detto che quanto accaduto a Bruxelles è certamente un passo verso una diversa gestione quanto accaduto la scorsa settimana al Parlamento europeo  al momento non cambia nulla e lo ha dovuto ammettere anche uno come Herbert Dorfmann, membro Svp del Parlamento europeo, collegato alla seduta in digitale durante il vertice del gruppo di lavoro sui grandi predatori altoatesino, ha dichiarato che non ci si può attendere una decisione immediata, "tuttavia ora abbiamo uno strumento per esercitare pressione. La Commissione europea non può infatti ignorare una decisione assunta a maggioranza di due terzi”.

Tutti i partecipanti hanno però concordato sulla necessità di stringere alleanze. Benedikt Terzer, direttore generale dell'Associazione Cacciatori Alto Adige, Leo Tiefenthaler, Sigfried Rinner e Antonia Egger per l'Associazione degli agricoltori (Bauernbund), il consigliere provinciale SVP Manfred Vallazza, Günther Unterthiner, direttore della Ripartizione agricoltura e foreste, Florian Blaas, direttore dell'Ufficio agricoltura e foreste, e Dominik Trenkwalder, direttore dell'Ufficio caccia e pesca, si sono seduti al tavolo con Martin Ganner, presidente nazionale dell'Ente Produttori Selvaggina (EPS). Del gruppo di lavoro fanno parte anche i parlamentari eletti a Roma. Insomma non proprio un team di ''amici del lupo'' essendo assenti le associazioni animaliste e ambientaliste che ribilancerebbero almeno un po' la ''tavolata''.  

I politici e le parti interessate si confronteranno ora con i rappresentanti dell'arco alpino in Italia e in Europa e cercheranno di elaborare delle proposte in merito. Si è ritenuto prioritario istituire un gruppo di esperti composto da avvocati e biologi della fauna selvatica che raccolga dati e fatti sulla presenza dei lupi in Alto Adige e successivamente indichi quali strade normative percorrere per la loro eliminazione o per regolarne il numero.