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In Polonia l'opposizione sarà indagata con l'accusa di aver favorito "influenze russe"

La mossa / Polonia

Il presidente Duda ha firmato una controversa legge che mette nel mirino l'ex premier Tusk che guida il principale partito antagonista a quello di governo: "Provvedimento staliniano"

In Polonia l'opposizione sarà indagata da un'apposita commissione pubblica, accusata al partito al potere Diritto e Giustizia (Pis) di aver favorito le "influenze russe" nella nazione. Il presidente Andrzej Duda ha firmato oggi la controversa legge con la quale presto sarà convocato l'organismo grado di eliminare dalla vita pubblica i personaggi responsabili di queste supposte "influenze russe" sulla sicurezza interna polacca fra gli anni 2007 e 2022. "La gente ha diritto di sapere e anche io da presidente e da cittadino vorrei sapere chi ha fatto il lobbista per certe decisioni e chi ha facilitato certi affari", ha dichiarato capo di stato dopo firma.

La legge, voluta dal partito conservatore guidato da Jaroslaw Kaczynski, alleato di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni in Europa, viene chiamata dai media "Lex Tusk" perché secondo l'opposizione è stata ideata in vista delle elezioni politiche di autunno prossimo per colpire in primo luogo Donald Tusk, l'ex premier dal 2007 al 2014 ed l'ex presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, diventato ora il leader del maggiore partito di opposizione, Piattaforma Civica (Po).

Il provvedimento, che secondo diversi esperti sarebbe incostituzionale, è stato proposto per la prima volta dalla coalizione di governo alla fine dello scorso anno. È stato poi approvato dal Sejm (la camera bassa del Parlamento, dove il governo ha la maggioranza) ad aprile, prima di essere respinta dal Senato, la camera alta controllata dall'opposizione. Tuttavia venerdì il Sejm, che ha maggiori poteri, ha annullato la decisione del Senato e ha approvato il disegno di legge, inviandolo così al presidente per la sua approvazione.

Tusk, che era presente in parlamento nel momento del voto, ha affermato che l'iniziativa è una dimostrazione del fatto che la maggioranza avrebbe paura di essere allontanata dal potere a seguito delle elezioni. Viste le controversie e le obiezioni, il capo di Stato pur controfirmando il testo ha deciso di sottoporlo all'analisi della Corte costituzionale "In un normale Paese democratico, un presidente non firmerebbe mai una legge così staliniana", ha dichiarato all'emittente privata Tvn 24 il deputato del Po, Marcin Kierwinski.

La commissione parlamentare indagherà sul periodo 2007-2022 e avrà il potere di vietare alle persone scoperte ad aver agito sotto l'influenza russa di avere un'autorizzazione di sicurezza o di lavorare in ruoli in cui sarebbero responsabili di fondi pubblici per 10 anni, squalificandole di fatto dalle cariche pubbliche. La dipendenza della Polonia dal carburante russo è progressivamente diminuita, anche prima dell'inizio della guerra della Russia contro l'Ucraina nel febbraio dello scorso anno. La costruzione di un terminale di importazione di gas naturale liquefatto (Gnl), che consente l'importazione di gas non russo, è iniziata quando Tusk era al potere. Ma sempre durante il mandato di Tusk, nel 2010 la Polonia ha firmato un accordo con la russa Gazprom, che viene citato nella motivazione ufficiale del disegno di legge.

Come riporta Notes From Poland, l'Ordo Iuris, un gruppo legale che in passato ha sostenuto gli sforzi del partito al governo per inasprire la legge sull'aborto e limitare l'educazione sessuale nelle scuole, ha emesso un parere negativo sulla commissione, che a suo dire sarebbe un "organo quasi giudiziario... privo di molte garanzie per assicurare un processo equo". Il gruppo ha inoltre avvertito che la "definizione poco chiara di influenza russa" permetterebbe alla commissione di essere usata in modo arbitrario e ha sollevato dubbi sul suo accesso a informazioni classificate. Questo "organo chiaramente incostituzionale" minerebbe di fatto la lotta all'influenza russa "a scapito della sicurezza interna", ha concluso Ordo Iuris.

Un sondaggio condotto da United Surveys per il sito web di notizie Wirtualna Polska ha rilevato che una grande maggioranza del pubblico, il 61%, ritiene che la commissione sia una "manovra pre-elettorale volta a screditare gli avversari politici". Solo il 20% ritiene che sia "la mossa giusta e un organismo che spiegherà in modo affidabile le irregolarità relative alla cooperazione con la Russia".

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