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Io mi sposo al Maradona

Non solo cerimonie e comunioni. Una visione per immaginare lo stadio aperto

Io mi sposo al Maradona. Boss delle cerimonie scansati perché ora mio figlio lo battezzo allo stadio - e no, non stiamo parlando di fede calcistica. Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, parlando del futuro dello stadio Maradona ha dichiarato: “Dentro ci faremo un museo ma potremmo usarlo anche per eventi come matrimoni e comunioni, fare spettacoli e tanto altro”.

Beh se stavate progettando una cerimonia con 54.726 invitati ora sapete dove farla. Ma quella che potrebbe sembrare una sparata da prima serata del patron biancoceleste, non lo è affatto e deve farci riflettere su scala più ampia sul concetto di stadio in 2 punti.

1. costi

Quanto consuma a livello energetico uno stadio? Secondo le stime parliamo di circa 25 mila kWh all’anno (una famiglia ne consuma circa 2mila). Ma quando le luci si spengono e i cancelli si chiudono al pubblico l’intero impianto è sottoposto a costi di mantenimento costanti. Lo stadio Franchi di Firenze da 43mila posti, ad esempio, è costato nel 2020, 3 milioni di euro di manutenzione. Va da sé che pensare a nuovi introiti come eventi o cerimonie vuol dire abbattere, un pochino, anche i costi.

2. Riqualificazione

Lo sappiamo, molto spesso queste strutture energivore non sono costruite in centro città e tali cattedrali, ad esclusione di due domeniche al mese (estati escluse) e qualche concerto, sono nel deserto di zone periferiche a volte lasciate a se stesse. Accendere le candeline di qualche compleanno o comunione significherebbe accendere anche qualche luce del quartiere, troppo spesso parcheggio di zone altamente residenziali.

È il modello in due punti, che non inventa De Laurentiis ma che il presidente neocampione d’Italia importa da oltreoceano. Negli Stati Uniti una partita di NBA è spesso il semplice contorno di un palazzetto multifunzionale tra negozi, ristoranti, meeting e chissà forse anche qualche prima comunione.