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Ira, Khamenei rompe silenzio e accusa: “Rivolte pianificate da Usa”

Ira, Khamenei rompe silenzio e accusa: “Rivolte pianificate da Usa”

Khamenei ha definito la morte di Mahsa Amini "un triste incidente"

Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, rompe il silenzio sulle proteste scoppiate nel Paese dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta il 16 settembre a seguito del suo arresto da parte della polizia morale per non avere indossato correttamente il velo. Khamenei ha condannato le proteste: “Questa rivolta era pianificata”, ha detto parlando a Teheran. “Dico chiaramente che queste rivolte sono state pianificate dall’America, dal regime sionista e dai loro seguaci”, ha aggiunto.

Khamenei ha definito la morte di Mahsa Amini “un triste incidente” che “ci ha lasciato il cuore spezzato”, ma ha appunto condannato aspramente le proteste definendole un complotto straniero per destabilizzare l’Iran, facendo eco a precedenti commenti delle autorità. “Tali azioni non sono normali, sono innaturali”, ha detto Khamenei riferendosi alle proteste. Le manifestazioni a livello nazionale per la morte di Amini sono entrate nella terza settimana, nonostante gli sforzi del governo per reprimerle.

Il bilancio di queste tre settimane di proteste è di decine di morti e centinaia di arresti. Per quanto riguarda il bilancio delle vittime, la tv di Stato iraniana ha riferito di 41 morti in scontri tra manifestanti e agenti, ma i gruppi a difesa dei diritti umani forniscono cifre molto più alte. Amnesty International ha detto di avere identificato 52 morti, fra cui 5 donne e almeno 5 bambini; l’ong Iran Human Rights (IHR), con sede a Oslo, ha riferito di 133 morti. Il numero degli arrestati non è chiaro, secondo le autorità locali sono almeno 1.500

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