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Italia nel paradsso ambientalista: un albero blocca l’Alta Velocità, a rischio i fondi europei,

Italia nel paradsso ambientalista: un albero blocca l’Alta Velocità, a rischio i fondi europei, colpa di carrube e mandorli, il precedente deel Mose
Italia nel paradsso ambientalista: un albero blocca l’Alta Velocità, a rischio i fondi europei, colpa di carrube e mandorli, il precedente deel Mose

Italia nel paradsso ambientalista: un albero blocca l’Alta Velocità, a rischio i fondi europei, colpa di carrube e mandorli, il precedente deel Mose

Italia nel  paradosso. Un albero blocca il previsto tracciato barese dell’Alta Velocità e il progetto, vitale, atteso da anni, già finanziato con fondi europei,  torna nel casssetto.

Insomma non s’ha da fare. E chi lo dice? Lo dice il TAR della Puglia in accordo con gli ambientalisti. E perché? Perché sul tracciato ci sono alcu carrubi e mandorli secolari. Niente da fare. Quegli alberi non si toccano. E siccome ci sono loro, non ci può passarla linea ferroviaria Napoli-Bari. La quale linea se non passa da lì, non passa da nessuna altra parte. Amen.

A RISCHIO I FONDI EUROPEI PER L’ITALIA

L’Europa per questo primo progetto italiano ha messo a disposizione 205 milioni provenienti dal famoso Pnrr ; gsoldi un po’ regalati  e molto prestati con lo scopo di ammodernare la vecchia Italia entro il 2026.

L’opera intera costa 406 milioni; dunque tempo da perdere non ce n’è. E siccome c’è poco tempo si è messo di traverso il TAR pugliese. Che avrà sicuramente le sue buone ragioni ma che il Consiglio di Stato potrebbe bocciare. Per carità, questo clamoroso stop avrà tutte le carte in regola “ma sta di fatto che mai in questo Paese capiti che la Giustizia acceleri l’esito di una qualsiasi vicenda”(Gabriele Cane’).

Mai. La cosa curiosa è che tutti gli altri enti (Sovrintendenza, Comune, Regione) hanno dato il loro ok. Sono tutti fuorilegge?

LA STESSA SOLFA DEGLI ULIVI CON IL TAP

La storia si ripete. Ricordate la stucchevole  vicenda  dei 33 ulivi che (sostenevano gli ambientalisti No Tap) non dovevano essere espiantati dal cantiere di San Foca (Lecce)?

Sbugiardati. Alla fine il gasdotto ha salvato gli ulivi (ripiantati 3.500) ed ha salvato noi consentendoci di non essere del tutto alla canna del gas. Il gasdotto Tap – importa metano dall’Azerbaigian fino alle coste leccesi attraverso tubi giuntati tra loro – è addirittura diventato strategico per l’Italia.

E IL MOSE ORA SALVA VENEZIA DALLE MAREGGIATE

Il MOSE (acronimo di Modello Sperimentale Elettromeccanico) – un sistema di dighe mobili finalizzato alla difesa di Venezia e della sua laguna – ha già protetto la città dal fenomeno dell’ acqua alta. Scongiurato un danno  milionario e smentiti i detrattori che, a suo tempo, volevano bloccare i cantieri. Pensato nel 1980 – prima pietra nel 2003 – ha vissuto 40 anni tra luci e ombre. Certo i ritardi non vanno solo addebitati agli ambientalisti. Ci sono state anche tangenti e ruberie. E questa è una malattia inguaribile.