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L'angiografo supertecnologico che emette bassi livelli di radiazioni

Sanità ed eccellenze

La strumentazione di ultima generazione in dotazione all'ospedale San Gerardo di Monza

L'ospedale San Gerardo di Monza è sempre più tecnologico. Nel nosocomio di via Pergolesi è stato da poco installato un nuovo angiografo supertecnologico. Lo strumento si affianca ad un altro angiografo di ultima generazione che era stato installato la scorsa estate. Novità importanti nel blocco Angiografico della Radiologia dell’ospedale cittadino che eccelle per la tecnologia di alcune strumentazioni.

“I nuovi angiografi in dotazione nell'ospedale monzese - fanno sapere con una nota ufficiale dal nosocomio - rappresentano quanto di più avanzato offre il mercato con tecnologia allo stato dell’arte in quanto, oltre a garantire più bassi livelli di emissione di dose di radiazioni, sono dotati di pacchetti software e di moduli rotazionali aggiornati (tecnica Cone Beam CT) in grado di elaborare le immagini acquisite e di ricostruirle in tempo reale in 3D e secondo piani volumetrici simil-TAC, in modo da offrire una guida più precisa durante gli interventi radiologici più complessi senza la necessità di spostare il paziente”.

Grazie al prezioso supporto dell’Ingegneria clinica e della Fisica sanitaria del San Gerardo, al primo angiografo entrato in funzione nel mese di luglio, si aggiunge ora il secondo: queste apparecchiature sono dedicate all’attività di angiografia e di radiologia interventistica, branca iperspecialistica della radiologia che esegue con la guida di imaging, interventi percutanei mininvasivi o con ridotta invasività in campo vascolare, extravascolare ed oncologico ossia senza la necessità di larghe incisioni ed aperture di cavità anatomiche tipiche della chirurgia, con conseguente ridotti tempi di ricovero e minori costi rispetto al trattamento chirurgico standard. Alcune di queste procedure vengono eseguite anche in regime di day hospital o ambulatoriale complessa come per esempio embolizzazione del varicocele, anche femminile, trattamento del malfunzionamento delle fistole dialitiche, inserzione, rimozione o sostituzione di dispositivi medici.

“La Radiologia Interventistica del San Gerardo - spiega il dottor Davide Leni neo responsabile della Struttura Semplice di Radiologia Interventistica - esegue più di 1.600 interventi all’anno (arteriografie/flebografie, embolizzazioni, angioplastiche, stenting, tromboaspirazioni, termoablazioni, vertebroplastiche, posizionamento/rimozione filtri cavali, drenaggi, port-a-cath…) e quasi 1.000 biopsie di organi superficiali e profondi (di cui circa 500 agoaspirati della tiroide in collaborazione con anatomia patologica) ponendosi ai vertici in ambito regionale lombardo e nazionale sia per volumi di attività che per complessità di interventi, rappresentando un centro di riferimento per tutto il territorio, anche per le situazioni di urgenza/emergenza, garantendo un servizio di pronta disponibilità H24, 365 giorni all’anno, ad esempio per i pazienti politraumatizzati e con emorragie interne che richiedono un pronto intervento endovascolare. L’aggiornamento e l’installazione di queste due nuove apparecchiature radiologiche migliora e potenzia ulteriormente la capacità operatoria e di qualità del Blocco Angiografico, all’interno del quale operano quotidianamente 4 medici radiologi dedicati in modo esclusivo alle attività interventistiche, oltre a personale infermieristico e tecnico sanitario di radiologia medica (TSRM) con specifico addestramento e competenze in ambito angiografico, in grado di partecipare attivamente alla realizzazione di innovative e più efficaci procedure interventistiche”.

"Prosegue il progetto di continuo aggiornamento tecnologico della radiologia - conclude il dottor Rocco Corso, direttore della Radiologia e radiologo interventista – con la concretizzazione di investimenti aziendali previsti negli obiettivi di sviluppo e programmati con il sostegno di Regione Lombardia, con lo scopo mettere a disposizione dei professionisti apparecchiature all’avanguardia al fine di offrire sempre più elevati standard qualitativi per la diagnosi e la cura dei pazienti”.