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L’emozionante storia dello Zafferano Urbano di Brugherio, promosso dall’Università di Milano

Torna lo Zafferano Urbano della cooperativa il Brugo di Brugherio: oro rosso da custodire in dispensa che sarà pronto per i risotti dell’inverno. Risotti di alta qualità, aveva detto l’Università degli studi di Milano ai cui laboratori il Brugo aveva commissionato l’analisi chimica. Nel mese di settembre sono stati messi a dimora 25mila bulbi, 15mila quelli già presenti: 40mila palline color terra che nel giro di un paio di mesi passeranno dai fiori viola intenso al ben noto arancione fuoco.

PRONTO PER NATALE

“L’obiettivo è quello di produrre una quantità di zafferano di circa due etti che, per dare un’idea più concreta, equivalgono a circa 6.400 risotti”, ha spiegato Davide Maconi, educatore del Brugo e responsabile del progetto. Il prodotto alimentare sarà venduto nel temporary shop che, sotto Natale, la cooperativa onlus allestisce in città. È una forma di autofinaziamento, ma il fine commerciale è tutto in secondo piano. In primo piano c’è lo scopo educativo di un progetto che funziona dal 2015 e che coinvolge una cinquantina di persone disabili, utenti dei diversi centri del Brugo.

zafferano urbano

IL VALORE

Il lavoro faticoso nella terra del campo di via Cazzaniga, la trasformazione dello sforzo in un prodotto profumato, la consapevolezza che il rsultato ha un valore effettivo, di mercato, non solo simbolico rendono lo Zafferano Urbano una piccola magia per le persone disabili coinvolte. C’è chi, nelle fasi di sfioritura, ha scoperto di avere una manualità fine e una delicatezza strategica per maneggiare gli stami senza danneggiarli. E chi ha lavorato instancabile sotto la pioggia per non perdere l’attimo e il ritmo che la natura impone. Tutto sotto la guida di Maconi (scarponi ai piedi e terra sulle mani); con il contributo del Comune che mette a disposizione il campo in comodato gratuito; con l’aiuto dei ragazzi dell’oratorio e a volte di qualche passante: facile appassionarsi al progetto.

L’AMBIZIONE

Ora si attende la fine di ottobre quando inizieranno le giornate di lavoro intenso: in poche ore, giorno per giorno, la raccolta, la sfioritura e l’essiccazione. Si finirà per la fine di novembre, allora ci si potrà fermare per un bilancio e per guardare al futuro. Qualche ambizione c’è: “ci piacerebbe un giorno strutturarci bene. Con il giusto numero di bulbi e il consolidamento della loro attività, chissà, potremmo arrivare a fornire il nostro prodotto a qualche ristorante”.