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L’ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou solleva dure critiche dopo l’arrivo in Cina

L’ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou ha deciso di visitare la Cina, dove è atterrato oggi, 27 marzo, e si tratta del primo leader taiwanese in carica a visitare il territorio cinese continentale, dalla rivoluzione comunista del 1949.

Ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou
Ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou in Cina – Nanopress.it

La decisione dell’ex presidente di Taiwan non è stata ben accolta dal governo attuale al comando a Taipei che ha definito il gesto come riprovevole. In un momento nel quale le autorità   taiwanesi hanno estrema paura per una possibile riunificazione al territorio cinese già largamente avanzata da Xi Jinping, non è andato giù alle autorità questo gesto che, a loro avviso, è controproducente e non apporta beneficio all’isola.

Il viaggio dell’ex presidente taiwanese in Cina

L’ufficio dell’ex presidente di Taiwan ha spiegato che è stato accolto, lunedì 27 Marzo, all’aeroporto internazionale Pudong a Shanghai e tra i funzionari che lo hanno accolto con entusiasmo, menzioniamo Chen Yuanfeng che è  il funzionario che si occupa degli affari di Taiwan a Pechino.  la visita  di Ying-jeou è stata duramente criticata dal Partito democratico progressista che è attualmente al governo di Taiwan, che è anche quello a cui ha lasciato il posto l’ex presidente che si trova attualmente in Cina.

L’ex presidente Ma ha precisato coi giornalisti prima della partenza all’aeroporto internazionale di Taiwan a Taoyuan che era molto felice di poter visitare nuovamente le tombe dei suoi antenati in Cina e anche di partire  per poter incontrare gli studenti durante il viaggio.

Si tratta di una scelta che è stata molto criticata e questo è abbastanza normale dato che da quando è avvenuta la sconfitta del governo della Repubblica di Cina e lo stesso è fuggito a Taiwan nel 1949 durante la guerra civile con il Partito Comunista.  Il viaggio arriva in un momento di tensione crescente tra Pechino e Taipei che vede la Cina continuare a esercitare pressioni militari ma anche politiche sull’isola che ritiene ribella e di competenza territoriale cinese, per cercare Taipei ad accettare la supremazia del governo cinese.

L’ex presidente ha riferito in merito alla partenza che: “Oltre ad andare a fare offerte ai miei antenati, sto anche portando studenti universitari di Taiwan sulla terraferma per scambi con loro, sperando di migliorare di migliorare l’attuale atmosfera attraverso lo stretto, attraverso l’entusiasmo e l’integrazione dei giovani, così la pace può arrivare ancora più velocemente e prima da noi”.

La decisione è stata presa in maniera negativa  dalle autorità di Taiwan, che si vedono tradite violate dal comportamento attuato dall’ex capo di Stato, Ma.

La.tebzione tra Taiwan e Cina è molto peggiorata causa delle visite effettuate dagli Stati Uniti in territorio taiwanese, che hanno generato malcontento tra le autorità di Pechino e sono scaturiti di conseguenza anche dimostrazioni reciproche militari come deterrente, da un lato per la Cina come monito agli Stati Uniti di non intromettersi nella questione privata, ma anche da parte di Taiwan che ha sottolineato come le alleanze con gli Usa possa fornire difesa.

Le autorità dell’honduras hanno deciso di interrompere, nonostante fosse un ex alleato di lunga data di Taiwan, i legami con Taipei a favore delle autorità cinesi.

Un membro del partito Kuomintang ha dichiarato lunedì che la visita dell’ex presidente Taiwan equivale ad appoggiare la politica di Pechino.

Il partito ha precisato: “Dovremmo essere più Uniti, ma è deplorevole che il  KMT stia con i comunisti cinesi e l’ex presidente ma ignori la disapprovazione pubblica per visitare la Cina in questo momento.”

Va sottolineato che il KMT è il principale partito di opposizione di Taiwan che è favorevole a legami stretti con la Cina anche se non è mai stato riferito pubblicamente ufficialmente l’appoggio a Pechino.

L’ex presidente ha incontrato il presidente cinese Jinping nel 2015 a Singapore proprio prima che Tsai conquistasse il potere.  Le autorità cinesi hanno risposto numerose volte gli appelli di Tsai che chiedevano colloqui.

La settimana scorsa è stato precisato che non è attualmente in programma nessun incontro ufficiale con altri funzionari cinesi ma lo stesso ex capo di Stato di Taiwan ha precisato che nel caso fosse possibile sarebbe a completa disposizione del suo ospite.

Prima della partenza di Ma Ying-jeou sono state organizzate manifestazioni sia da parte dei sostenitori del politico di Taiwan ma anche dagli oppositori all’esterno dell’aeroporto e al gruppo indipendentista Taiwan Republic Office è stato permesso di mostrare striscioni all’interno dell’aeroporto prima di essere cacciati fuori dalle autorità di polizia.

La situazione a Taiwan dopo il viaggio di Ma

La situazione è molto delicata e, ora più che mai, la Cina vede di cattivo occhio i leader occidentali ai quali Taiwan si è avvicinata  ovviamente in particolar modo gli Stati Uniti. La preoccupazione reale delle autorità di Taipei e di Washington è quella che venga attuata un’invasione del territorio di Taiwan da parte delle truppe cinesi per riunificare il territorio, perdendo così la propria identità conquistata in lunghi anni.

Questo ha causato uno scontro tra diplomazia cinese e statunitense, che ha generato ulteriore  malcontento e tensione ma soprattutto dispiegamento di forze militari nello stretto di Taiwan da parte di Pechino che ha dimostrato la propria potenza militare come monito e deterrente per possibile mosse strategiche Usa. Questo ha portato però ad intensificare il rapporto militare tra Stati Uniti e Taiwan e il nervosismo è salito alle stelle in un crescendo di dimostrazioni militari.

Tsai e Ma Ying-jeou
Tsai e Ma Ying-jeou – Nanopress.it

Gli USA hanno deciso di ampliare la propria presenza nella zona dell’indo pacifico, dopo aver notato una maggior presenza cinese e hanno avuto l’okay dalle Filippine per poter utilizzare stabilmente quattro basi situate nell’isola più vicina alla zona di Taiwan, per poter così monitorare da vicino ogni movimento effettuato dalle autorità cinesi.

Questa ha generato ancora più malcontento in Jinping che ha deciso di stringersi a Mosca e Teheran sentendosi minacciato dall’Occidente.