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L’Ucraina ha presentato una richiesta formale per l’ingresso nella Nato

L’Ucraina ha presentato richiesta formale per entrare nella Nato. Proprio nel giorno in cui Vladimir Putin ha detto al mondo di aver ufficializzato l’annessione alla Russia di quattro regioni ucraine – conseguenza dei referendum farsa svolti in settimana -, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che il suo Paese sta «facendo un passo decisivo per la sicurezza delle nazioni libere».

In un video condiviso su Telegram, il leader ucraino si è fatto filmare mentre firmava alcuni documenti, al fianco del primo ministro e del presidente del parlamento ucraino.

The moment president Zelenskyy signed the application for Ukraine’s accession to NATO in an accelerated manner pic.twitter.com/kw0kyKeI6e

— ТРУХА⚡️English (@TpyxaNews) September 30, 2022

Zelensky ha detto che Kyjiv ha già concluso il proprio percorso verso l’alleanza, e di fatto ha già dimostrato di rispettare gli standard richiesti. «De facto l’alleanza c’è già, è reale sul campo di battaglia e in tutti gli aspetti della nostra interazione. Ci fidiamo l’uno dell’altro, ci aiutiamo a vicenda, ci proteggiamo a vicenda. Questa è un’alleanza, di fatto. Oggi l’Ucraina chiede di farlo de jure».

Sull’argomento è intervenuto anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: ha spiegato che «l’inazione non riduce il rischio, lo aumenta: se non supportiamo l’Ucraina, per loro il futuro sarà catastrofico».

Stoltenberg ha ribadito il sostegno della Nato all’Ucraina per il suo diritto di autodifesa: «Putin ha smobilizzato migliaia di centinaia di soldati. Questa è l’escalation più grave dall’inizio della guerra e un’ammissione che la guerra non va come aveva pianificato: Putin ha fallito nei suoi obiettivi strategici, ha piena responsabilità in questa guerra e nel finirla».

Alla domanda specifica sulla presa in carico della proposta di adesione da parte dell’Ucraina – e in particolare di un’adesione rapida – il segretario generale è stato inevitabilmente vago, non avendo il potere di accordare l’ingresso di un Paese senza il consenso di tutti gli Stati membri dell’alleanza: «Ogni democrazia in Europa ha diritto di fare richiesta, e le porte della Nato rimangono aperte. Noi supportiamo i diritti dell’Ucraina di scegliersi il percorso e le sue assicurazioni di sicurezza. Il nostro focus immediato è fornire supporto all’Ucraina e aiutarla a difendersi dalla brutale invasione».

La richiesta di Kyjiv segna un cambio di rotta netto rispetto all’inizio dell’anno: a febbraio, Zelensky aveva sottolineato l’ambizione del suo Paese di essere ammesso nella Nato, un’aspirazione peraltro citata anche nella Costituzione ucraina, dal 2019. Ma a marzo, con la guerra appena scoppiata, Zelensky aveva diplomaticamente fatto marcia indietro, ammettendo che Kyjiv avrebbe dovuto accettare che non avrebbe mai potuto unirsi all’alleanza senza creare scompiglio tra tutti gli Stati membri del Patto atlantico.

La richiesta è un primo passo verso l’ammissione, che però sarà in ogni caso un iter in più fasi: l’ingresso dell’Ucraina deve essere approvato da tutti i Paesi membri.