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La destra vince le elezioni: tutti i dati definitivi delle Politiche 2022

Politica

@Enzo Boldi|Settembre 26, 2022

Risultato elezioni

Giorgia Meloni, in rappresentanza del centrodestra, è la grande vincitrice di questa tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano. Fratelli d’Italia, infatti, è risultato essere il primo partito su scala nazionale riuscendo a trainare gli scarsi risultati ottenuti dalle altre tre gambe della coalizione. Il Partito Democratico (alleato con Sinistra Italiana, Verdi, +Europa e Impegno Civico) ha confermato – percentualmente e non per numero di voti, vista la scarsa affluenza – il risultato ottenuto nel 2018. Il risultato delle elezioni Politiche del 2022, dunque, certifica quanto già indicato nei sondaggi.

Risultato elezioni, le percentuali nel centrodestra

Il dato è praticamente ufficiale: la coalizione di centrodestra ha ottenuto la maggioranza sia alla Camera che al Senato (non solo grazie ai voti totali, ma anche per quel che riguarda i collegi uninominali che compongono quota parte dei posti nel Parlamento ridotto dopo il taglio dei rappresentanti). Sia a Montecitorio che al Senato, infatti, la coalizione trainata da Giorgia Meloni si è attestata attorno al 44% dei consensi (con la Lega che ha dimezzato i consensi in Veneto, fagocitati proprio da Fratelli d’Italia). A differenza delle precedenti tornate, i dati sono molto simili per un motivo tecnico: ieri infatti, per la prima volta, anche gli under 25 (aventi diritto al voto) hanno potuto esprimere la propria preferenza anche per il Senato (e non più solo per la Camera).

I dati ufficiali del Viminale (in questo screenshot mostriamo quelli della Camera, molto simili al Senato), mostrano una disparità all’interno della coalizione vincente: Fratelli d’Italia ha più del triplo dei voti di Lega e Forza Italia. Fuori dalla rappresentanza, non avendo superato la soglia di sbarramento, la quarta gamba dell’alleanza (Noi Moderati).

Il centrosinistra

E mentre la partita dei collegi uninominali conferma il successo del centrodestra, l’alleanza di centrosinistra vede numeri molto più bassi (ma in linea con le aspettative e i sondaggi delle ultime settimane.

Il Partito Democratico si ferma poco oltre il 19%, mentre Verdi e Sinistra Italiana non riesce a superare il 4%. Male, anzi malissimo, +Europa che si ferma sotto la soglia di sbarramento del 3%. Peggio di loro ha fatto Impegno Civico di Luigi Di Maio: oltre alla sconfitta all’uninominale di Napoli Fuorigrotta, l’ex capo politico del MoVimento 5 Stelle resta lontanissimo dall’1%.

Il MoVimento 5 Stelle e il Terzo Polo

Discorso differente per il MoVimento 5 Stelle. Dopo la fine del governo Draghi, infatti, i pentastellati sembravano essere molto distanti da tutti gli altri partiti presenti in questa tornata elettorale. E invece.

Il dato del 15%, ovviamente, è molto più basso rispetto al grande risultato conquistato nel marzo del 2018. Ma grazie al traino dei voti del Sud (dove è risultato essere primo partito in Sicilia, Calabria, Puglia, Molise, Basilicata e Campania), Giuseppe Conte è riuscito a saturare una ferita profonda che sembrava portare a una clamorosa emorragia di voti. E, soprattutto, vincendo buona parte dei seggi uninominali, la rappresentanza pentastellata in Parlamento rimarrà consistente (anche se non come nel recente passato).

Il Terzo Polo, la creatura politica nata dall’unione tra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, conferma le indicazioni della vigilia, ottenendo poco meno dell’8% dei consensi, in rappresentanza di oltre 2 milioni di italiani che hanno deciso di votare per questo tandem.

Risultato elezioni: I partiti “minori”

Poi ci sono gli altri, quelli che non avranno alcuna rappresentanza né alla Camera né al Senato perché rimasti sotto la soglia di sbarramento. I primo degli esclusi è Italexit di Paragone, poi Unione Popolare e Italia Sovrana e Popolare.

Poi, via via, tutti gli altri. E c’è da segnalare l’ennesima prestazione elettorale incolore di Mario Adinolfi: la sua alleanza con Simone Di Stefano (ex leader di CasaPound) ha portato all’ennesimo risultato da “prefisso”.

Lo 0,06% alla Camera (0,15% al Senato). Meno del partito Animalista.

(Foto IPP/Felice De Martino)