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La nave di Banksy, "femminista e antifascista", bloccata a Lampedusa per violazioni del nuovo decreto dopo aver salvato 180 persone: "Mentre la guardia costiera stava a guardare"

Mentre dal mare si moltiplicano le richieste d'aiuto, l'Italia blocca la nave Ong Louise Michel, sbarcata a Lampedusa dopo tre difficili operazioni di soccorso. "Mentre i naufraghi scendevano a terra siamo stati informati che la nostra nave è stata fermata per violazioni del nuovo decreto. Rimaniamo in attesa di comunicazioni formali, ma siamo già pronti a combattere", fa sapere l'equipaggio. Motivi del fermo? Ancora da capire.

Sull'isola la nave dichiaratamente femminista e antifascista, finanziata dal misterioso artista Bansky, è arrivata ieri all'alba con a bordo 180 naufraghi, soccorsi durante tre operazioni di salvataggio complesse, soprattutto l'ultima. In piena notte un guscio di ferro con a bordo 34 persone si è capovolto, tutti sono finiti in acqua. "Una mamma con un bambino e un ragazzo, che è stato rianimato, sono stati trasferiti d'urgenza in ospedale", fa sapere l'Ong. Una motovedetta della Guardia Costiera italiana era in area ma "per trentasette minuti è rimasta a guardare nonostante ci fossero persone in acqua davanti a loro".

C'erano altre richieste d'aiuto ed emergenze in corso quella notte ma Louise Michel - fa sapere l'Ong -  è stata costretta a dirigersi verso un porto. Dopo il primo intervento di soccorso le era stato assegnato Trapani, ma a causa delle gravi condizioni in cui si trovavano i naufraghi soccorsi è stata autorizzata a raggiungere Lampedusa. E adesso è lì ferma, mentre il mare calmo promette nuovi arrivi. Venticinque persone soccorse al largo dell'isola sono state accompagnate all'alba al molo Favaloro, dove fino a tarda sera sono stati costretti ad attendere il trasferimento centinaia di persone arrivate nel corso della giornata. Gli ultimi sono i sopravvissuti al naufragio avvenuto ieri al largo delle coste maltesi.

"Da quando sono a Lampedusa ne ho visti arrivare  tanti", dice il dottore Francesco D'Arca, responsabile del poliambulatorio, "ma mai in condizioni così precarie. Non mangiavano e non bevevano da quattro giorni, ci sono svenuti fra le braccia". Tra loro anche diversi neonati, miracolosamente sopravvissuti per giorni in mezzo al mare.