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La nona giornata di scioperi in Francia

La diretta / Francia

Il racconto di una manifestazione da record. I sindacati hanno indetto la decima giornata per lunedì 28 marzo

Giornata di scioperi in Francia. E non sarà l'ultima. I sindacati hanno dichiarato in una nota intorno alle 19 che sarà prevista per di lunedì 28 marzo la decima giornata di mobilitazione nazionale. La riforma delle pensioni approvata lo scorso 15 marzo ha aizzato una serie di proteste e scioperi che hanno fatto sprofondare la Francia e Parigi nel disordine. Le dichiarazioni di ieri sera 22 marzo in TV nazionale del presidente francese Emmanuel Macron non hanno avuto l'effetto pacificatore sperato e nella giornata di oggi 23 marzo la manifestazione ha toccato una partecipazione record. Con 800 mila persone soltanto a Parigi, tuta la Francia si è fermata in segno di rivolta contro il presidente della Repubblica. 

I numeri da record

La giornata ha portato con sé numeri da record per la manifestazione contro la riforma voluta da Macron. A Parigi la Cgt, il sindacato principale promotore degli scioperi, parla di oltre 800mila manifestanti. A Marsiglia 280 mila. Anche a Rouen, Tarbes, Pau, Arles e Tolone i sindacati hanno riferito di numeri da record. Le autorità, invece, sono più pessimiste e parlano di una mobilitazione generale nazionale di appena 437 mila persone. La manifestazione principale nella Capitale è partita da Piazza Bastiglia alle 14 e il corteo si è poi diretto lungo tutte le vie del centro. La quantità di persone presenti ha causato scontri con la polizia e la Gendarmeria. Solo nella città delle luci erano schierati 5 mila agenti speciali in più, 12 mila in totale in tutta la Francia. 

Piazza Bastigla Parigi Foto LaPresse

Parigi nel caos

Più colpita di tutte è stata ovviamente la capitale francese. Sebbene la manifestazione intersindacale sia stata convocata alle 14, delle proteste spontanee sono nate sin dalle prime luci dell'alba. Verso le 8 un gruppo di manifestanti ha invaso le strade per l'aeroporto Roissy-Charles-de-Gaulle causando importanti ritardi al traffico aereo. Verso le 11, invece, i manifestanti si sono diretti alla stazione Gare de Lyon e sono andati in mezzo ai binari a protestare con lo scopo di bloccare il traffico della città. Obiettivo raggiunto. Con persone costrette a camminare a piedi in autostrada, voli cancellati e ritardi ferroviari la città è rimasta paralizzata. 

Il corteo partito da Piazza Bastiglia ha invece dato il via alla manifestazione principale e agli scontri veri e propri. Lungo le vie del centro e, in particolare, lungo il corso Bonne-Nouvelle i manifestanti hanno creato situazioni di tensione con la gendarmeria, che si è trovata costretta a usare gas lacrimogeni. Nel corso delle ore gli scontri si sono sempre più accentuati fino a degenerare in alcuni casi in veri e propri episodi di violenza. In totale, secondo le autorità, erano presenti un migliaio di "black block", che si sono resi responsabili della distruzione di un Mc Donald's e di altri piccoli atti vandalici lungo le vie della città. Alle 18 sono 26 le persone arrestate soltanto a Parigi. Tra le vittime si ha solo la notizia di un carabiniere ferito alla testa ma non in pericolo di vita.

🚨🇫🇷URGENT - Scènes de guérilla urbaine en cours à #Paris. Les forces de l'ordre sont dépassées par les événements. pic.twitter.com/85XB2Ee00I

— AlertesInfos (@AlertesInfos) March 23, 2023

Tensioni anche in altre città

A Nantes, nella regione della Loira, si sono verificati scontri simili a quelli di Parigi con la polizia ha utilizzato gli idranti e gas lacrimogeni. La situazione è degenerata anche a Renne, dove, secondo la polizia, hanno manifestato 22 mila persone. Nel capoluogo bretone si sarebbero verificati scontri accesi con la gendarmeria da parte di uomini vestiti di nero e con il volto coperto. Incendiati, poi, cassonetti dell'immondizia e panchine. Sempre in Bretagna, il ministro dell'Interno francese Darmanin ha denunciato con un Tweet degli attacchi contro la prefettura di Lorient "che non resteranno impuniti".

Inacceptables attaques et dégradations contre la sous-préfecture et le commissariat de Lorient. Pensées aux fonctionnaires blessés. Ces actes ne peuvent rester impunis.

— Gérald DARMANIN (@GDarmanin) March 23, 2023

"Luigi XIV lo abbiamo decapitato"

La protesta di oggi ha visto un ingente numero di cartelloni e slogan che avevano come obiettivo il presidente francese. E in un perfetto spirito rivoluzionario con i richiami all'evento cardine della storia francese del 1789. D'altronde, ce l'hanno nel sangue. Da "Macron Sadico" a "La mia pensione prima, la vostra poi" il premier è stato messo sotto accusa per la riforma da lui tanto voluta e per le parole pronunciate ieri sera in diretta TV, dove ha escluso un passo indietro nella riforma.
Importante anche il numero di giovani che hanno partecipato alla giornata: con 78 licei chiusi e tantissimi altri occupati, anche le generazioni meno anziane e i comparti universitari si sono attivati contro il presidente. 

Cartellone contro Emmanuel Macron

I sindacati oggi hanno espresso la loro volontà di continuare a protestare e scioperare, purché sia fatto tutto in maniera pacifica. Su Twitter il segretario del sindacato Cfdt ha dichiarato come con lo sciopero di oggi la determinazione non si sia indebolita, anzi. "La giornata di oggi è una grande riuscita" ha detto Cyril Chabanier, sempre del sindacato Cfgt. 

I prossimi passi

La riforma delle pensioni è stata approvata il 15 marzo scorso attraverso l'articolo 49 comma 3 della costituzione francese. Quel comma permette a una legge di essere approvata senza passare per forza sotto il voto del Senato. Macron ha deciso di attuare quel procedimento ben conscio che un provvedimento del genere non sarebbe mai passato al voto. I giorni successivi all'approvazione, Macron ha dovuto sottoporsi a un voto di fiducia. Voto al quale è sopravvissuto per un piccolissimo scarto. Nel frattempo, la popolazione si è attivata attraverso gli scioperi e le proteste portando il paese a restare immobile per nove giorni.

Nella serata di ieri 22 marzo il presidente si è fatto intervistare in TV nazionale per cercare di placare gli animi dei francesi. Tuttavia, ribadendo il suo sostegno nel portare avanti la riforma, le sue parole hanno avuto l'effetto contrario. Con un indice di popolarità che si attesta intorno al 30%, il presidente non gode di buona luce tra la popolazione. Sarà che è il suo ultimo mandato, e che quindi più propenso ad attuare manovre impopolari. Tuttavia, c'è un paese in rivolta e sarebbe poco saggio lasciare che la popolazione si "stanchi" da sola. Ma il presidente si dimostra positivo e crede fermamente che la questione si risolverà entro i prossimi giorni. Talmente positivo da confermare una visita istituzionale di Re Carlo III d'Inghilterra prevista per domenica 26 marzo. Al momento, dunque, lo spirito rivoluzionario e di protesta tipico e tutto francese non sembra aver dato i suoi frutti, avendo provocato soltanto danni a cose e persone. Quanto durerà ancora? Macron farà un passo indietro? Lunedì 28 marzo sarà il decimo capitolo di una storia che va avanti ormai da più di un mese.

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