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La nuova vita del cavatappi

È il Piazza Duomo di Alba – tre stelle Michelin, regno di Enrico Crippa in cucina e della famiglia Ceretto – ad accogliere Greg Lambrecht, inventore e fondatore di Coravin, in qualità di ospite e soprattutto narratore di quella che si è rivelata un’avventura imprenditoriale davvero importante all’interno del mondo dell’enologia.

Nata esattamente dieci anni fa da un’intuizione che ha saputo unire alcuni aspetti dell’ingegneria biomedicale (della quale Lambrecht si occupa dall’età di vent’anni) alla più banale necessità di non sprecare le bottiglie e, anzi, provare a prolungarne la vita, la sua è un’azienda che produce una serie di dispositivi in grado di conservare i vini aperti senza comprometterne le caratteristiche organolettiche dal primo all’ultimo bicchiere.
«In un mondo in cui il consumatore è sempre più esigente – afferma Lambrecht – Coravin diventa un compagno ideale per selezionare, servire e degustare qualsiasi vino fermo o spumante, in qualsiasi momento e quantità. È stato sviluppato per sfidare un modo unilaterale di interfacciarsi con un mondo, quello del vino, che offre molteplici occasioni di consumo».

Dopo anni di sperimentazioni e collaudi svolti con il supporto di enologi esperti e sommelier, con lo sguardo fisso sull’obiettivo di trovare una soluzione per non dover rinunciare a tutti i costi a un calice di vino o a degustare un’annata particolarmente pregiata, l’invenzione dello statunitense è stata infine brevettata e, dal 2013, sono oltre 250 milioni le bottiglie servite con i dispositivi Coravin in tutto il mondo, Italia in testa per utilizzo nei ristoranti. E proprio i Ceretto, con estrema lungimiranza, sono stati i primi, nel nostro Paese, a decidere di provarli proprio al Piazza Duomo, tanto da diventarne gli unici distributori a livello nazionale per il settore Horeca.

Coravin: la fusione delle parole francesi “cœur” e “vin” nel nome del brand, esprime con estrema chiarezza le peculiarità di una tecnologia che arriva per davvero “al cuore” del vino, preservandone la sua integrità grazie a un ago che perfora il tappo in sughero – che, data la sua elasticità, si richiude dopo l’uso lasciando pressoché intatta la bottiglia – e inietta dell’argon all’interno evitando così l’ossidazione del prodotto.

Dopo il primo prototipo, il Modello C1000, sono nati via via il Timeless Eleven e il Pivot, destinati sia alla conservazione sia al servizio dei vini fermi, per poi arrivare allo Sparkling, device espressamente dedicato, come dice la parola stessa, ai vini frizzanti. Lanciato da poco, quest’ultimo dispositivo (utilizzato solo per la conservazione, in questo caso) è stato uno dei protagonisti della giornata langarola di Greg Lambrecht che ne ha mostrato il funzionamento raccontando, nel frattempo, il processo che ha portato alla sua creazione: anni e anni di continue prove e tappi bucati per poi arrivare, su suggerimento di un ingegnere, a realizzare un dispositivo che funge direttamente da tappo e che, invece dell’argon, utilizza l’anidride carbonica per preservare spumanti e champagne, anche nelle magnum.

Ma il lavoro e la ricerca del numero uno di Coravin non si sono certo fermate qui. In occasione del decennale dell’azienda statunitense è stato lanciato Vinitas, un macchinario studiato per campionare un qualsiasi vino, in maniera completamente automatica, in una piccola serie di bottiglie monodose. L’obiettivo? Cercare di rispondere alla domanda sempre più crescente da parte dei consumatori di assaggiare il vino prima di acquistarlo in modo più semplice e sostenibile e anche per educare soprattutto i più giovani a un consumo responsabile e consapevole.

Anch’esso presentato a Piazza Duomo, Vinitas è, come le altre creazioni di Lambrecht, il frutto di un’idea e di una filosofia che permea a fondo la sua visione imprenditoriale. Filosofia che si può riassumere in una sua emblematica frase: «Non è importante inventare un oggetto, è importante cosa migliora il tuo oggetto per l’umanità».