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La sorella di Benno Neumair: «Sogno che vuole uccidere anche me o lo vedo che uccide loro»

«Non penso a lui, anche se a volte lo sogno. Sono incubi. Sogno che vuole uccidere anche me o lo vedo che uccide loro...». Madè Neumair racconta al Corriere della Sera del rapporto con il fratello e di come lei stia vivendo dopo la morte dei genitori. Benno Neumair, suo fratello maggiore, ha ucciso il padre e la madre, Peter Neumair e Laura Perselli il 4 gennaio del 2021. Il processo in Corte d’Assise andrà avanti dal 17 al 19 novembre per chiudere la discussione e arrivare alla lettura della sentenza.

Dall'arresto Benno è sempre rimasto in carcere e ha più volte raccontato di come si sentisse un figlio di Serie B, dei cattivi rapporti con i genitori. Alla sorella, dopo l'arresto, non ha mai provato a scrivere o telefonare. Lei è medico ortopedico a Monaco di Baviera.

La dottoressa racconta che rientrerà nella casa di Bolzano, ora dissequestrata, dove i genitori sono stati uccisi. Il fratello ha poi gettato i loro corpi nelle acque dell’Adige. «Andrò a svuotarla e so già che sarà un passaggio doloroso. C’è ancora l’albero di Natale montato, ci sono i biscotti che avevo fatto io per Natale, i pigiami, le pantofole... è tutto lì come lo hanno lasciato mamma e papà, anche se Benno ci ha vissuto quasi tre settimane dopo averli uccisi. Tornarci adesso a liberare, impacchettare e salutare quel pezzo di vita... non sarà facile. Finora c’è sempre stato uno spazio fisico legato a loro. Chiudere tutto in un certo senso è come farli morire di nuovo».

Con la madre aveva parlato pochi minuti prima che rientrasse in casa, il giorno dell'omicidio. «Sono stata l’ultima persona con la quale ha parlato. Era molto stanca. Le ho detto: dai, fatti preparare qualcosa di buono da papà. E lei: sarà ancora fuori perché è un po’ che non lo sento. Invece era già morto». I dubbi sono arrivati quando entrambi i genitori non hanno visualizzato i suoi messaggi. «Ho chiamato Benno, mi ha detto che era fuori con il cane a camminare... Sa quando si conosce bene una persona e si capisce che sta mentendo? C’erano troppe cose che non tornavano... Come primo pensiero mi sono detta: non sono più vivi. Poi ho pensato: li sento vicinissimi, ovunque. E infine ho detto a me stessa che per 26 anni avevo avuto i migliori genitori del mondo. Era il mio modo di prendere coscienza di quello che probabilmente era successo».

Madè Neumair ha seguito tutte le udienze del processo per difendere la memoria dei genitori. «Alcuni testimoni sono venuti a sbranare e infangare il loro ricordo... il ricordo di due persone morte che non si possono difendere. I miei genitori hanno dato a Benno tutto l’amore possibile. Soprattutto mia madre. Sempre. E Benno lo sa bene». Non c'è per lei nulla di vero nella differenziazione fra i figli. «Abbiamo giocato tantissimo. Era molto ambizioso, tenace. Quando voleva fare una cosa ci riusciva sempre e io ero affascinata da questa sua capacità. Volevo fare sempre quello che faceva lui: i compiti, pescare... Non ho brutti ricordi dell’infanzia con lui. Terrò gli album delle foto».

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