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La strage silenziosa degli attivisti ambientali: negli ultimi 10 anni uccisi oltre 1700

L'allarme

Solo nel 2021 ne sono stati ammazzati circa 200, due terzi dei quali in America Latina. La denuncia arriva dall’Ong Global Witness

Millesettecento attivisti ambientali sono stati uccisi nell’ultimo decennio, una vera e propria strage silenziosa, attuate con esecuzioni avvenute per mano di sicari, gruppi di criminalità organizzata e in alcuni casi, dagli stessi governi. La denuncia arriva da Global Witness, una Ong che dal 2012 si occupa di tracciare il fenomeno.

L'America Latina ha rappresentato più di due terzi di queste uccisioni. Il Messico è stato il Paese con il maggior numero di omicidi, con una media di 4 uccisioni al mese, per un totale di 54 morti lo scorso anno, 30 in più rispetto al 2020. Colombia e Brasile, invece, si sono classificati al secondo e terzo posto per numero di ambientalisti morti lo scorso anno. La Colombia, che ha registrato 65 uccisioni nel 2020, diventando il Paese più letale al mondo per i difensori della terra, ha visto un calo significativo delle aggressioni, 33 lo scorso anno.

Per quanto riguarda il Brasile, ha registrato 26 omicidi nel 2021, sei in più rispetto al 2020. Nel giugno di quest'anno ha ottenuto enorme eco mediatico l’uccisione, proprio nell'Amazzonia brasiliana, del giornalista Dom Phillips e dell'attivista brasiliano Bruno Pereira. Phillips stava lavorando a un libro sullo sviluppo sostenibile intitolato How to Save the Amazon (Come salvare l'Amazzonia) e Pereira lo stava aiutando con delle interviste. Le indagini sui loro omicidi sono ancora in corso.

"È importante immaginare queste vittime come le persone reali che sono. Per me è più facile. Sono stata circondata da difensori della terra per tutta la mia vita, e in effetti sono una di loro", ha scritto l'ambientalista indiana Vandana Shiva nella prefazione del rapporto. "Non siamo solo in un'emergenza climatica. Siamo alle porte della sesta estinzione di massa e questi difensori sono tra le poche persone che si oppongono a questa situazione. Non meritano protezione solo per elementari ragioni morali. Ne va del futuro della nostra specie e del nostro pianeta", ha detto.

Due terzi di tutti gli attacchi sono legati alla terra e alle miniere. L'organizzazione ha anche messo in guardia sul "numero sproporzionato di attacchi contro le popolazioni indigene", con oltre il 40% degli attacchi rivolti a questo gruppo, nonostante rappresenti solo il 5% della popolazione mondiale. Le uccisioni di ambientalisti sono diminuite nel 2021 rispetto all'anno precedente (200 lo scorso anno contro 227 del 2020) . "Sebbene il numero di uccisioni sia rimasto elevato, una cosa che ho capito facendo questa ricerca è che negli ultimi anni ci sono state alcune vittorie significative da parte dei difensori dell'ambiente, anche contro grandi multinazionali", ha dichiarato l'autore del rapporto Ali Hines, attivista di Global Witness.

L'organizzazione ha raccomandato "azioni urgenti" da parte di governi e aziende per arginare la violenza e la criminalizzazione degli attivisti, come l'attuazione di leggi che li proteggano e ne estendano i diritti, e politiche aziendali che "identifichino, prevengano e attenuino" qualsiasi danno contro questi attori e gli spazi che difendono.