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La strategia di Serena Williams per gestire l'ansia (e come replicarla)

​«Nessuno immagina quante ore passassi da sola durante gli anni di sport agonistico». A parlare, ospite del podcast The Business of Feelings, è Serena Williams, stella del tennis a livello mondiale, alle spalle una carriera costellata di grandi successi, ma anche e soprattutto di enormi sacrifici nel nome del suo grande sogno. Vincere tutti sul campo.

Da non molto Serena Williams, 41 anni, ha smesso i panni di atleta professionista, per dedicarsi al business della moda, ma anche e soprattutto alla famiglia. Fermarsi è equivalso a guardare in faccia le proprie paure. Moglie dell'imprenditore americano Alexis Ohanian e mamma della piccola Alexis Olympia, 5 anni, Serena Williams ha raccontato nell'intervista di soffrire di ansia da sempre e di aver trovato una strategia per tenerla sotto controllo: ​«metto dei confini molto netti e faccio sì che nessuno li possa oltrepassare»

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La strategia dei confini di Serena Williams commentata dalla psicologa

Funziona questa strategia? Assolutamente sì. Nell'esperienza della psicologa e psicoanalista Elena Benvenuti, «il tema dei confini è strettamente connesso al benessere psico-fisico della persona. Mi spiego meglio: come esseri umani siamo abituati a vivere costantemente in situazioni nelle quali abbiamo o percepiamo dei confini. Pensiamo anche solo alla casa e all'ufficio, spazi confinati da muri e finestre. Il nostro stesso corpo è delimitato da un confine, che è il nostro organo pelle. E quando questi confini fisici, siano essi pelle o pareti, vengono in qualche modo aperti, violati, deturpati e forzati, ce ne accorgiamo molto bene. Il fatto è che possediamo anche una pelle psichica, con lo svantaggio che purtroppo è invisibile. Per "vederla" dobbiamo ricorrere alla nostra autopercezione, allenandola. Il primo passo per evitare che questi confini mentali ed emotivi (la pelle psichica) siano violati è diventare sempre più consapevoli, imparando a riconoscere qual è il perimetro invalicabile, quello che serve a proteggerci e preservarci, ma anche a darci una precisa identità. Senza nulla togliere all'apertura verso gli altri - siano amici, parenti, amori - avere dei confini è importante . Spesso la maternità acuisce nella donna questo meccanismo di auto-protezione: si inizia a pensare fortemente alla difesa del proprio bambino e, di conseguenza, si mettono confini ancora più definiti, chiari e invalicabili. Per lavorare su questo tema, fate così: chiudete gli occhi e cercate di immaginare questi confini interiori e valutare il loro grado di resistenza. Se entrando in relazione con gli altri sentiamo frequentemente minata la nostra privacy e i nostri contenuti emotivi potremmo capire che i confini del nostro Sé non sono sufficientemente forti. E attenzione: mettere dei confini non significa limitare le relazioni umane, bensì avere dei rapporti più sani ed equilibrati, oltre che avere una propria identità e centratura.

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