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La tragedia di Ischia e l’Italia in frantumi: tutto il Paese a rischio | Ed è solo colpa dell’uomo

Dopo i recenti fatti di Ischia, in Italia si torna a parlare di un fenomeno naturale – con lo zampino dell’uomo – con cui si convive da sempre e che coinvolge diverse zone da Nord a Sud dell’isola. Si tratta del cosiddetto dissesto idrogeologico.

A prescindere dalla questione climatica che ha una sua notevole nonché importantissima responsabilità negli ultimi anni, si passa da mesi senza una goccia – come nel caso record da 100 giorni nel Nord Italia – a precipitazioni abbondanti che raccolgono e sprigionano insieme l’acqua di mesi in pochi istanti.

Ischia frana

Così, le strade scompaiono per fare posto a fiumi di acqua, fango e detriti, proprio come è successo ieri a Ischia. Come dicevamo, però, il problema qui in Italia è un altro. Anche una precipitazione ritenuta “normale” può assumere i connotati di un vero disastro naturale, ma a questo ci arriveremo dopo. Prima ripercorriamo insieme i terribili attimi di ieri a Ischia che sono costati la vita a una persona.

Ieri, sabato 26 novembre, si è abbattuta su Ischia una terribile alluvione a causa del maltempo. Già dalle prime gocce d’acqua la situazione, però, era apparsa molto critica. Tra la mezzanotte e le sei del mattino sono caduti sull’isola campana, infatti, ben centoventi millimetri di pioggia. Per gli esperti è piovuto come mai era accaduto negli ultimi venti anni. Insomma, stiamo parlando di un fenomeno “naturale” di una gravità inaudita.

Era inevitabile, quindi, che si staccasse attorno alle 5 del mattino una frana dal Monte Epomeo che ha travolto poi abitazioni e strade a Casamicciola. Dopo 24 ore, arrivano anche i primi aggiornamenti impietosi: una ragazza di 31 anni Eleonora Sirabella è morta e altre tredici persone sono rimaste ferite. Una di loro si trova in gravi condizioni all’ospedale Cardarelli di Napoli e almeno 11 persone sono al momento disperse, ma il bilancio sembra destinato a salire.

Dietro il disastro di Ischia la mano dell’uomo

Una tragedia simile, però, non ha un colpevole solo nella natura; anche l’uomo infatti ha la sua parte di colpa importante e ingombrante. Come riportato dal ‘Corriere della Sera, secondo la geologa Micla Pennetta, docente di Geomorfologia all’Università Federico II, è tutta colpa del cemento e delle abitazioni in aree ad alto dissesto idrogeologico.

Alluvione Ischia

“Lì c’è un terreno di natura vulcanica, ovvero poco compatto. In caso di piogge abbondanti l’acqua lo gonfia e tende a portarlo a valle. Gli alberi svolgono un ruolo fondamentale per prevenire questi fenomeni, ma ne sono stati eliminati molti per le attività antropiche”, ha spiegato la professoressa. “La cementificazione dei suoli ha ridotto la capacità di assorbimento delle acque, che scivolano a valle con una violenza devastante, trascinano fango ed altri materiali e creano disastri. Si è verificata una colata detritica”.

Quella colata, quindi, è risultato della cementificazione selvaggia e coatta da parte dell’uomo. Catastrofi come frane e alluvioni diventano così all’ordine del giorno a causa dell’importante dissesto idrogeologico su tutto il territorio.

In un vecchio documento del Consiglio Nazionale dei Geologi, si legge infatti come “Negli ultimi quarant’anni si sono verificati molti eventi di dissesto idrogeologico che hanno avuto effetti catastrofici. Tra i principali si ricordano quelli di Firenze (1966), Genova (1970), Ancona (1982), Val di Fiemme (1985), Valtellina (1987), Piemonte (1994), Versilia (1996), Sarno (1998), Soverato (2000), Nord Ovest dell’Italia (2000), Valbruna (2003), Varenna, Nocera Inferiore (2005), Cassano delle Murge (2005), Ischia (2006), Vibo Valentia (2006), Messina (2009), Laces (2010)”.

Mappa dissesto idrogeologico in Italia

E dieci anni la situazione sembra solo essere peggiorata, un po’ come dimostra la parte orientale della Sicilia che, tra Aci Trezza e Letojanni, ha raccolto negli anni un bel numero di frane e di disastri naturali.

Le regioni più soggette a un simile fenomeno sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Tuttavia, anche il resto d’Italia resta ampiamente interessato, soprattutto ore che le piogge incontrano la forza prorompente dei cambiamenti climatici.