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Le balle sul Reddito di cittadinanza non si fermano

“Contro il caro-bollette via il reddito ai furbetti”, titola il Giornale specificando che lo stop alle truffe vale 4-5 miliardi. Ma l’house organ del centrodestra, che scende in campo per dare supporto al progetto di Meloni e alleati di smantellare e svuotare il Reddito di cittadinanza, prende un granchio grande quanto una casa.

Le balle sul Reddito di cittadinanza non si fermano

La stampa vicina ai partiti di destra scrive che lo stop ai furbetti del Reddito di cittadinanza vale 4-5 miliardi, ma i numeri reali sono altri

“Sui furbetti del reddito di cittadinanza, che tolgono soldi a chi ne ha davvero bisogno, occorreranno controlli a tappeto!”, incita dai suoi canali social il leader leghista Matteo Salvini. Ma le cifre fornite dalla stampa vicina ai partiti di destra sono quanto mai lontane dai numeri reali.

Dal gennaio 2021 al maggio di quest’anno la Guardia di Finanza ha scoperto illeciti per 288 milioni di euro

Nel 2019 (il beneficio è entrato in vigore dalla prima metà di quell’anno), sono stati scoperti 10.778 illeciti per 969.450,68 euro; nel 2020 18.131, per 5.614.247,80 euro. Nel resoconto della Guardia di Finanza relativo al periodo che va dal gennaio 2021 al maggio di quest’anno si legge che “sono stati scoperti illeciti per 288 milioni – di cui 171 milioni indebitamente percepiti e 117 milioni fraudolentemente richiesti e non ancora riscossi – e sono state denunciate oltre 29.000 persone”.

La spesa per il Reddito di cittadinanza viaggia sui 7,5-8 miliardi l’anno. A ricevere il sussidio sono circa 3 milioni di persone

Una percentuale minima dunque quella degli illeciti se si considera che la spesa per il Reddito di cittadinanza viaggia sui 7,5-8 miliardi l’anno e che a ricevere il sussidio sono circa 3 milioni di persone. Non solo. Solo un quarto dei beneficiari risulta in realtà occupabile. Dei circa 3 milioni di beneficiari del solo Reddito di cittadinanza il 26% sono minorenni. Circa il 5% sono anziani con oltre 65 anni.

Molti, circa 400 mila, sono gli adulti nella età che precede la pensione, dai 55 ai 65 anni, una età in cui è difficile trovare lavoro se lo hai perso. Il 3,2% sono persone con disabilità. Dai dati Anpal e dai dati raccolti dai servizi sociali, circa il 70% dei beneficiari soggetti al Patto per il Lavoro o al Patto per l’inclusione sociale presenta, a livello nazionale, un titolo di istruzione di livello non superiore alla licenza media. Inoltre, dei 3 milioni e 180 mila beneficiari circa risultavano avviabili ai centri per l’impiego, al 31 marzo 2022, 1 milione e 76 mila individui.

Di questi 125 mila sono esonerati dagli obblighi di sottoscrizione dei patti (disabili, persone coinvolte in percorsi di formazione etc), 16 mila rinviati ai servizi sociali e 167 mila già occupati. Quindi erano effettivamente attivabili al lavoro 767 mila persone, di cui 544 mila senza alcuna esperienza negli ultimi tre anni.