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Le Borse di oggi, 21 marzo. Torna la calma sui mercati, First Republic sotto i riflettori. Gli analisti: in arrivo stretta sui prestiti

MILANO -  Le Borse europee proseguono toniche nel mezzo di giornate dense di spunti. Sotto i riflettori ci sono prima di tutto le banche, dopo l'acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Le turbolenze sul settore bancario sono però tutt'altro che archiviate, tanto che nei commenti di case d'affari e agenzie di rating si pronostica ancora volatilità e una stretta inevitabile nelle condizioni alle quali gli istituti fanno credito. Negli Stati Uniti l'osservata speciale è First Republic, l'altra banca entrata in crisi dopo Svb, che ha perso il 90% del suo valore in Borsa dall'inizio del mese e che ieri è scesa del 47%. L'iniezione di depositi da 30 miliardi di dollari effettuata da un pool di 11 tra i maggiori istituti di credito Usa non è bastata a fare tornare il sereno. Ora Jamie Dimon, l'amministratore delegato di JPMorgan, e gli altri ceo delle grandi banche Usa stanno discutendo su come incrementare gli aiuti. Una delle possibilità in esame è convertire tutti o una parte dei loro depositi in un'infusione di capitale.

I mercati però guardano con attesa anche nalla riunione di due giorni della Fed, con la banca centrale Usa che valuta un possibile nuovo rialzo dei tassi di 25 punti. In Asia, positive le Borse cinesi mentre Tokyo è rimasta chiusa per festività.

Banche, S&P prevede tassi alti ancora a lungo nonostane le crisi. "Turbolenza sul mercato del credito"

Le crisi delle banche americane e del Credit Suisse "ricordano la sensibilità delle banche ai livelli di fiducia e alla liquidità. Le misure di liquidità emergenziali adottate dalle banche centrali e l’acquisizione accelerata hanno probabilmente abbassato le probabilità di un contagio più ampio del sistema bancario, anche se la decisione di cancellare le obbligazioni AT1 di CS potrebbe contribuire ad aumentare il costo del capitale per le banche". Così S&P in un'analisi sulla situazione dei mercati dopo i recenti casi. Per l'agenzia di rating "i fallimenti delle banche statunitensi sono l'ultimo episodio di una volatilità finanziaria in parte causata dall'aumento dei tassi di interesse. S&P ritiene improbabile che questo episodio impedisca ai policymaker di rispettare il compito di contenere l'inflazione e si attende che i tassi rimangano più alti ancora a lungo". L’agenzia di rating ritiene inoltre probabile che le condizioni di finanziamento continuino a inasprirsi, provocando ulteriori episodi di turbolenza sul mercato del credito. "Sebbene quest'anno abbia visto alcuni sviluppi favorevoli al credito in termini di crescita, catene di approvvigionamento e costi dell'energia, S&P si attende che la qualità del credito sia ancora sotto pressione, dato l'aumento dei tassi e il rallentamento della crescita. I downgrade stanno superando gli upgrade e i tassi di default sono in aumento".

(afp)

Banche, analista: "Con la stretta alla liquidità applicheranno criteri più stringenti sui prestiti"

Nel salvataggio del Credit Suisse da parte di Ubs sono stati spazzati via 16 miliardi di bond At1, salvaguardando piuttosto - per quanto in minima parte - le azioni. Questa inversione della normale successione di compartecipazione delle perdite in caso di crisi è centrale. "Il punto ora è cercare di capire se effettivamente queste particolari condizioni sulla seniority dei bonds siano legate solo a questo caso specifico o a tutti i bonds AT1 in circolazione, perché tale mossa rischia di rendere le banche ancora più sotto stress per autofinanziarsi, rischiando che il tightening siano loro ad avviarlo, piuttosto che le Banche Centrali stesse", ragiona Alberto Trocchio di Kairos. "La volatilità dei bond ha raggiunto i valori più alti dalla crisi finanziaria del 2008 come sintomo di una crisi di fiducia piuttosto pesante", ha rimarcato in un'analisi pubblicata dalla Sgr. Per il responsabile dell'azionario europeo di Kairos tutte queste vicende fanno "passare in secondo piano sia i dati macroeconomici che le decisioni delle Banche Centrali". L'attenzione è ora "tutta per la Fed domani con alte probabilità di un ultimo rialzo da 25 punti base con grande spazio per le domande riguardo la tensione sulla liquidità, visto che il bilancio della Fed è salito di 300 miliardi settimana scorsa, dopo i prestiti alla banche paradossalmente hanno vanificato settimane di quantitative tightening". Lo scenario è che "la stretta creditizia possa arrivare dalle banche stesse che si trovano anche loro vittime della potenziale bassa crescita economica nei prossimi trimestri e soprattutto dall’alto costo di funding. In Europa, ad esempio, le banche devono ripagare metà del funding TLTRO alla Bce entro fine giugno (le aste di liquidità a condizioni agevolate, ndr) e il nuovo non sarà più così economico". Considerando che le banche si sono finanziate con questa via preferenziale "per quasi il 10% del bilancio, è quindi facile ipotizzare che le banche stesse debbano applicare dei criteri ancora più stringenti per i prestiti, con meno propensione al rischio, colpendo così soprattutto le medie e piccole imprese che già sono in difficoltà".

Moody's cambia l'outlook su Ubs a negativo

Dopo la mossa di S&P di ieri, anche Moody's ha tagliato il suo outlook su Ubs a "negativo". Come riporta il Ft, l'agenzia di rating si è mossa dopo l'accordo del fine settimana per il salvataggio del Credit Suisse, che costa 3,25 miliardi di dollari al compratore e probabilmente decine di migliaia di perdite di posti di lavoro. In una nota che spiega la sua azione, Moody’s ha rimarcato le sfide "significative" che si troverà ad affrontare Ubs. Tre le questioni principali: mantenere le figure-chiave del Credit Suisse nei ranghi, mentre si completa la transazione; minimizzare le perdite legate alla sovrapposizione del portafoglio clienti nell'attività bancaria in Svizzera e nel wealth management; il passo "culturale" che è da fare unificando due banche che hanno una tradizione così lunga.

Borse europee avanti toniche

Le Borse europee proseguono toniche con gli investitori che ritrovano la fiducia dopo le posizioni delle banche centrali sul salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs. Si guarda anche al rimbalzo dei bond At1 in Asia, dopo il tonfo della vigilia. Tiene banco anche il tema delle politiche monetarie in vista delle prossime decisioni della Fed. Sul fronte valutario l'euro è in rialzo a 1,0730 sul dollaro. L'indice d'area Stoxx 600 guadagna l'1,1%. Milano guadagna il 2,2%, Madrid (+1,8%), Parigi e Francoforte (+1,2%) e Londra (+1,3%). I listini sono sostenuti dal comparto delle banche (+3,3%) e dall'energia (+2,4%).

Corrono le banche a Piazza Affari

Corrono le banche con Unicredit (+3%), Banco Bpm, Bper, Intesa e Mps guadagnano oltre il 2%.

Credit Suisse poco mossa a Zurigo, in lieve rialzo Ubs

Le azioni di Ubs hanno iniziato la giornata di contrattazioni alla Borsa di Zurigo con un rialzo del 2,5%, mentre quelle del Credit Suisse segnano un guadagno dello 0,2%. I titoli delle due banche hanno vissuto ieri una giornata intensa sulla piazza elvetica: Ubs è arrivata a perdere fino all'8% per poi terminare la sessione con un incremento dell'1,26%, mentre le azioni di Credit Suisse sono crollate del 55,74%.

Chiudono positive le Borse cinesi

Le Borse cinesi chiudono la seduta positive, intorno ai massimi intraday, sulle rassicurazioni delle Banche centrali a tutela della stabilità dei mercati globali: l'indice Composite di Shanghai sale dello 0,64%, a 3.255,65 punti, mentre quello di Shenzhen segna un rialzo dell'1,57%, a quota 2.085,98.

Le Borse europee aprono in rialzo

Le Borse europee aprono in rialzo, rassicurate dalle parole usate da autorità politiche e monetarie sulla crisi bancaria. Milano indossa la maglia rosa e sale dell'1,12%. Francoforte avanza dello 0,90%, Parigi dell'1,01% e Londra dello 0,54%.

Spread in calo

Avvio in calo per lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale scende a 180 punti, rispetto ai 186 della chiusura di ieri. In flessione anche il rendimento del decennale italiano che si attesta al 3,92%, rispetto al 3,98% della vigilia.