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Le Borse di oggi, 26 settembre. Il voto non scuote Piazza Affari, ma salgono i rendimenti Btp

MILANO - L'esito del voto italiano, con il successo massiccio della coalizione di centrodestra e l'affermazione di Fratelli d'Italia, non sembra spaventare eccessivamente i mercati. Piazza Affari dopo un'apertura sottozero si muove in positivo e guadagna lo 0,4%. Lo spread, termometro della reazione dei mercati, non registra grandi scossoni ed è poco mosso a 231 punti, ma il rendimento del decennale italiano sale al 4,419%, segnale che comunque la sterzata a destra del Paese non lascia indifferente il mercato.

Sono però i timori di recessioni e le mosse delle banche centrali ad alimentare le preoccupazioni degli investitori. Tra le valute l'euro crolla ancora e scende poco sopra 0,96 dollari. Va a picco la sterlina: i timori sulla stabilità fiscale dopo il maxi taglio delle tasse varato dal governo spingono la divisa britannica a un minimo storico di 1,0384.

Da segnalare la caduta di Tokyo, in scia alla debacle dei mercati di venerdì: il Nikkei a Tokyo segna in chiusura una flessione del 2,66%.

Borse europee positive

Il giorno dopo le elezioni politiche in Italia, le principali Borse europee aprono la prima seduta della settima in territorio positivo. A Milano, Piazza Affari segna +0,60% con il Ftse Mib a 21.194 punti. Anche Londra apre le contrattazioni in rialzo (+0,54%). Parigi, pur vicina alla parità, segna +0,04%. Solo Francoforte cala dello 0,11%.

Prezzo del petrolio ancora in calo

Il prezzo del petrolio cala ancora, con gli investitori che anno rivalutato le prospettive della domanda globale, mentre i prezzi più deboli hanno suscitato speculazioni secondo cui l'Opec+ potrebbe considerare d'intervenire nuovamente sui mercati del greggio. Il Wti perde l'1,30% a 77,70 dollari al barile, il Brent cede lo 0,65% a 84,91 dollari al barile.

Gas in calo ads Amsterdam

Apertura in calo per il prezzo del gas, mentre restano i timori per la guerra in Ucraina e si addensano le nubi di una recessione economica globale. Ad Amsterdam le quotazioni scendono a 183 euro al megawattora, con una flessione dell'1,3%.