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Le Borse di oggi 6 ottobre. La Ue chiude in rosso, Milano -1%. Fmi, aumentano rischi recessione: perderemo 4mila miliardi di crescita al 2026

MILANO - I listini europei invertono la rotta a metà giornata e terminano la seduta in rosso, non riuscendo così a sollevare la testa dopo le perdite subite ieri e mentre digeriscono la decisione dll'Opec+ di tagliare massicciamente la produzione a partire da novembre, con l'obiettivo di sostenere i prezzi. Una mossa osteggiata dagli Stati Uniti che hanno definito "miope" la decisione dei produttori e che in serata hanno annunciato di volere allentare le sanzioni nei confronti del Venezuela per consentire al colosso Usa Chevron di riprendere le estrazioni nel Paese.

Gli scambi in Europa partono di buona lena, poi rallentano mentre proseguono le accuse incrociate sul fronte energetico tra Russia e Ue e dal Vertice di Praga non si aspettano passi concreti sul tetto al prezzo del gas. Il Fmi vede che "i rischi di recessione stanno aumentando" e ricorda come sia necessario "far calare l'inflazione" e "attuare politiche di bilancio responsabili, che tutelino i deboli e non alimentino" la corsa dei prezzi. Stessa preoccupazione della Bce, emerge dalle minute della riunione di inizio settembre.

Il rendimento dei Btp torna a salire, ma è un movimento generalizzato e infatti lo spread è poco mosso. In Asia le piazze finanziarie sembrano non farsi spaventare eccessivamente dalle turbolenze geopolitiche nel mar del Giappone. Con le Borse cinesi chiuse per festività, Tokyo segna in chiusura +0,8% mentre Seul  ha registrato un +1,2%.

Le Borse Ue chiudono in rosso, Milano -1%

 Le Borse europee chiudono in calo in scia con Wall Street ed in vista dei dati sul mercato del lavoro degli Usa. Sui mercati pesano i timori per la crescita economica globale con la corsa dell'inflazione e le banche centrali che valutano le prossime mosse per ridurre l'aumento dei prezzi. Fari puntati anche sui rendimenti dei titoli di Stato e l'andamento di petrolio e gas. In flessione Parigi (-0,82%), Londra (-0,78%), Francoforte (-0,37%) e Madrid (-0,91%).

La Borsa di Milano (-1,03%) chiude in calo, in linea con gli altri listini europei. Piazza Affari, maglia nera nel Vecchio continente, è stata appesantita dalle banche. Poco mosso lo spread che conclude le contrattazioni a 242 punti, con il rendimento del decennale italiano che sale al 4,5%. Nel listino principale scivolano Enel (-3,5%) e Tim (-3,4%). Seduta pesante per le banche con Mps (-5,3%), alle prese con l'aumento di capitale, Mediobanca (-3,8%), Banco Bpm (-3,7%), Fineco (-3,4%) e Bper (-3%). Vendite anche per le utility mentre si guarda all'andamento del prezzo del gas. In netto calo Hera (-3,2%), Snam (-2,3%), A2a e Italgas (-1,8%).

In positivo i titoli legati al petrolio, con il prezzo del greggio in risalita. In luce Tenaris (+2%) mentre sono poco mosse Saipem (+0,08%) e Eni (+0,05%). In rialzo il comparto dell'automotive con Ferrari (+0,6%), Iveco (+0,5%), Cnh (+0,3%) mentre è in controtendenza Stellatis (-0,7%). A Piazza Affari si mettono in mostra Stm (+1,6%), Pirelli (+1,5%) e Nexi (+1,4%).

Salgono i rendimenti dei titoli di Stato

Lieve tensione sui rendimenti dei Titoli di Stato europei. Corre il tasso del decennale inglese che sale al 4,2%, con un aumento di 18 punti  base. Lo spread tra Btp e Bund si attesta a 242 punti, rispetto ai 243 della viglia ed ai 240 punti dell'avvio di seduta. Il rendimento del decennale italiano sale al 4,5% (+5 punti base). In aumento anche i tassi dei Paesi 'periferici' con la Spagna al 3,78% (+5 punti) e la Grecia al 4,72% (+6 punti).

Le Borse Ue peggiorano in scia a Wall Street

Le Borse europee peggiorano, in scia con Wall Street e con il rialzo del prezzo di petrolio e gas. Nel Vecchio continente Piazza Affari è la peggiore con il Ftse Mib che cede l'1,3% a 21.071 punti. Tornano in tensione i rendimenti dei titoli di Stato con il decennale inglese che sale al 4,22% (+20 punti) e quello italiano al 4,52% (+7 punti).

Tra i principali listini in netto calo Madrid (-1,1%), Londra e Parigi (-1%) e Francoforte (-0,5%). Sui mercati pesano le utility (-2,1%) con il prezzo del gas che inverte la rotta e sale a 174 euro al megawattora (+0,2%). Male anche il comparto azionario dell'energia (-1,5%), con il petrolio in aumento dopo l'Opec+. Il Wti sale a 88 dollari al barile (+0,3%) e il Brent a 93,5 dollari (+0,2%).

A Piazza Affari continuano pesanti le banche con Mps (-5,2%). Male anche Fineco (-4,2%) e Banco Bpm (-3,6%). Scivolano Enel (-3,7%) e Hera (-3,6%). Positiva Eni (+0,2%) mentre corre Pirelli (+1,5%).

Fitch sull'Italia: "Pnrr serve a crescere, poco spazio per cambiare"

Il nuovo Governo italiano "erediterà" dall'esecutivo di Mario Draghi "un punto di partenza fiscale più forte di quanto atteso ma spingere la crescita, anche attraverso un efficace dispiegamento dei fondi Next Generation Eu resta centrale per una duratura riduzione del debito". Lo afferma l'agenzia di rating Fitch che sottolinea come lo spazio per cambiare il Pnrr sia "limitato" e dunque "l'approccio del prossimo Governo a qualsiasi potenziale rinegoziazione sarà importante sia per la crescita che per il sentiment del mercato".

Fmi, aumentano rischi recessione e stabilità finanziaria

"I rischi di recessione stanno aumentando", così come quelli alla stabilità finanziaria. Lo afferma il direttore generale del Fmi Kristalina Georgieva preannunciando un taglio delle stime di crescita per il prossimo anno nel World Economic Outlook che sarà diffuso la prossima settimana. "Stiamo sperimentando un cambio fondamentale nell'economia globale: da un mondo relativamente prevedibile a un mondo più fragile con maggiore incertezza, più alta volatilità economica e più frequenti disastri ambientali", mette in evidenza Georgieva.

Georgieva: -4mila miliardi di Pil globale tra oggi e il 2026

La minor crescita economica costerà 4.000 miliardi di dollari al Pil globale tra oggi e il 2026. La stima è stata fornita dalla direttrice generale dell'Fmi, Kristalina Georgieva, che ha presentato i temi dell'assemblea annuale in programma la prossima settimana a Washington. "Si tratta di una cifra pari all'economia della Germania", ha aggiunto, "un'enorme battuta di arresto per l'economia mondiale".

Wall Street apre negativa

Wall Street apre negativa. Il Dow Jones perde lo 0,45% a 30.128,62 punti, il Nasdaq cede lo 0,23% a 11.122,54 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,33% a 3.770,85 punti.

Porsche è la casa automobilistica europea che vale di più

Ad una settimana dal debutto in Borsa, Porsche è diventata la prima casa automobilista in Europa per capitalizzazione, battendo anche la capogruppo Volkswagen. Lo riporta Bloomberg ricordando che Volkswagen la settimana scorsa ha raccolto 9,4 miliardi di euro con la quotazione in Borsa di Porsche.

Le azioni privilegiate di Porsche hanno registrato a Francoforte fino ad un rialzo del 3,1% a 90,68 euro, con un valore di mercato di 82,7 miliardi di euro, superando la valutazione di 78,7 miliardi di euro di Volkswagen.

Porsche è rimbalzata questa settimana dopo essere scesa al di sotto del suo prezzo dell'Ipo a 82,58 euro mentre adesso è scambiata con un premio del 10% circa. La quotazione, in presenza di una elevata domanda, era stata fissata al prezzo più alto dell'intervallo annunciato che vedeva il minimo a 76,50 euro.

Usa, sussidi di disoccupazione salgono oltre le attese

Le richieste di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti sono salite la scorsa settimana di 29.000 unità a quota 219.000. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano su quota 204.000 unità.

Minute Bce: "L'inflazione non scenderà da sola"

"L'inflazione è risultata ripetutamente più alta delle attese, e le pressioni al rialzo sui prezzi non si abbatteranno da sole". E' uno dei nodi delle minute della Bce, resoconto della riunione d'inizio settembre.
Nel documento, pubblicato sul sito della Bce, si legge anche che "mettere troppa enfasi sui problemi dal lato dell'offerta rischia di trascurare il fatto che occorre agire sulla domanda per abbattere l'inflazione". Per il capo-economista Philip Lane il ruolo della domanda è più alto che in precedenza.

Gli scambi Ue girano in rosso

Borse europee deboli a metà giornata, mentre i future americani preannunciano un avvio negativo per Wall Street, che già aveva perso quota la vigilia. Gli indici del Vecchio continente hanno tentato il recupero in avvio di seduta, dopo la brusca frenata di ieri, ma poi sono tornati sotto il tiro delle vendite. La situazione macro continua a essere complicata, con l'inflazione da costi alle stelle e l'incertezza sulle mosse delle Banche centrali. Non si allentano nemmeno le tensioni a livello internazionale, con i timori provocati anche dai nuovi avvistamenti dei movimenti del sottomarino nucleare russo Belgorod. Francoforte perde lo 0,5%, Parigi lo 0,69%, Madrid lo 0,42%, Amsterdam lo 0,65% e Londra lo 0,52%. La peggiore è Milano, giù dello 0,9% (dopo aver toccato anche -1%). Lo spread è in calo a 240 punti, ma i rendimenti dei Btp a dieci anni sono elevati e pari al 4,44%. L'Italia è sotto i riflettori nell'attesa della formazione del nuovo governo e dopo l'allarme lanciato da Moody's: se non saranno effettuate le riforme per il pnrr, verrà tagliato il giudizio sul debito del nostro paese.

Male le banche e il risparmio gestito, a Piazza Affari si salvano dalle vendite le Iveco (+1%), le Pirelli (+1,1%) e le Moncler (+1,1%) in attesa delle trimestrali per le società del lusso. Mps accusa un ribasso del 5,58%, penalizzata dai dubbi sull'esecuzione dell'aumento di capitale che dovrebbe essere iniziare nelle prossime settimane.

Volatile il petrolio: il Wti (contratto di novembre), che ha più volte cambiato direzione, cede lo 0,4% attestandosi a 87,4 dollari al barile. Va giù il prezzo del gas: a 169,74 euro al megawattora, in ribasso del 2,27%. Infine l'euro passa di mano a 0,989 dollari (ieri in chiusura a 0,985 dollari) e a 143 yen (142,63 yen), mentre il cambio dollaro/yen è pari a 144,74 (144,74).

Le Borse Ue rallentano, Milano frena. Salgono i rendimenti Btp

Le Borse europee si mantengono in rialzo anche se sotto i massimi segnati poco dopo l'apertura mentre Milano è scivolata in territorio negativo.

Francoforte guadagna lo 0,5%, Parigi lo 0,15%, Madrid lo 0,25% e Amsterdam lo 0,2%, mentre Piazza Affari cede lo 0,22%.

I rendimenti dei Btp sono in salita al 4,47%, anche se lo spread è stabile a 242 punti, visto che stanno aumentando anche i tassi sui Bund tedeschi a dieci anni (al 2%). L'Italia, però, rimane sorvegliata speciale, soprattutto dopo l'allarme di Moody's, che ha avvertito che in assenza delle riforme previste dal Pnrr, verrà tagliato il giudizio sul debito.

Piazza Affari è trascinata in basso dalle banche, con Banco Bpm giù di oltre il 4%. Dopo un avvio tonico, ha invertito la rotta anche Tim (-0,67%). Sono volatili i titoli oil: se hanno aperto deboli, hanno poi azzerato le perdite grazie al sostegno del valore del greggio (+1% il wti a 88,65 dollari al barile).

Apertura positiva per le Borse europee

Le Borse europee aprono la seduta in rialzo dopo i forti cali di ieri. A Piazza Affari il Ftse Mib segna un progresso dello 0,56% a 21.480 punti. Londra sale dello 0,23%, Francoforte dello 0,70% e Parigi dello 0,39%. Fra le borse asiatiche Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,70%. Il petrolio, fra le materie prime, è in lieve flessione, con il Wti a 87,5 dollari al barile e il Brent a 93,3 dollari. Sull'indice principale di Piazza Affari segnano rialzi oltre il punto percentuale Pirelli, Tim, Nexi, Stellantis, Iveco, Bper e Buzzi Unicem, mentre fra i ribassi si segnalano i titoli petroliferi, come Saipem (-1,04%) ed Eni (-0,68%).

Spread in calo a 240 punti

Dopo la corsa di ieri lo spread tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni prova a raffreddarsi: il differenziale sui mercati telematici ha aperto la seduta a 240 punti base, contro i 243 della chiusura della vigilia. Il rendimento del Btp decennale è al 4,42%

Petrolio stabile dopo i rialzi

Petrolio stabile in avvio di giornata dopo la decisione del taglio di 2 milioni di barili da parte di Opec+: il wti passa di mano a 87,74 dollari al barile (-0,02%), il brent è trattato a 93,42 dollari (+0,05%).

Germania, crollano gli ordini alle industrie

Gli ordini alle fabbriche tedesche in agosto sono bruscamente scesi del 2,4% contro una crescita dell'1,9% registrata in luglio. Le stime degli analisti erano di un calo molto inferiore, intorno allo 0,7%