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Le Borse di oggi, 9 dicembre. Listini Ue in cauto rialzo, i prezzi alla produzione spaventano Wall Street

MILANO - I listini occidentali si muovono cauti, con Wall Street preoccupata dai prezzi alla produzione Usa che restano alti e indicano alla Fed che saranno necessarie ulteriori strette sui tassi. Resta il difficile quadro economico, con S&P Global Ratings che registra come in uno scenario avverso con inflazione elevata, guerra in trascinamento e strette sui tassi più forti l'economia dell'Eurozona scenderebbe dello 0,9% nel 2023, per poi risalire. Nello scenario base, invece, la crescita sarebbe piatta. Positivo, in mattinata, l'andamento delle Borse asiatiche con Hong Kong che ha ancora strappato con un rialzo superiore al 2%. Chiusura positiva anche per Tokyo: +1,2%.

Banche, Eba: più solide ma in arrivo impatto da calo Pil e inflazione

Le banche europee si sono presentate con un capitale più solido rispetto alla crisi precedente ma è in arrivo l'impatto dal calo del Pil e dall'inflazione, con conseguente crescita dei crediti deteriorati. Nel suo 'risk assessment' l'Eba, l'autorità bancaria europea, aggiunge la sua richiesta di prudenza agli appelli lanciati dalla Bce da diverse settimane. L'aumento dei tassi ha fatto salire i margini di interesse, scrive l'Eba, "ma c'è incertezza sulla loro evoluzione" visto che salità anche il costo della raccolta. La recessione o rallentamento delle economie europee "porterà a un calo dei ricavi dall'asset management".

Tim strappa in Borsa, rumors offerta Kkr

Kkr ci riprova, sarebbe di nuovo disposta a lanciare un'offerta su Tim ma solo se anche il governo Meloni "accetta di essere un partner nell'affare". I rumors rilanciati dall'agenzia Bloomberg fanno fare un balzo al titolo del 4% e a fine seduta il guadagno è dell'1,35% a 0,2 euro. Il fondo, secondo l'agenzia, vorrebbe creare una joint venture con una società o un veicolo partecipato dallo Stato. Secondo quanto ha potuto verificare l'Ansa,  Kkr è ancora interessata ed è pronta a partecipare alle soluzioni che il Governo potrebbe proporre.

Le Borse Ue chiudono positive una seduta altalenante

Le Borse europee chiudono positive dopo una seduta altanelante. Solo Londra è poco sopra la parità, a +0,07%. L'indice Dax della Borsa di Francoforte guadagna lo 0,73% a 14,368.15 punti, l'indice Cac di Parigi lo 0,46% a 6,677.64 punti, l'Ibex di Madrid lo 0,77% a 8,288.51 punti. Milano sale dello 0,29%.

Tra i mercati continua comunque a regnare l'incertezza, in attesa delle prossime mosse delle banche centrali. Oggi sono stati diffusi i dati sui prezzi alla produzione di novembre negli Usa, che essendo superiori alle attese hanno rinnovato i timori di un prossimo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. D'altro lato, l'indice di fiducia dei consumatori misurato dall'Università del Michigan è risultato a dicembre più forte del previsto. I mercati guardano poi con favore all'allentamento delle restrizioni contro il Covid in Cina e hanno accolto positivamente la notizia che l'inflazione al consumo cinese è rallentata ulteriormente a novembre

Wall Street debole, timori per la Fed dopo la crescita dei prezzi alla produzione Usa

Wall Street in calo, frenata dai timori che la Federal Reserve la prossima settimanapossa continuare ad aumentare i tassi di interesse in modo aggressivo. A spaventare gli investitori l'aumento superiore alle attese dei prezzi alla produzione a novembre, un indicatore inflazionistico che misura il cambiamento medio dei prezzi di vendita praticati dai produttori nazionali di beni e servizi. Anche se i dati dimostrano che l'inflazione di fondo si sta moderando. Nei primi scambi il Dow Jones arretra dello 0,34% a 33,665.55 punti, Il nasdaq cede lo 0,55% a 11,019.32 punti e l'S&P 500 registra una flessione dello 0,50% a 3,943.82 punti.

I prezzi alla produzione negli Stati Uniti il mese scorso sono aumentati dello 0,3% su base mensile a fronte di un atteso aumento dello 0,2%. Il dato di ottobre è stato rivisto al rialzo a +0,3%. Su base annua l'indice dei prezzi alla produzione è aumentato del 7,4% dal +8,1% di ottobre e contro un atteso +7,2%. Il dato "core", quello depurato dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente. Su base annua la componente 'core' segna un rialzo del 6,2%, al di sotto delle attese del +5,9% e dopo il +6,8% del mese. I dati sui prezzi al consumo a novembre, attesi per martedì, forniranno ulteriori indizi sui piani di inasprimento monetario della banca centrale Usa, alla vigilia della decisione della Fed.

Borsa, Milano passa in positivo

La Borsa di Milano vira in positivo: l'indice Ftse Mib guadagna lo 0,24% a 24.266,49 punti. Sul listino brillano in particolare Buzzi Unicem (+2,58%), Prysmian (+2,45%), Interpupm (+2,29%). Male invece Stellantis (-2,74%), Leonardo (-1,19%), Nexi (-1,12%).

Usa, sale la fiducia dei consumatori

Sale oltre le attese la fiducia dei consumatori statunitensi a dicembre. L'indice di fiducia elaborato dall'Università del Michigan, secondo la lettura preliminare, si è attestato a 59,1 punti da 56,8. Gli economisti puntavano su un aumento a 56,9 punti. Il sotto-indice relativo alle aspettative si è attestato a 58,4 punti, mentre quello relativo alla situazione corrente è risultato pari a 60,2 punti.

Asta Bot, tasso giù al 2,7%

Il Tesoro ha assegnato in asta 6 miliardi di Bot a un anno con scadenza 14 dicembre 2023. La richiesta è stata di oltre 8,54 miliardi di euro con un rapporto di copertura di 1,42. Il rendimento è sceso di 2 punti base al 2,669%.

Europa contrastata in attesa dei prezzi alla produzione Usa

Le Borse europee proseguono la seduta in ordine sparso in attesa dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti, l'ultimo di una serie di dati macroeconomici che serviranno per una valutazione sul rialzo dei tassi d'interesse. L'attenzione degli investitori è rivolta alla settimana prossima con la riunione della Fed mercoledì e il giorno successivo quella di Bce e BoE. I rendimenti dei titoli di Stato, intanto, sono  in rialzo. L'indice d'area stoxx 600 avanza dello 0,1%. In calo Parigi (-0,1%), in rialzo Francoforte (+0,1%) e Madrid (+0,2%), piatta Londra (-0,01%). I principali listini sono appesantiti dal comparto dell'energia che cede l'1,5%, con il prezzo del petrolio in rialzo. Il Wti sale a 71,63 dollari al barile (+0,2%) e il brent a 76,23 dollari (+0,1%). In calo anche le auto (-0,26%). Bene le utility (+0,3%), con il prezzo del gas che scende a 137 euro al megawattora (-1,1%). Positive le banche (+0,3%) e le assicurazioni (+0,2%). Sul fronte valutario l'euro sul dollaro è poco mosso a 1,0549. Tra le materie prime si rafforzano l'oro che sale a 1.789 dollari l'oncia (+0,3%) e l'argento a 22,97 dollari (+1,1%) e il nichel che registra un balzo del 2,1%. Scendono invece l'alluminio (-0,8%) e il rame (-0,2%).

S&P vede l'Eurozona in recessione con scenario avverso

In uno scenario avverso (con una possibilità su tre di avverarsi) in cui l'inflazione rimanga elevata più a lungo del previsto costringendo le banche centrali a una risposta più forte e dura e in cui la guerra in ucraina si trascini, esacerbando la crisi energetica in corso, l'economia dell'Eurozona accuserebbe una flessione dello 0,9% nel 2023, per poi risalire al ritmo dello 0,8% nel 2024 e dell'1,4% nel 2025.

Nello scenario base invece la crescita sarebbe piatta nel 2023, pari a +1,4% nel 2024 e a +1,5% nel 2025.

E' quanto scrivono gli esperti di S&P in un rapporto pubblicato oggi in cui analizzano i due rischi al ribasso che gravano sull'economia mondiale. In questo scenario avverso l'italia accuserebbe nel 2023 una flessione dell'1,1% (anzichè dello 0,1% come nello scenario base) per riprendere poi al ritmo dello 0,8% nel 2024 (anzichè 1,4%) e dell'1,2% nel 2025, stima invariata rispetto allo scenario base. Più pesante ancora la flessione prevista per il 2023 per la germania che in questo scenario vedrebbe l'economia contrarsi dell'1,7% per poi rimanere sostanzialmente in stallo nel 2024 (+0,1%) e riprendere al ritmo dell'1% nel 2025.

Le Borse europee frenano sulla parità

Le borse Europee rallentano il passo, mentre gli investitori rimangono alla finestra in attesa dei dati sull'inflazione usa e delle decisioni delle banche centrali in arrivo la prossima settimana. A piazza affari il ftse mib segna -0,05%, mentre nel resto d'europa francoforte difende un +0,12%, parigi segna -0,17%, londra -0,12% e amsterdam +0,11%.

Prezzo del gas poco mosso in apertura

Prezzo del gas poco mosso in apertura al mercato Ttf di Amsterdam. Il contratto future su gennaio segna un leggero progresso dello 0,797% a 140 euro al Mwh.

Chiusure in rialzo in Asia, Tokyo +1,2%

Le Borse asiatiche chiudono in rialzo dopo i dati macroeconomici che arrivano Cina ed il possibile allentamento delle misure di contenimento per il Covid. Sotto i riflettori resta l'andamento della crescita economica globale e le decisioni delle banche centrali attese per la prossima settimana.

Positiva Tokio (+1,18%). Sul mercato dei cambi lo yen è stabile sul dollaro a 136,10, e sull'euro a 143,90. A contrattazioni ancora in corso in rialzo Hong Kong (+1,77%), Shanghai (+0,27%), Shenzhen (+0,45%) e Seul (+0,76%) mentre è in flessione Mumbai (-0,35%). Sul fronte macroeconomico in arrivo dalla Spagna la produzione industriale. Dagli Stati Uniti previsti i prezzi alla produzione, l'indice sulla fiducia dei consumatori e le scorte all'ingrosso.

Future positivi sulle Borse europee

Andamento positivo per i contratti future sulle borse europee in vista della prossima apertura. Il future sul Ftse 100 evidenzia un progresso dello 0,12%, mentre sul Dax di Francoforte il guadagno è dello 0,37%. Variazione del +0,41% per l'EuroStoxx 50.

Petrolio in ripresa dopo i minimi

I prezzi del petrolio risalgono negli scambi sui mercati asiatici dopo aver toccato il livello minimo dell'anno. Il future sul Brent segna un progresso dello 0,59% a 76,60 dollari al barile, mentre il Wti guadagna lo 0,64% a 71,92 dollari. Il mercato cerca faticosamente di trovare un equilibrio dopo la recente notizia della contrazione delle scorte Usa che aveva contribuito ad accentuare il calo; rimangono le preoccupazioni per la domanda, con gli operatori che temono una contrazione dell'economia mondiale.

Chiusura positiva a Wall Street e future in rialzo

Future in rialzo a Wall Street dopo la chiusura positiva di ieri e in vista della riunione della Fed della prossima settimana. Il contratto sul Dow Jones segna un +0,13%, mentre sull'S&P 500 la crescita è dello 0,21%. Il future sul Nasdaq evidenzia un rialzo dello 0,31%.

Rallentano i prezzi in Cina

L'indice dei prezzi al consumo (CPI), il principale indicatore dell'inflazione in Cina, ha rallentato la sua progressione all'1,6% su base annua a novembre, mentre l'indice dei prezzi alla produzione (IPP), che misura i prezzi industriali, è sceso dell'1,3% per il secondo mese consecutivo. I dati ufficiali pubblicati oggi dall'Ufficio nazionale di statistica (ONE) segnano la lettura dell'IPC più bassa da marzo e, come in ottobre, il segno più basso per l'evoluzione dei prezzi industriali in quasi due anni.

Entrambi i brand sono comunque nei parametri attesi dagli analisti, in particolare i prezzi al consumo, mentre il PPI si discosta di un decimo dalle previsioni più diffuse, che indicavano un calo dell'1,4%. Nel confronto mese su mese, il CPI è diminuito dello 0,2% rispetto a ottobre, mentre il PPI è aumentato dello 0,1%.

Nel decimo mese dell'anno i prezzi al consumo erano aumentati del 2,1% su base annua ei prezzi industriali erano scesi dell'1,3%. Tra gennaio e novembre l'aumento medio del CPI è stato del 2%, rimanendo quindi al di sotto del tetto del 3% che Pechino aveva fissato come obiettivo ufficiale per il 2022. Nel caso del PPI, pur segnando nette linee discendenti lungo tutto l'anno, la crescita media nei primi undici mesi dell'anno continua ad essere del 4,6% anno su anno.

Atlantia, la holding dei Benetton lascia Piazza Affari

Schema Alfa, la società veicolo partecipata da Edizione e Blackstone, ha effettuato la procedura per l'acquisto delle azioni residue di Atlantia (4,067%) ed ora detiene il 100% del capitale. L'adempimento arriva dopo l'offerta pubblica di acquisto che ha portato Schema Alfa a detenere il 95,933% del capitale di Atlantia.

Borsa Italiana ha disposto a decorrere da oggi la revoca dalla quotazione su Euronext Milan delle azioni di Atlantia che sono risultano ora interamente detenuta da Edizione, Blackstone Infrastructure Partners e Fondazione Crt.