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Le critiche degli ingegneri al progetto Supertrento per "ripensare lo spazio urbano del futuro". La lettera a Ianeselli: "Una falsa partenza, non siamo stati coinvolti"

TRENTO. "Ripensare lo spazio urbano, immaginando i prossimi anni '30". E' questa la base di Supertrento, il percorso partecipato, promosso dal Comune di Trento, che prenderà il via il prossimo anno. Un progetto che quindi dovrebbe "mirare a coinvolgere tutte le persone interessate al futuro della città". Ma l'Ordine degli Ingegneri di Trento non è d'accordo: "È mancato il coinvolgimento preliminare delle categorie professionali", scrivono in una lettera indirizzata al sindaco Franco Ianeselli e inviata il 29 novembre.

"Ridefinire la forma e le funzioni della città liberata dai treni nel tratto tra lo scalo Filzi e il quartiere delle Albere - spiega l'amministrazione comunale in una nota -. Confrontarsi sulle scelte, le destinazioni degli spazi, le nuove connessioni tra il centro e i sobborghi, le opportunità legate al cambiamento".

L’idea elaborata da Supertrento "non resterà scritta nel libro dei sogni - prosegue -, ma delimiterà i confini dentro ai quali saranno chiamati a muoversi i progettisti incaricati di disegnare i nuovi spazi urbani e di connetterli con l’intorno, il fiume, i quartieri, in modo da accorciare le distanze fisiche e sociali e da alleggerire l’impronta ecologica della città sul pianeta".

Molti i dubbi però da parte degli ingegneri sulle modalità di avvio dell’iniziativa. "Nutriamo perplessità sulle modalità con cui il Comune di Trento ha deciso di avviare le operazioni di costituzione del laboratorio SuperTrento - riportano : nessun coinvolgimento preliminare degli Ordini professionali, nessuna possibilità di interlocuzione diretta. Infine, l’affidamento della 'guida' del processo a un soggetto privato, abdicando al ruolo di regia che, a nostro parere, dovrebbe restare in capo all’ente pubblico: in un simile contesto, quella del laboratorio SuperTrento è una falsa partenza".

La comunicazione sottolinea una serie di criticità riscontrate dall’Ordine nel procedimento che ha portato alla nascita del nuovo laboratorio di urbanistica partecipata. "Innanzitutto - spiega la presidente Silvia Di Rosa - non c’è stato alcun coinvolgimento a monte degli Ordini professionali da parte del Comune, come invece prevede il principio di leale collaborazione tra enti pubblici. Questa assenza di confronto e interlocuzione con gli Ordini ci duole soprattutto in quanto soggetti particolarmente interessati alla trasformazione della città".

Ma c’è di più: l’Ordine degli Ingegneri ricorda che, con delibera del Consiglio Comunale numero 62 del 2019, il Consiglio ha impegnato Sindaco e Giunta a predisporre un concorso di progettazione o di studio per valorizzare le aree che si renderanno libere a seguito dell’interramento della ferrovia, "in accordo con gli ordini". Nel progetto infatti non è mancato il riferimento al ripensamento della città, in relazione "ai binari tra lo scalo Filzi e il quartiere delle Albere".

"A nostro avviso la criticità sta proprio nella mancata condivisione della partenza del percorso e nelle modalità con cui si è deciso di dare avvio all’iniziativa – conclude la presidente Di Rosa - in un simile contesto il rischio è che gli Ordini risultino relegati al ruolo di comparse, anziché di co-attori principali". Gli ingegneri auspicano quindi  "una revisione dell’impostazione generale, con interlocuzione diretta tra l’Ente comunale e gli Ordini professionali, in modo da poter offrire un contributo significativo in questa fase di definizione delle scelte strategiche per la città di Trento".