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Le malattie professionali nella Tuscia, Turchetti: “Crescono i casi di patologie legate al lavoro. In quattro mesi 135 denunce”

VITERBO – Sono state 135 le denunce di malattie professionali nella Tuscia nel primo quadrimestre del 2023, trenta in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano state 105. E’ quanto emerge dal focus che la Uil di Viterbo ha realizzato – elaborando i dati Inail – per porre l’attenzione sulle patologie che insorgono a causa dell’attività lavorativa.

“A differenza degli infortuni – spiega Giancarlo Turchetti, Segretario generale della Uil di Viterbo – caratterizzati dalla loro causa violenta e concentrata in un determinato momento, le malattie professionali agiscono sul corpo lentamente e progressivamente, ma sono ugualmente invalidanti e possono causare danni irreparabili”.

La crescita di casi riscontrata nell’approfondimento Uil in questo primo quadrimestre indica una tendenza chiara: il continuo e costante incremento negli ultimi anni di queste malattie. “Una propensione che continua senza sosta – spiega l’esponente sindacale della Tuscia – basti pensare che il 2022 si è chiuso nel nostro territorio con 313 segnalazioni censite dall’Inail, erano state invece 244 nel 2021”.

E se per un attimo usciamo dai confini provinciali considerando quanto accade nel territorio reatino, notiamo come l’area a nord del Lazio in questo primo quadrimestre abbia fatto registrare 295 denunce di malattie professionali, contro le 260 dei primi quattro mesi dello scorso anno. Allargando poi lo sguardo ai confini regionali, il numero delle denunce protocollate all’ Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro raggiunge le 1779 unità, mentre il primo quadrimestre del 2021 si era chiuso con 1407 casi.

Tra le patologie più denunciate ci sono quelle del sistema osteo muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio, seguono i tumori e le malattie del sistema respiratorio.

“Sono numeri e dati che fanno riflettere – conclude Turchetti – e che sono da monito per il futuro, affinché si possa scrivere un nuovo capitolo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con investimenti, formazione continua. Un passaggio necessario e non più rinviabile perché il rispetto della vita dei lavoratori e delle lavoratrici viene prima di tutto, deve necessariamente essere una priorità per tutte le aziende”.