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Le minacce russe, il tetto al prezzo del gas e nuove sanzioni al centro dei dibattiti a Strasburgo

Nella sessione plenaria a Strasburgo gli eurodeputati discuteranno le nuove minacce della Russia. Su tutte, i referendum farsa nel Donbas occupato, la «mobilitazione parziale» e il rischio di un’escalation nucleare, evocato frequentemente dal Cremlino. Se ne parlerà mercoledì, per votare una risoluzione giovedì. Oltre a ribadire la condanna alle azioni di Vladimir Putin, e confermare il sostegno all’Ucraina, conterrà la richiesta di nuove sanzioni economiche e di dispositivi per evitare che quelle esistenti vengano aggirate.

Price cap e più fondi per i profughi ucraini
All’ordine del giorno anche le falle nei gasdotti Nord Stream 1 e 2. Mercoledì l’aula si esprimerà anche sul tetto al prezzo del gas, un tema ereditato dalla sessione di settembre e su cui il governo Draghi si è speso fin dall’inizio. La ricetta della Commissione europea, di compromesso, sembra puntare su un price cap solo al metano utilizzato per produrre energia elettrica. In un contesto di mediazione, non ha brillato per solidarietà la decisione di Berlino di muoversi da sola, con uno scudo da 200 miliardi di euro per calmierare i prezzi.

Per sostenere i Paesi che hanno accolto più profughi ucraini, saranno discusse lunedì le norme semplificate sull’uso dei fondi di coesione regionali. La commissione ha stanziato 3,5 miliardi di euro aggiuntivi nel 2022 e nel 2023.

Nasce l’Unione europea della Salute
Dovrebbe arrivare martedì il via libera al progetto per migliorare la capacità dell’Unione europea di rispondere alle emergenze sanitarie, quelle del presente di convivenza con il coronavirus, ma anche quelle del futuro. Verrà rafforzato il mandato del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc): cooperazione più stretta, una raccolta dati tempestiva e un monitoraggio in tempo reale delle crisi. Verranno introdotte norme precise sull’acquisto congiunto di farmaci e dispositivi medici.

Bloccare i pagamenti a Orbán
Domani gli eurodeputati dibatteranno la proposta della Commissione di congelare i finanziamenti destinati all’Ungheria per le violazioni dello stato di diritto. Si tratta di 7,5 miliardi di euro, pari al 65% dei fondi di coesione pianificati per Budapest. Era stato proprio il Parlamento, nella sessione di settembre, a ritenere l’inazione europea corresponsabile del «crollo della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, trasformando il Paese in un regime ibrido di autocrazia elettorale».

Verrà chiesto alla Commissione di specificare le violazioni attribuite all’Ungheria e, per converso, come il governo dello Stato membro intenda rimediare. I Ventisette saranno invitati a non ritardare la decisione finale al Consiglio europeo, che ha un mese di tempo (quindi fino al 18 ottobre) per votare a maggioranza qualificata. La scadenza può essere rinviata di due mesi, ma Bruxelles vorrebbe evitare proroghe.

A fianco delle donne iraniane
Con l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, si parlerà delle proteste in Iran, al centro di una risoluzione in calendario per giovedì. Le manifestazioni sono costate morti e feriti tra le file di chi ha sfidato la repressione del presidente iraniano Raisi, che ha promesso un’indagine sull’uccisione di Mahsa Amini, aggredita dalla polizia morale perché non indossava correttamente l’hijab.

Slot di decollo e atterraggio
Saranno aggiornate le regole, introdotte durante la pandemia, che avevano sospeso l’«obbligo di utilizzo» per evitare alle compagnie aeree di effettuare voli a vuoto pur di non perdere i loro posti negli scali europei. Vista la ripresa del settore, tra martedì e giovedì l’Europarlamento valuterà se alzare dall’attuale 64% al vecchio 80% il tasso richiesto per mantenere gli slot di decollo e atterraggio. Secondo le stime di Eurocontrol, entro fine mese, il traffico tornerà tra l’83% e il 95% dei livelli pre-Covid.

Caricabatterie unico, ci siamo
Dovrebbe arrivare martedì il via libera definitivo alla normativa per semplificare la giungla di cavi con cui ricarichiamo i nostri device digitali. All’interno dell’impegno per ridurre i rifiuti elettronici e allungare la vita ai dispositivi, che sono due aspetti collegati, entro la fine del 2024, per continuare a vendere nel mercato unico, i produttori dovranno adottare una sola porta, quella Usb-C. La Commissione stima di far risparmiare 250 milioni di euro ogni anno – è questa la spesa per cavi non necessari – e soprattutto 11 mila tonnellate di materiale.

Fermare il commercio illegale di animali
Infine, mercoledì verrà votata una risoluzione per bloccare entro il 2025 il traffico di fauna e flora protette e a rischio estinzione. Il provvedimento arriverà in vista della riunione mondiale delle Nazioni Unite sulla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites), a Panama dal 14 al 25 novembre 2022. Gli eurodeputati chiederanno più incisività nel contrasto a una pratica purtroppo in crescita sia all’interno dell’Ue sia a livello internazionale.