Italy
This article was added by the user . TheWorldNews is not responsible for the content of the platform.

"Le pensioni aumentano", ma da quando?

La previdenza

La rivalutazione di tutti gli assegni per l'inflazione, l'adeguamento delle minime promesso dal governo e non ancora concretizzato, i conguagli, gli arretrati e una riforma in stallo. Cosa è stato fatto finora e cosa è stato annunciato per il 2024

È da mesi, precisamente da gennaio 2023, che milioni di italiani attendono l'aumento delle pensioni minime promesso dal governo e stabilito dall'ultima legge di bilancio contro l'inflazione. Il governo Meloni ha fatto di questa misura uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale e l'incremento, appunto, sarebbe dovuto partire a inizio anno. Complicazioni sopraggiunte hanno però continuato a ritardare le operazioni. Adesso sembra che tutto si sia sbloccato: gli aumenti decisi con la legge di stabilità potrebbero arrivare a luglio, insieme agli arretrati per i mesi non pagati. Ma il tempo stringe, e il condizionale è ancora d'obbligo.

La questione dell'adeguamento degli assegni pensionistici più bassi, promesso dal governo e non ancora concretizzato, è solo una delle tante nell'ingarbugliato "cantiere pensioni". Lo stallo sulla riforma è ormai un dato di fatto e un'accelerata nei prossimi mesi è improbabile. In autunno, quando si dovranno mettere le basi della nuova legge di bilancio (sarà la seconda del governo Meloni), se ne saprà forse di più. Perché per allora l'esecutivo dovrà per forza mettere nero su bianco le novità in vista del 2024. In campagna elettorale il centrodestra aveva promesso la fine della riforma Fornero, ma con il nostro andamento demografico riscriverla peggiorerebbe ancora il quadro nell'immediato, secondo gli esperti. Intanto, nel Documento di economia e finanza (Def), che delinea i contorni della prossima manovra, di soldi stanziati per "superare la Fornero" non c'è quasi traccia.

Non sarà affatto facile trovare una misura che concili buonsenso, reali esigenze dei lavoratori e sostenibilità finanziaria. E ormai è chiaro, chiarissimo: a stretto giro non è possibile nemmeno optare per quota 41 per tutti, né quest'anno né molto probabilmente il prossimo, perché adesso non ci sono le coperture finanziarie necessarie. L'ambizioso progetto di riforma delle pensioni annunciato dal centrodestra rimane dunque un proposito di lungo termine o, per dirla con le parole di importanti esponenti della maggioranza, un "obiettivo di legislatura". La misura cavallo di battaglia della Lega, che prevede l'uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, è d'altronde sparita anche dal Def, messo a punto dal governo e pubblicato nelle scorse settimane.

Gli aumenti delle pensioni minime ancora non si vedono

Detto dell'impossibilità di una riforma strutturale a stretto giro, tuttavia "le pensioni aumentano e aumenteranno", ripetono diversi esponenti del governo. È davvero così? E se sì, da quando? Tra rivalutazione di tutti gli assegni per l'inflazione, adeguamento delle minime promesso dal governo e non ancora concretizzato, conguagli e arretrati, proviamo a fare un punto su cosa è stato fatto finora e cosa è stato annunciato per il 2024.

Partiamo dalle pensioni minime, perché gli aiuti del governo sono pensati in prima battuta per gli assegni più bassi di tutti, cioè per chi riceve la pensione di 563,74 euro nel 2023, o un importo addirittura inferiore. L'obiettivo dichiarato è quello di arrivare almeno a 600 euro per gli over 75, una sorta di cifra di passaggio per poi passare in futuro al traguardo dei mille euro tanto voluto da Forza Italia. Al momento sembra fantascienza.

Sta di fatto che è stata prevista una maggiorazione del 6,4% per i pensionati con più di 75 anni. Si tratta di un aumento di 36,08 euro al mese: l'assegno arriverà così a 599,82 euro. Più scarno l'aiuto a chi invece ha meno di 75 anni. Per la generalità degli italiani che percepiscono la pensione minima l'incremento sarà infatti dell'1,5%, poco meno di 8,50 euro al mese in più sull'accredito (come indicato nella tabella qui sotto).

Gli aumenti previsti - Tabella Inps-5

Nel caso in cui l'importo mensile complessivo in pagamento sia inferiore al trattamento minimo, l'incremento è riconosciuto utilizzando come base questo stesso calcolo: l'aumento, cioè, è pari a 1,5 punti percentuali per l'anno 2023, elevato a 6,4 punti percentuali per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni (si veda la tabella qui sotto). Se il beneficiario compie 75 anni nel corso del 2023, l'incremento viene adeguato dal mese successivo al compimento dell'età.

Gli aumenti previsti per le pensioni inferiori al trattamento minimo Inps-2-3

Ma perché questi piccoli aumenti non sono ancora arrivati? A quanto pare il problema principale è stata la fretta con cui è stata redatta la norma nella legge di bilancio che ha previsto gli incrementi, visto che non è stata circoscritta la platea potenziale di beneficiari che ricevono un importo minimo, attualmente stimabile in due milioni di persone. Evidentemente, non si erano poi messi in conto i tempi necessari per individuare con esattezza quali pensionati fossero effettivamente nel regime delle minime, passaggio fondamentale per evitare che si procedesse all'erogazione di importi maggiorati anche a chi non spetterebbero di diritto.

Si guarda quindi adesso a luglio, quando gli interessati dovrebbero ricevere anche gli arretrati dovuti a partire da gennaio: per il bilancio dello Stato il costo previsto è di 480 milioni di euro. Non è scontato, però, perché per arrivare all'erogazione degli aumenti e degli arretrati entro luglio 2023 bisognerebbe avere tutto pronto nell'arco di qualche giorno, perché i pagamenti delle pensioni vengono chiusi solitamente entro i primi giorni del mese precedente.

Le pensioni nel 2024, tra rivalutazione e promesse

La finanziaria 2023 ha poi previsto già cosa dovrebbe succedere nel 2024, quando dovrebbe essere applicato un nuovo aumento del 2,7% ai pensionati di tutte le età, con riferimento all'importo del trattamento minimo che l'Inps definirà per l'anno prossimo (oggi è di circa 563 euro). I fondi per il 2024 sono di 379 milioni di euro. L'inflazione farà il resto, visto che anche per l'anno prossimo scatterà la rivalutazione "fisiologica" di tutti gli assegni.

Le cifre? Adesso è ignota la portata della prossima rivalutazione, ma sappiamo che, data un'inflazione prevista per fine anno al 5,4% (cifre del Def), sarà un intervento che opererà al 100% per gli importi fino a 2.100 euro, e poi in via decrescente. A questo si aggiunge il conguaglio della rivalutazione già effettuata a inizio 2023, con il quale verrà riconosciuta sugli assegni la differenza tra il tasso provvisorio (applicato dall'Inps per adeguare le pensioni al costo della vita) e quello definitivo.

Per il 2024, il governo vorrebbe fare in modo che a beneficiare dell'aumento aggiuntivo possano essere anche le pensioni d'invalidità, fino ad oggi escluse dalla rivalutazione straordinaria. Piccoli aumenti delle pensioni potrebbero arrivare anche dalla riforma fiscale, sulla quale già in questi giorni il governo sta lavorando con l'obiettivo di trovare una quadra. Con la riforma fiscale verranno riviste le aliquote Irpef, e questo dovrebbe portare a un taglio delle imposte sui redditi, con piccoli vantaggi anche sulla pensione netta. Tra le ipotesi emerse finora, c'è quella che prevede l'accorpamento della prima e della seconda fascia di reddito, con un'aliquota del 23% fino ai 28mila euro di reddito. Il che garantirebbe un aumento netto della pensione tra i 20 e i 260 euro l'anno.

Continua a leggere su Today.it...