Chiusa la partita del taglio del numero dei parlamentari con la vittoria del sì nel referendum dello scorso settembre - risultato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 21 ottobre - il cantiere delle riforme resta aperto e all'ordine del giorno ci sono in Parlamento molte proposte. Ma al momento tutto è bloccato, rinviato un po' a causa dei lavori a singhiozzo per l'emergenza Covid, un po' per dissidi politici e contrasti nella maggioranza. Questa mattina il tavolo delle trattative prova a ripartire con un incontro fra i capigruppo di maggioranza e il ministro per le Riforme Federico D'Incà.
Tutto fermo, dunque, a partire dalla legge elettorale che si trova in una situazione di stallo per le divisioni interne nella maggioranza sulla soglia di sbarramento. Un blocco che potrebbe fare slittare la discussione alla primavera-estate dell'anno prossimo. Cioè alla vigilia del semestre bianco che precede l'elezione del nuovo presidente della Repubblica e comincia il 3 agosto.
Ancora ieri il leader di Forza Italia ha detto no alla federazione proposta da Matteo Salvini e ha rimarcato che nel sistema elettorale proporzionale si corre da soli. Un possibile appoggio di Forza Italia, che al momento, secondo i sondaggi, non ha la preoccupazione della soglia adi sbarramento, farebbe sparire dal tavolo il potere di interdizione di Matteo Renzi e la necessità di usare i suoi voti. Soprattutto al Senato, dove i forzisti hanno 59 seggi.
Nel frattempo, la stessa legge che riduce il numero dei parlamentari prevede che il taglio non entri in vigore prima di 60 giorni. Il tempo per ridisegnare i collegi in base alla legge elettorale vigente. E nello scorso maggio il Parlamento ha approvato una legge che permette di applicare le leggi elettorali indipendentemente dal numero dei seggi. Ma è evidente che, di fronte a un sistema elettorale nuovo, si dovrà procedere al ridisegno dei collegi. Oggi, grazie all'informatica non ci vogliono tempi lunghissimi. Come accadde nel 1993 quando il ridisegno dei collegi per applicare il Mattarellum allungò di un anno la vita del governo di Lamberto Dini.
La proposta di legge costituzionale a prima firma del capogruppo Leu alla Camera Federico Fornaro prevede di passare da un Senato eletto su base regionale a uno eletto su base circoscrizionale. La riforma eliminerebbe uno dei problemi più seri che si sono posti in ogni tentativo di riforma degli ultimi decenni ed eliminerebbe il ripetersi di risultati difformi fra Camera e Senato e la nascita di governi con problemi di stabilità a Palazzo Madama. Il testo è in discussione alla Camera.
Tutto fermo, dunque, a partire dalla legge elettorale che si trova in una situazione di stallo per le divisioni interne nella maggioranza sulla soglia di sbarramento. Un blocco che potrebbe fare slittare la discussione alla primavera-estate dell'anno prossimo. Cioè alla vigilia del semestre bianco che precede l'elezione del nuovo presidente della Repubblica e comincia il 3 agosto.
Pd e Iv: "Grave stallo, rispettare i patti"
Il Pd e Iv esprimono preoccupazione per la situazione di stallo, lanciano l'allarme e ricordano agli alleati di governo i patti della colazione. "Il nulla di fatto registrato nella riunione di maggioranza è grave", ammoniscono i capigruppo democratici di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci. "Si deve procedere secondo le intese concordate - aggiungono - portando a conclusione i correttivi costituzionali già in agenda alle Camere e la legge elettorale". Iv riunisce domani la sua cabina di regia con all'ordine del giorno l'analisi della situazione politica evidenziando, spiegano fonti del partito di Matteo Renzi, "grande preoccupazione per lo stallo dei tavoli di maggioranza che avrebbero dovuto costruire le condizioni per andare avanti dopo la legge di bilancio".Lo scenario potrebbe mutare grazie al dialogo con Fi
Uno scenario che però potrebbe mutare grazie al dialogo aperto fra la maggioranza e Forza Italia sui temi economici. Un confronto che potrebbe estendersi alle riforme. Soprattutto alla nuova legge elettorale. Silvio Berlusconi e il suo partito sono favorevoli al sistema proporzionale previsto dal Brescellum, la proposta in discussione figlia della mediazione proposta da Giuseppe Brescia, presidente della Affari costituzionale della Camera.Ancora ieri il leader di Forza Italia ha detto no alla federazione proposta da Matteo Salvini e ha rimarcato che nel sistema elettorale proporzionale si corre da soli. Un possibile appoggio di Forza Italia, che al momento, secondo i sondaggi, non ha la preoccupazione della soglia adi sbarramento, farebbe sparire dal tavolo il potere di interdizione di Matteo Renzi e la necessità di usare i suoi voti. Soprattutto al Senato, dove i forzisti hanno 59 seggi.