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Lo sci piange Elena Fanchini

Quando aveva trionfato nella discesa libera a Cortina, il 20 gennaio, Sofia Goggia le aveva dedicato la vittoria. «Elli, è per te». L’amica aveva risposto: «Quel pettorale rosso mi ha regalato un sorriso». C’era commozione, stima, affetto sincero. Gli stessi sentimenti a cui oggi si aggrappa lo sport italiano. Se n’è andata Elena Fanchini, sciatrice azzurra. Aveva 37 anni, era malata da tempo. L’Italia che ama lo sport piange l’ex discesista che nel suo palmares vantava un argento mondiale, conquistato nel 2005 a Bormio, e due vittorie in Coppa del Mondo, sempre nella discesa libera, datate 2005 (Lake Louise) e 2015 (Cortina). 

Quando vinse l’argento a colpire fu anche la dedica: «A Marco Pantani, il mio eroe». Raccontò che teneva la sua foto sempre sul comodino e ogni volta - prima di una gara - guardava la foto del ciclista. «Di lui mi piaceva tutto», spiegò ai cronisti, aggiungendo che non l’aveva mai conosciuto. Nel riavvolgere il film della sua più grande impresa spiegava: «Quelle giornate le ricordo come le più belle della mia vita. Fu tutto magico».

Nella sua carriera ha preso parte a sei edizioni dei Mondiali e a tre Olimpiadi. Di Elena Fanchini, Elli come la chiamavano in famiglia - che viveva a Montecampione, in provincia di Brescia - le colleghe e gli amici ricordano il sorriso, la grande passione per lo sci, la naturale inclinazione a condividere i bei momenti che sa regalare lo sport. E il tifo per l’Inter, che l’ha salutata con un post: «Ti ricordiamo con il sorriso allo stadio».

Elena era bergamasca, di Lovere. Era cresciuta in una famiglia di sportive: anche le sorelle minori Nadia e Sabrina sono state buone sciatrici. La velocità come vizio di famiglia. Tre sorelle legatissime, un’anima sola. La malattia l’aveva colpita nel 2017, un anno dopo sembrava superata, ad agosto la recidiva del tumore. Fanchini si era ritirata ufficialmente nel 2020, ma già nel 2018 la sua carriera aveva subito un brusco stop: si era infortunata al perone, aveva cominciato a programmare l’addio all’agonismo.

E sono stati proprio i tanti infortuni a non regalarle un percorso più vincente, come avrebbe meritato per la tecnica e il coraggio. Aveva detto egli ultimi tempi: «Lo sci è la mia terapia». E quando aveva rimesso gli sci ai piedi si era fatta fotografare sorridente, con le braccia alzate verso il cielo. E aveva postato: «La mia felicità è essere di nuovo qui sulla neve». In quei giorni la sorella Nadia, riferendosi alla malattia di Elena e al suo addio allo sport, commentò: «Dio affida le battaglie più difficili ai suoi migliori soldati». 

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