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Manca l'acqua potabile in quota in Alto Adige (FOTO): pompieri nuovamente in azione con un'autobotte (e per i Verdi la 'colpa' è anche del settore turistico)

Gli operatori del corpo permanente di Bolzano sono entrati in azione con l'autobotte nella giornata di ieri a Covelano, nel territorio comunale di Silandro, per rifornire d'acqua il paesino: solo pochi giorni prima i pompieri erano intervenuti, per la stessa ragione, a Burgusio, nel Comune di Malles

BOLZANO. E' passata circa una settimana dall'ultimo intervento dei vigili del fuoco per il trasporto di acqua potabile in Alto Adige (Qui Articolo), in particolare domenica scorsa i permanenti di Bolzano erano stati impegnati tutta la giornata con due autobotti per rifornire il paesino di Burgusio, nel territorio comunale di Malles in Alta Val Venosta. A soli pochi giorni di distanza però la mancanza di acqua si sta facendo nuovamente sentire in Provincia di Bolzano ed in particolare in Val Venosta, dove i pompieri sono entrati nuovamente in azione con un'autobotte. 

Nella giornata di ieri infatti (sabato 28 gennaio) i vigili del fuoco permanenti di Bolzano hanno portato a termine un trasporto d'acqua potabile nel piccolo borgo di Covelano (nel territorio comunale di Silandro), a 755 metri sul livello del mare alle pendici del monte Tramontana. La piccola frazione, di circa 500 abitanti, è stata raggiunta da un'autobotte carica di acqua potabile per fronteggiare la mancanza di risorsa idrica.

Una questione, quella dell'approvvigionamento d'acqua in questa fase di scarse precipitazioni, della quale negli scorsi giorni, dopo il primo intervento dei vigili del fuoco a Burgusio, si sono interessati anche i Verdi di Bolzano (Qui Articolo): “Non è la prima volta che le località turistiche soffrono di carenze idriche – avevano spiegato – l'anno scorso sono state colpite alcune zone dello Sciliar. Gli esperti stimano che in Alto Adige si consumino quasi 500 litri di acqua potabile al giorno per ogni turista, mentre i residenti hanno bisogno di circa 200 litri al giorno. Innevamento artificiale sulle piste, piscine, aree benessere e il lavaggio di grandi quantità di biancheria fanno aumentare a dismisura il consumo di acqua nel settore turistico. Gli anni di siccità aggravano la situazione perché dalle sorgenti arriva meno acqua”.

La gestione della risorsa idrica nel contesto della crisi climatica è comunque una sfida che tutti i territori si trovano ad affrontare: la scorsa settimana per esempio, gli addetti ai lavori avevano spiegato a il Dolomiti (Qui Articolo) come in Trentino ci sia preoccupazione per l'inizio della stagione irrigua, visto che le precipitazioni che hanno interessato il territorio tra l'autunno e l'inverno non sono state sufficienti a colmare il gap causato dal prolungato periodo di siccità vissuto nel 2022. Allo stesso modo proprio pochi giorni fa in Provincia a Belluno le autorità hanno fatto il punto sulla situazione (Qui Articolo) parlando di falde acquifere in sofferenza sul territorio e sottolineando come ormai la siccità sia un fenomeno diffuso anche in montagna.