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Manifestazione animalisti genovesi contro abbattimento cinghiali

La manifestazione a De Ferrari

Previsto un piano di abbattimento di quasi 40 mila capi

Ieri gli animalisti genovesi, in tutto una cinquantina, hanno effettuato un presidio di protesta in piazza De Ferrari davanti alla Regione contro il piano dell’ente per l’abbattimento dei cinghiali, quasi40 mila (35.451).

Fra i gruppi presenti contro l’abbattimento dei cinghiali, anche il gruppo “Task force Salviamo i cinghiali”, gli “Animalisti genovesi”, Enrico Rizzi noto animalista siciliano ed un gruppo di animalisti giunti da Roma.

Il tutto parte da lontano, da anni, di mala convivenza e gestione degli ungulati. Poi, quest’estate finita la pandemia, la recrudescenza con l’aumento degli animali nel Bisagno e in città, con tante persone che li nutrono.

Manifestazione animalisti genovesi contro abbattimento cinghiali
La manifestazione a De Ferrari

Ma, non solo, sono infatti apparse le gabbie trappole posizionate nelle fasce sulle alture di Genova e tanti episodi di cattura degli ungulati che, dopo la cattura, finivano in una destinazione ignota.

E se in un parco alla Spezia una famigliola di ungulati sembra sia stata salvata, qualche settimana fa il brutto episodio davanti ai bambini al parco dell’Acquasola, dove un’intera famiglia di cinghiali con i propri piccoli è stata catturata per essere successivamente uccisa come da conferma comunale.

“Abbiamo manifestato sonoramente – dicono gli animalisti – contro l’abbattimento indiscriminato dei cinghiali, ma anche contro il presidente Toti. Se da una parte, infatti, dice che ama gli animali, pubblicando foto con loro, perché far ammazzare i cinghiali?”.

“Esistono soluzioni molto meno cruente – prosegue un’animalista – e decisamente meno costose. Sapete quanto costa catturare, uccidere e smaltire un cinghiale? Costa 500 euro a capo e sono soldi che tiriamo fuori tutti.”

“Abbiamo fatto un sacco di proposte ai vari enti di utilizzare metodi meno cruenti e decisamente meno costosi – proseguono gli attivisti – ma non siamo mai stati ascoltati. Parliamo, ad esempio, del vaccino contraccettivo iniettabile GonaCon messo a punto dal National Wildlife Research Center e ampiamente usato negli USA. Delle reti messe a protezione sulle alture, del perseguire le persone che li nutrono o di installare, come hanno fatto a Recco, dei bidoni della spazzatura protetti. Niente non se ne parla, si deve fare a tutti i costi una carneficina di animali”.

“Mercoledì, durante la manifestazione – prosegue un’attivista – ci saremmo aspettati l’arrivo di Toti, di un assessore. Invece, abbiamo aspettato invano. Viene spontaneamente da chiedersi chi ci guadagni dall’uccisione di massa di questi animali”.

Ministero della Salute riguardo il GonaCon: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_bandi_316_0_file.pdf

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