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Manovra, stop al bonus cultura per i 18enni: fondi destinati a editoria e spettacolo. Renzi: “Faremo ostruzionismo”

ROMA. Addio al bonus cultura per i 18enni (18App), l'incentivo al consumo culturale per i neo-maggiorenni introdotto nel 2016 dal governo Renzi: un emendamento della maggioranza (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) alla Legge di bilancio prevede infatti la cancellazione della misura, destinando le risorse (pari a 230 milioni di euro l'anno a decorrere dal 2022) al mondo della cultura, dell'editoria e dello spettacolo.

Come detto, il bonus cultura (il cui funzionamento è legato ad un'app sviluppata appositamente, 18App) prevede in sostanza un incentivo pari a 500 euro annui per ogni 18enne, fondi che possono essere utilizzati per andare al cinema, comprare un libro, il biglietto di un concerto o l'ingresso in un museo o ancora per pagare corsi di lingua straniera.

Diversi gli ambiti nei quali verrebbero destinati i fondi del bonus cultura, dal rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo a quello destinato agli operatori dell'editoria e delle librerie. La possibile cancellazione del bonus cultura ha sollevato però diverse critiche dai banchi dell'opposizione, con Italia Viva che è arrivata addirittura a promuovere una petizione contro lo stop al contributo per i neo-maggiorenni. Critiche all'emendamento sono arrivate anche dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle.

“La maggioranza ha scelto di cancellare la 18App: è folle – ha detto in un video pubblicato su Twitter il leader di Iv, Matteo Renzi – Cancellare sulla cultura è sbagliato perché uccide l'idea di futuro. Non rassegniamoci, noi faremo tutta la nostra parte arrivando persino all'ostruzionismo in Parlamento contro questa scelta”.

“Chiediamo alla premier Meloni – si legge nella petizione – di intervenire per bloccare la distruzione del bonus cultura per i giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari di Fratelli d'Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d'accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo più sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l'ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni, e all'industria della cultura”.